Finlandia-Italia, le chiavi tattiche della sfida di qualificazioni agli Europei 2020

Calcio

Federico Aquè

Domenica sera l'Italia di Roberto Mancini affronta l'avversario più insidioso delle qualificazioni. Una vittoria renderebbe le altre partite una formalità, ma la Finlandia è in un grande momento di forma

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La vittoria per 3-1 in Armenia ha avvicinato la Nazionale alla qualificazione ai prossimi Europei. In prima posizione a punteggio pieno dopo cinque giornate, con 16 gol fatti e 2 subiti, l’Italia ha otto punti di vantaggio sul terzo posto, occupato dalla Bosnia, in teoria la squadra più temibile del girone. Alle spalle degli azzurri c’è invece la Finlandia, che dopo aver sorpreso in Nations League si sta confermando ad alti livelli anche nelle qualificazioni agli Europei. Dopo aver perso all’esordio contro l’Italia (2-0, gol di Barella e Kean), i finlandesi hanno sempre vinto, non hanno più subito gol e si sono imposti al secondo posto, a 3 punti dagli azzurri.

Forse era poco prevedibile al momento del sorteggio dei gironi, ma la Finlandia è di fatto la rivale più scomoda e lo scontro diretto al Tampere Stadion è quindi fondamentale per conservare il primo posto e fare un altro passo verso la qualificazione agli Europei.

Dietro ai recenti successi finlandesi c’è il CT Markku Kanerva, ex giocatore e insegnante di scuola elementare, che ha dato basi solidissime a una nazionale senza grandi talenti, creando un forte spirito di gruppo e modellando un’identità tattica semplice ma molto chiara. Kanerva sta per certi versi rielaborando l’esempio dato dall’Islanda, che ha costruito i risultati eccezionali degli ultimi anni proprio puntando sullo spirito di gruppo e l’organizzazione tattica.

Come l’Islanda, anche la Finlandia si schiera con un 4-4-2 molto solido in fase difensiva. Le linee si muovono con grande ordine ed è davvero difficile trovare spazi di manovra al loro interno. Nelle cinque partite giocate finora nel girone di qualificazione i finlandesi hanno concesso solo due gol, appunto quelli subiti dall’Italia nella gara d’andata. Oltre alla grande organizzazione difensiva, che di solito non concede molti tiri agli avversari, la nazionale biancoblù può contare su un ottimo portiere: Lukas Hradecky, uno dei pochi a giocare ad alto livello in uno dei principali campionati europei, al Bayer Leverkusen.

A differenza dell’Islanda, che preferisce alzare subito la palla e organizzarsi per raccogliere la respinta, la Finlandia sa invece risalire il campo manovrando, in modo non troppo elaborato ma con ottime combinazioni soprattutto sulle fasce. La qualità è concentrata soprattutto a destra da Robin Lod, un esterno mancino tecnico e abile in conduzione, che può abbandonare la fascia per spostarsi nella zona della palla, ma anche i due centrocampisti centrali, Kamara e il capitano Sparv, oltre a dare equilibrio e a proteggere la difesa, sanno far arrivare il pallone in zone avanzate. Sparv è più bravo a verticalizzare, Kamara porta di più la palla.

Nelle prime cinque partite del girone Kanerva ha scelto un compagno sempre diverso vicino al centravanti Teemu Pukki, che di solito si concentra sulla finalizzazione, lasciando a chi gli gioca accanto il compito di partecipare allo sviluppo della manovra. Pukki è sicuramente il giocatore più pericoloso: nelle qualificazioni ha già segnato 4 gol e ha iniziato alla grande la stagione anche al Norwich, con 5 reti in 4 partite in Premier League.

Nella gara d’andata Kanerva aveva comunque scelto di affrontare l’Italia con un sistema diverso, il 5-4-1, costruendo un blocco molto stretto di cinque giocatori a ostacolare la costruzione degli azzurri, e schierando una linea difensiva a cinque per coprire l’ampiezza e impedire le ricezioni interne dei trequartisti italiani con le uscite dei centrali di difesa.

L’Italia aveva dominato il possesso ma aveva incontrato difficoltà a rifinire il gioco e a creare occasioni, segnando presto con Barella sugli sviluppi di un calcio di punizione e raddoppiando nel secondo tempo con un contropiede concluso da Kean.

Gli azzurri hanno avuto problemi simili anche nell’ultima partita giocata contro l’Armenia. Pur controllando il pallone per la maggior parte del tempo, la Nazionale ha faticato a muovere il blocco avversario e ad avanzare manovrando, e doveva alzare la palla o affidarsi alle iniziative sulle fasce dei terzini o di Chiesa e Bernardeschi (che hanno scambiato spesso la posizione) per arrivare negli ultimi metri. Come riflesso delle difficoltà a far circolare la palla in modo pulito, gli azzurri hanno concesso diverse ripartenze all’Armenia (tra cui quella che ha portato al gol), anche quando si sono trovati in superiorità numerica per l’espulsione di Karapetyan.

Le cose sono un po’ migliorate con gli ingressi di Pellegrini e Sensi, che giocando in una posizione più avanzata rispetto alle abitudini, sulla trequarti, hanno reso più brillanti gli scambi vicino all’area avversaria e assicurato qualche inserimento in più, come in occasione del gol di Pellegrini che ha portato in vantaggio l’Italia.

Con la squalifica di Verratti, contro i finlandesi Sensi dovrebbe comunque arretrare di qualche metro e tornare a occuparsi delle prime fasi della manovra insieme a Jorginho. Anche Pellegrini potrebbe trovare posto nella formazione titolare ma, più che per avere una conferma del loro buon momento di forma, la sfida con la Finlandia sarà importante perché testerà l’Italia proprio negli aspetti in cui è apparsa più in difficoltà in Armenia: la qualità del palleggio, la stabilità nelle transizioni difensive, la capacità di trasformare il recupero della palla in uno strumento per creare occasioni, un dettaglio fondamentale per aprire spazi quando la manovra non è brillante.

Le partite contro i finlandesi storicamente sono state molto sbilanciate, tanto che l’unica sconfitta della Nazionale in uno scontro diretto risale a oltre un secolo fa. Stavolta però la Finlandia potrebbe rivelarsi un’avversaria più insidiosa del previsto: superare anche questo ostacolo garantirebbe agli azzurri una gestione più tranquilla delle ultime partite del girone.