Ad Anfield il Liverpool cade e perde un'imbattibilità casalinga in Premier che durava da quasi 4 anni. Decide un rigore di Barnes nel finale, che impedisce ai Reds di tenere il passo delle prime in classifica. Tottenham ed Everton pronte al sorpasso
LIVERPOOL-BURNLEY 0-1
83' Barnes
LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Matip, Fabinho, Robertson; Shaqiri (84' Minamino), Thiago, Wijnaldum; Oxlade-Chamberlain (57' Firmino), Origi (57' Salah), Mané. All: Klopp
BURNLEY (4-4-2): Pope; Lowton, Tarkowski, Mee, Taylor (49' Pieters); Brady (65' Gudmundsson), Westwood, Brownhill, McNeil; Wood, Barnes. All: Dyche
Ammoniti: Barnes (B), Fabinho (L), Matip (L)
Dopo 68 partite, quasi 4 anni, il Liverpool perde la sua imbattibilità casalinga in Premier League. A firmare l’impresa è il Burnley che fa un bel passo allontanandosi dalla zona retrocessione grazie alla vittoria ad Anfield. Basta un rigore, che Barnes si procura e trasforma a 7’ dalla fine, dopo che il Burnley aveva eretto un muro davanti alla propria porta, arrivando comunque a impensierire Alisson in più di un’occasione. L’ultima, nel finale, costringe il portiere brasiliano ad atterrare Barnes, e il Liverpool torna a perdere un match di campionato ad Anfield, cosa che non accadeva dal 23 aprile 2017.
Attacco a secco da 4 gare
Negli ultimi minuti l’assalto dei Reds alla porta di Pope si fa ancora più intenso e disperato, con Klopp che manda in campo anche Minamino, oltre a Firmino e Salah, inseriti dopo un’ora di gioco quando il risultato non si sbloccava, in modo da ricomporre il tridente con Mané. La magia di un tempo sembra però svanita, e la sconfitta con il Burnley certifica soprattutto il problema in attacco. Per la quarta partita di fila in Premier il Liverpool non segna, evento che non si verificava da 21 anni; dopo il 7-0 al Crystal Palace del 19 dicembre la banda di Klopp ha segnato appena un gol (con Mané, nel’1-1 con il West Brom), cogliendo 3 pareggi e 2 sconfitte. Con conseguente frenata in classifica, dove ora i Reds sono quarti (34 punti) a -4 da Leicester e Manchester City. Ma più che guardare verso l’alto, ora c’è da guardarsi le spalle: il Tottenham, a -1 con una partita in meno, può già sorpassarlo, così come l’Everton di Ancelotti (a -2, ma con due partite in meno).