Roma, le 5 cose che non hanno funzionato. Però...

Serie A
Luciano Spalletti (Getty)

Sei punti di distacco e uno scontro diretto da giocare in casa. La Roma torna a guardare al campionato e, nonostante la frustrazione per l'eliminazione in Coppa Italia seguita a quella di qualche settimana fa in Europa League, resta in corsa per l'ultimo obiettivo stagionale rimasto. Difficile, molto difficile. Ma non impossibile

Ecco perché un giudizio finale sulla stagione non può ancora essere emesso. Possono essere però analizzati i motivi che sono costati alla Roma i primi due obiettivi della stagione e ne hanno compromesso il terzo.

Lo strapotere economico della Juve

Il motivo per cui la concorrente numero 1 per la vittoria del campionato è la più competitiva di tutte sul mercato e quindi di arriva in anticipo sui giocatori migliori. La Roma, come le altre, non riesce ad investire se non attraverso autofinanziamento: vendita di giocatori già in rosa e acquisto di eventuali rinforzi.

Il mercato

Non sono arrivati i giocatori richiesti. Per qualcuno (Rincon) la Roma è stata bruciata dalla Juve, rispetto ad altri (Papu Gomez) la società ha preferito fare altre scelte. Allo Zenit Spalletti agiva da manager, facendo il mercato. Alla Roma no e l'arrivo di Monchi come ds non dovrebbe cambiare le cose.

Le scelte sbagliate

Quelle legate al mercato, che pesano ancora. Gli investimenti su Iturbe e Gerson, 40 milioni in due non hanno fruttato. A gennaio è arrivato il solo Grenier (praticamente sempre infortunato). Sono errori pagati a caro prezzo anche in questa stagione. Ma anche le scelte di Spalletti nelle gare più importanti della stagione. Alcuni esempi? Gerson titolare a Torino contro la Juve e poi sostituito dopo un tempo; Paredes al posto di De Rossi nella semifinale d'andata di Coppa Italia. Spalletti è l'uomo che ha inventato Totti centravanti e Nainggolan trequartista. Però, stavolta, alcune sue intuizioni non hanno pagato.

La questione Spalletti 

Il feeling creatosi tra lui e la dirigenza (Pallotta) al momento della firma non è cresciuto come ci si aspettava. L'allenatore, nei momenti di difficoltà, si è sentito solo o poco tutelato dalla società. La lontananza, anche geografica, del presidente ha contribuito ad acuire questa situazione. Fino alla crisi di rigetto delle ultime settimane fra l'allenatore e l'ambiente romano.

La mentalità

La Roma deve crescere ancora molto da questo punto di vista. Troppo spesso la squadra è mancata nei match chiave della stagione: Porto (3 espulsi in 180'), Lione (avanti 2-1 in trasferta, subisce 3 gol in meno di un tempo), il derby e la sfida di Torino contro la Juve. Tuttavia, il big match dell'Olimpico alla 36^ giornata lascia ancora una possibilità di riscatto e la porta socchiusa verso uno Scudetto che avrebbe il gusto dell'impresa.