Nazionale, Jorginho: "Porto in azzurro il bel gioco di Sarri. Poco impiegato prima? Non era colpa mia"

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Il centrocampista azzurro ha parlato in conferenza stampa in vista delle prossime gare della Nazionale contro Argentina e Inghilterra: "Non dobbiamo più pensare alla Svezia, se non sono stato impiegato di più non è colpa mia. Ora andiamo avanti e divertiamoci, come chiede il Ct. Io e Verratti insieme? Si può"

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Era presente lo scorso 13 novembre, nella notte del disastro mondiale a San Siro contro la Svezia. E’ ancora in azzurro adesso, con tanta voglia di diventare un punto fermo del nuovo corso della Nazionale. Chiamato dal neo CT Gigi Di Biagio, dopo un’altra stagione da protagonista con la maglia del Napoli Jorginho vuole adesso prendersi il centrocampo dell’Italia. Intervenuto in conferenza stampa da Coverciano in vista dei prossimi impegni amichevoli contro Argentina e Inghilterra, il classe ’90 ha parlato degli obiettivi per la nuova Nazionale. Prima, però, per il centrocampista brasiliano naturalizzato italiano, un nuovo chiarimento sulla decisione di scegliere la maglia azzurra. "Io non ho nessun rimpianto – ha spiegato Jorginho -, l’Italia è il Paese che mi ha dato l’opportunità di realizzare il mio sogno, quello di diventare un calciatore. Io ci tenevo tanto, ma la convocazione della Nazionale azzurra non arrivava… Per questo ogni tanto veniva fuori il discorso del Brasile: è chiaro che uno un po’ ci pensa, ma lo ripeto, non ho nessun rimpianto. Adesso dobbiamo soltanto pensare a questo nuovo corso. L’obiettivo è fare gruppo e ripartire da quello ripartire. Qui siamo tutti giocatori importanti, poi è chiaro che ci servirà del tempo". Poi uno sguardo indietro e un pensiero sulla sciagurata eliminazione subita contro la Svezia: "Ce la potevamo fare ad andare ai Mondiali. E noi ci credevamo molto, abbiamo anche dato tutto e creato occasioni che non siamo riusciti a concretizzare. L’entusiasmo c’era – ricorda Jorginho -, intravedevamo un’opportunità importante. Ma adesso dobbiamo guardare avanti e pensare al futuro. Non ero mai stato utilizzato prima di quella partita? Il rimpianto non deve essere mio, io ho cercato di farmi trovare pronto quando sono stato chiamato in causa. E’ chiaro che mi dispiace troppo per quello che è successo ed è normale che avrei voluto dare una mano in più, ma non è stato possibile e non per colpa mia".

Con l’Argentina per capire a che punto siamo

La prima partita della nuova Italia sarà contro l’Argentina di Higuain, ex compagno al Napoli. Un test importante per capire il livello della Nazionale secondo Jorginho: "Giocare contro Nazionali di un certo livello rappresenta sempre un’opportunità importantissima per tutti – ha detto il centrocampista azzurro -, sarà una gara utile per capire a che punto siamo, in cosa dobbiamo migliorare e in cosa serve crescere. Siamo positivi e crediamo in quello che stiamo facendo in questo giorni. Non dobbiamo avere paura, siamo consapevoli di quelli che sono i loro punti di forza ma conosciamo anche i loro punti deboli. Dobbiamo avere coraggio e giocare il nostro calcio, facendo male appena ci sarà occasione. Higuain? Nel calcio si va e si viene, a volte si rimane in contatto e altre volte no, ma i buoni rapporti rimangono sempre". Poi sullo schieramento a centrocampo: "Abbiamo giocatori di qualità che permettono di giocare un buon calcio, credo che per me sia meglio giocare in un centrocampo a tre. Ma se devo giocare a due cerco di adattarmi alle richieste del Ct. Lui ci chiede di divertirci con la palla e di non avere paura. E sinceramente penso che abbia ragione. Non cambia molto tra come mi trovo qui e quanto faccio con il Napoli, giochiamo in maniera simile. Io e Verratti insieme?  Lui è un giocatore di qualità e quando c’è qualità ogni cosa diventa più semplice, possiamo coesistere".

Porto in azzurro il bel gioco di Sarri. Scudetto col Napoli? Scontro diretto importante, ma ci sono ancora tante partite

In chiusura, inevitabile, uno sguardo al campionato. Prima di un pensiero sulla corsa scudetto, Jorginho ha parlato della volontà di portare i principi di gioco attuati con il Napoli di Sarri anche in Nazionale. "Cosa dobbiamo portare in Nazionale? Ognuno di noi deve portare qualcosa del suo club per far sì che elementi positivi possano far parte di questa Nazionale. Dovremmo portare qui il gioco palla a terra, se riuscissimo a fare questa cosa sarebbe molto importante. Con il Napoli stiamo facendo divertire molta gente, ma non è semplice essere ricordati soltanto per il gioco. Sarà solo il tempo a dirlo. Essere belli e vincenti sarebbe una cosa perfetta, ma non sempre si riesce. Noi comunque, con il Napoli, crediamo in quella idea di gioco e con questa speriamo di vincere, anche se non è detto. Di sicuro vogliamo fare il meglio. La lotta scudetto con la Juventus? Sicuramente lo scontro diretto sarà molto importante – ha concluso Jorginho –, ma ci sono ancora tante partite da giocare e tutti cercheranno di dare il massimo".