Bruno Conti: “Un gioco da ragazzi”, conversazione con Giorgio Porrà

ITALIA MUNDIAL

Le umili origini a Nettuno, il baseball, il fisico gracile, l’ossessione dei capelli, la coppa del mondo e Paolo Rossi. Una lunga e appassionante intervista di Giorgio Porrà con uno degli eroi azzurri del 1982. A 40 anni dal trionfo nel Mondiale spagnolo Conti ripercorre la sua carriera. La famiglia, la Roma, il rapporto con Liedholm e Bearzot, la vittoria dell’82

ITALIA MUNDIAL, "ITALIA-BRASILE 3-2, LA PARTITA"

È la storia di un campione, ma anche uno spaccato dell’Italia, quella romantica e sentimentale di provincia, che magari arriva un giorno ad alzare una coppa del mondo. Dall’11 luglio va in onda su Sky Sport lo speciale di un’ora dal titolo Bruno Conti: "Un gioco da ragazzi", prendendo spunto dalla recente biografia del calciatore, edita da Rizzoli. È una lunga, a tratti divertente, a tratti toccante conversazione tra Giorgio Porrà e Bruno Conti, soprannominato “Marazico”, su alcuni dei valori che lo portarono a vincere da protagonista quel titolo mondiale: la sua Nettuno, la famiglia, la Roma, il rapporto con Liedholm e Bearzot Tanti anni di impegno guidato da una inesauribile passione per il calcio. “E’ stato divertente, ma non un gioco, il frutto di tanti sacrifici, miei e della mia famiglia” racconta l’ex calciatore a Sky Sport.

Lo speciale Bruno Conti

L'infanzia

“La mia era una famiglia numerosa – spiega Conti -, mio padre usciva la mattina presto e tornava la sera, andava a lavorare a Roma. Anche io contribuivo con qualche lavoretto, ma la mia passione per lo sport era enorme. A Nettuno giocavo in inverno a calcio e in estate a baseball, ed ero portato soprattutto per quest’ultimo. Finchè una volta al Nettuno si presentò una società americana, il Santa Monica, che voleva portarmi a giocare là. Ero ancora un ragazzino, mio padre ci pensò un po’ poi disse no, mio figlio è troppo piccolo.”

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Bruno Conti e Giorgio Porrà

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Meno male che tuo padre disse no al Santa Monica, sennò non avremmo mai avuto “Marazico” e il Mondiale lo avrebbe vinto forse qualcun altro…

“Quel soprannome lo inventarono gli amici di Nettuno, dopo la vittoria del mondiale, quando scrissero uno striscione che diceva “Per il mondo sei Bruno Conti, per noi sei Marazico”.

Quale è il tuo ricordo più indelebile di quella grande vittoria azzurra?

Dopo la fine della partita mi passò davanti tutta la mia vita di strada. Se tu guardi le immagini io piangevo, avvicinandomi alla coppa, poi abbracciando il Presidente Pertini io continuavo a piangere, era una situazione incredibile. Quella notte non abbiamo mai dormito.

 

Bruno Conti con Sandro Pertini

Fisico e look

I capelli sono sempre stati uno dei tratti distintivi della tua immagine di calciatore, tanto che alcuni tuoi compagni pensavano tu avessi un toupet. Nel libro parli di questa tua ossessione per i capelli…

“Quella dei compagni, è chiaro, è tutta invidia! Perchè non ho capelli bianchi, allora dicono che ho il parrucchino o che me li tingo. Non è vero, sono abituato da una vita a curarmeli da solo, ogni giorno me li lavo e me li pettino, infatti ero sempre l’ultimo ad uscire dagli spogliatoi. Io non sono un bell’uomo come Cabrini, devo valorizzare quello che ho.”

La tua altezza non è mai stata un problema, ma poteva andarti peggio, tuo padre aveva cinque centimetri meno di te e a Nettuno vi chiamavano Trueba e Truebito, dal nome di quel piccolo ciclista spagnolo.

“Quando facevo provini da giovanissimo, molti pensavano che la mia stazza minuta fosse un ostacolo per la mia carriera, lo pensò anche “il mago” Herrera. Mi appendevano a una traversa per farmi allungare… Non ho guadagnato neanche un centimetro ma che dolore alle braccia! Però non mi scoraggiavo perché avevo una buona tecnica e soprattutto perchè continuavo a divertirmi con lo sport, sia nel calcio che nel baseball e in campo non avevo mai paura di nessuno.”

Bruno Conti

L'Uomo della Domenica Paolo Rossi, il ragazzo del gol

Toccanti e suggestivi gli affreschi di altre due figure simboliche di quell'epopea azzurra, Paolo Rossi e Dino Zoff, dipinti da Giorgio Porrà. L’edizione speciale de L’Uomo della domenica Paolo Rossi, il ragazzo del gol, dedicata all'anniversario della prematura scomparsa del campione, rievoca il mito di Pablito Mundial, l'icona della porta accanto, un fuoriclasse che scelse di restare se stesso. Un imperdibile approfondimento con uno sguardo sul rapporto quasi fraterno tra Rossi e Baggio e quello paterno-filiale che legava Paolo a Enzo Bearzot.

La programmazione dell'11 luglio su Sky Sport Calcio

  • Ore 06.15:     L'Uomo della Domenica Paolo Rossi
  • Ore 07.15:     #Zoff80: un uomo di sport
  • Ore 08.00:   #Zoff80: senza guanti, tutti per uno
  • Ore 08.45     Una pedalata con Claudio Gentile
  • Ore 09.00     Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.1          
  • Ore 10.00      Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.2
  • Ore 11.00:      Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.3
  • Ore 12.00:     Bruno Conti: “Un gioco da ragazzi”              
  • Ore 13.00:     Federico Buffa Racconta Storie Mondiali Italia Mundial (Spagna 82)
  • Ore 14.00:      Una pedalata con Claudio Gentile
  • Ore 14.15:       Buffa&Zico: “Delitto Imperfetto” 1 pass
  • Ore 15.00:      Bruno Conti: “Un gioco da ragazzi”
  • Ore 16.00:      #SkyBuffaRacconta Bearzot ep. 1
  • Ore 17.00:      #SkyBuffaRacconta Bearzot ep. 2
  • Ore 18.00:      Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.1
  • Ore 19.00:      Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.2
  • Ore 20.00:     Italia vs. Brasile 3-2 - La partita ep.3
  • Ore 21.00:      Una pedalata con Claudio Gentile
  • Ore 21.15:        Speciale “1982 ANDATA E RITORNO         
  • Ore 22.15:       Buffa&Zico: “Delitto Imperfetto”
  • Ore 23.00:     *Paolo Rossi un campione è un sognatore che non si arrende mai
  • Ore 00.45:     Bruno Conti: un gioco da ragazzi   
  • Ore 01.45:      #SkyBuffaRacconta Bearzot ep. 1
  • Ore 02.45:     #SkyBuffaRacconta Bearzot ep. 2
  • Ore 03.45:     Una pedalata con Claudio Gentile