Roma, Spalletti: "Rinnovo? Bilancio a fine anno"

Serie A
Luciano Spalletti, allenatore della Roma (Getty)
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Dopo la sconfitta dello Juventus Stadium contro la Juventus i giallorossi vogliono chiudere nel modo migliore il loro 2016. L'allenatore in conferenza stampa: "L'autostima è intatta, rendimento in linea con le big europee. Il mio futuro? Voglio vincere, se ne parlerà a fine anno. Sul mercato non faremo scelte strane"

La Roma è chiamata a rialzare la testa dopo la sconfitta contro la Juventus subita sabato sera. Nell'ultimo appunamente dell'anno i giallorossi affronteranno i Chievo - domani alle 20:45, allo stadio Olimpico - con l'obiettivo di tornare a fare punti per non perdere troppo contatto dalla testa della classifica e non permettere alle inseguitrici di avvicinarsi. Del momento della squadra e delle aspettative in vista della sfida ai gialloblù ha parlato Luciano Spalletti in conferenza stampa alla vigilia del match, partendo dalla situazione degli infortunati.

De Rossi, Manolas e Paredes non convocati. Totti e Nainggolan sì -  Spalletti dedica ampio spazio al capitolo infortunati. Nella conferenza stampa fa il punto: "Florenzi lunedì ha cominciato a correre e siamo nei tempi previsti. Nelle prossime settimane aumenterà i carichi di lavoro e si valuteranno di volta in volta le risposte perché il lavoro può essere aumentabile o meno. Paredes è due giorni che corre in campo ma la caviglia gli dà fastidio, oggi riproviamo però è difficile che sia a disposizione per il Chievo. Manolas ha un infortunio muscolare alla coscia destra, poi ci sono Totti, Nainggolan e De Rossi che sono da valutare nell’allenamento di oggi". La notizia dopo l'allenamento del pomeriggio è che non ce la fanno De Rossi, Manolas e Paredes, non convocati. In extremis riescono a rientrare Totti e Nainggolan, anche se non è al meglio.

"Mario Rui non è ancora pronto per poter giocare. Gerson è stato un po' preso di mira in questi due giorni e ha un quindicesimo di responsabilità della sconfitta. Non ha dato niente e non ha concesso niente: mi sarei aspettato questa guerra se avesse fatto come nelle partite precedenti giocate. Alex Sandro non ha fatto né gol né cross. Se non fosse cambiato il risultato e se non avesse preso l’ammonizione lo avrei lasciato in campo ma la colpa casomai datela a me; i avevate provato anche con Emerson ma poi lui è uscito".

"Basta perdere punti con le piccole" - "La sconfitta dà fastidio, ci vede tre punti più distanti dalla Juve; ma ci sono anche altre considerazioni da fare che vanno a favore dei ragazzi. Loro devono rimanere convinti, deve rimanere intatta l’autostima che hanno fatto e per quello che possono fare. Stanno lavorando in maniera corretta. Nell’allenamento di ieri c'era entusiamo e di andare a trasferire l’amarezza della sconfitta verso la ricerca di vittoria assoluta contro il Chievo. Sabato in alcuni momento abbiamo fatto vedere un volto diverso per qualità e valore della squadra. Siamo stati 'ragazzini' nella partita di Cagliari perché quelli non sono punti da perdere così come sul finale di Bergamo. Non dobbiamo perdere punti domani sera. Ci può stare perdere contro la Juventus e lo abbiamo fatto in maniera degna. La squadra nel secondo tempo ha avuto la reazione giusta, ha cercato di mordere alta e soffocare, anche sbilanciandoci e rischiando. Dobbiamo fare risultati soprattutto con le squadre che sono inferiori al nostro potenziale e poi metterci qualche grande risultato come abbiamo fatto".

L'avversario - "Mi fa piacere evidenziare il buon lavoro di Maran - ha proseguito l'allenatore - è una persona di sostanza, un allenatore vero, da campo e lo insegna ciò che la sua squadra fa in campo. Giocano corti, con il fuorigioco alto e hanno giocatori come Pellissier, Meggiorini e Floro Flores, ci sono attaccanti forti. Noi dovremo essere attenti sulle verticalizzazioni improvvise e bravi a dar seguito in velocità alle azioni, perché se si fa un possesso palla di poca qualità loro ti saltano addosso e portano giocatori intorno alla palla, così poi diventa difficile uscire. In quei cinque minuti in cui non bisogna buttare all’aria tutto c’è l’imposizione di vincere la partita".

Il contratto - Tornano poi sulle parole di ieri riguardanti la sua situazione contrattuale, Spalletti aggiunge: "Ho detto le stesse cose che ho detto precedentemente, voi forse gli avete dato un taglio diverso. Io ci sto a dover avere l’imposizione di vincere perché si ha a che fare con una buona squadra e la ricerca deve essere quella. Però poi si fanno gli inventari e si guarda se la squadra segue, è attenta, se è nelle condizioni di dare il giusto risultato per quella che è la forza di come è composta oppure no. A dicembre si fa l’analisi di questi sei mesi o dell'annata; se si valutano le trentasei partite delle trentotto e si hanno 81 punti, si vede che Bayern Monaco, Tottenham, Arsenal, Manchester City, Psg hanno la media nostra o forse anche più bassa. Ci sono i presupposti quindi per andare avanti. Quando si arriva a fine hanno si fanno altre analisi. Ora dobbiamo vincere contro il Chievo perchè è una partita fondamentale. A questi ragazzi bisogna fare solo complimenti, sono orgoglioso del loro comportamento. Mi sembra scorretto firmare contratti lunghi senza vincere niente, voglio portare a casa un risultato".

Il modulo e la tattica - Perotti ed El Shaarawy hanno espresso perplessità sulla loro posizione? Sì è vero, si trovano meglio a sinistra e lo dicono a tutti. Io non sono molto d’accordo però, c’è da fare un'opera di convincimento per far sì che si trovino in situazioni diverse. La mia scelta è dipende dal ruolo che ho e dal fatto che avevo dei calciatori mezzi e mezzi che non avrebbero finito la partita: Peres non aveva più di un quarto d’ora  Salah non sarebbe durato. Dovevo passare mezz’ora dove si giocava più una palla addosso e serviva fisicità, in questo Gerson è bravissimo. Se in futuro imparerà a perdere qualche palla di meno farà uno dei due giocatori davanti alla difesa, con la stessa operazione alla Pizarro che dà qualità per girare palla. Una volta ero un po' più rigido ma le caratteristiche dei giocatori diventano importanti. Ci sono calciatori che fanno meglio delle cose e peggio altre. E vanno convinti. Ora mi sono un po' più ammorbidito e sono andato a cambiare qualche situazione tattica, anche per via degli infortuni. Siamo partiti a quattro in difesa e poi abbiamo messo il quinto dentro".

Il mercato e il futuro - "Quando faremo l'inventario sentiremo anche i giocatori per vedere se qualcuno vuole andare via. Tenere gli scontenti potrebbe creare problemi, quindi ci dobbiamo confrontare con loro. Forse potremmo prendere un centrocampista, se capita quello giusto lo potremmo prendere. Per il resto ci sentiamo abbastanza tranquilli. Non faremo scelte strane". E ancora sul suo futuro: "Parliamo di questo oggi e poi non ne parleremo più. A fine anno si guardano gli elementi per vedere se continuare. A marzo si parla con la società per vedere se ci sono gli elementi per andare avanti. Quando sono andato via la prima volta avevo ancora due anni di contratto e giustamente me ne sono andato. Le cose cambiano. Più avanti ci faremo le domande giuste e se serve ci si fa da parte: se io non vinco è giusto che lasci il posto a un altro. Tutti hanno degli obiettivi".

Su un eventuale secondo posto a fine campionato - Dopo l’ultimo scudetto la Roma è arrivata seconda otto volte e chi la allenava è stato bravo, le insidie sono tante. Proviamo a far qualcosa in più, è questo il messaggio che voglio far passare. I giocatori devono ragionare per essere meno banali possibili e meno sciocchi possibile. Bisogna migliorarsi sempre, l’italia ha bisogno di questo: manca la professionalità profonda da tutte le parti. I giocatori dovrebbero sapere il rispetto per quelli che lavorano con te e per te. L’educazione ad essere condizionato dalla tua vita anche nel lavoro che fai. Quando si arriva in fondo e si arriva secondi si dice bravi a quelli davanti. È difficile poi quando sono così perfetti e così forti e riescono a sfruttare tutto quello che hanno a disposizione. Ci potevano essere risultati diversi per quanto mi riguarda, ma il lavoro della Roma è un lavoro molto dignitoso e questo si potrà poi sottolineare dopo il Chievo. Alla fine si valuta tutto", ha concluso l'allenatore.