Fiorentina, Antognoni: "Su Kalinic non solo il Milan. Voglio vincere"
Serie AIl dirigente viola sui programmi futuri della Fiorentina: "Probabile che venga sacrificato qualcuno. Kalinic è un grande attaccante, su di lui non c'è solo il Milan. Voglio vincere qualcosa qui con Della Valle, per fare da dirigente quel che non mi è riuscito da calciatore. Dove mi piacerebbe giocare oggi? Nel Napoli"
La vittoria al Franchi contro la Lazio per continuare ad inseguire l’Europa League, la Fiorentina ci prova ma guarda anche al futuro. C’è curiosità riguardo i programmi della società viola, a partire dalla panchina per finire a quella che sarà la campagna acquisti. "Probabile che ci sia qualche sacrificato", ha dichiarato quest’oggi Giancarlo Antonognoni in occasione della premiazione all'undicesima edizione del Premio Internazionale "Il bello del calcio" in ricordo di Giacinto Facchetti. Tra i pezzi pregiati della squadra viola c’è sicuramente Nicola Kalinic: "Non lo vuole soltanto il Milan. Certamente è un grande attaccante", ha aggiunto il dirigente della Fiorentina.
"Sogno di vincere con la Fiorentina"
Antognoni è una vera e propria bandiera della Fiorentina dopo tante battaglie in campo. Ora punta a vincere qualcosa da dirigente: "Ho vinto l’affetto dei fiorentini, questo oggi mi gratifica, perché posso andare in giro per Firenze senza essere insultato – prosegue - Per il futuro voglio cercare di vincere qualcosa da dirigente. Non è facile, in Italia ci sono potenze maggiori. Ma il mio sogno è sempre quello, cercare di ottenere qualcosa di concreto con i Della Valle visto che non ci sono riuscito da calciatore". Una grande carriera in campo ma, se giocasse oggi, Antognoni si vedrebbe bene in una squadra: “Vorrei farlo nel Napoli, lì si corre poco e si gioca palla a terra”.
"Tanti giovani bravi. Totti? Sta finendo in bellezza"
Uno sguardo anche ai tanti giovani italiani, la nuova generazione che cresce per la Nazionale: "Oltre a Berardi, Bernardeschi e Belotti, in questa stagione sono emersi anche Donnarumma e i ragazzi dell'Atalanta. L'Italia nei prossimi mondiali potrà fare una bella figura". A Roma, invece, sta finendo un’era, quella di Francesco Totti: "Bisogna sempre riuscire a finire in bellezza, credo che Totti lo stia facendo, poteva vincere di più, ma l’affetto dei romani lo ripagherà in futuro”.
"Bearzot come un padre"
Chi ai Mondiali ha scritto la storia è l’Italia del 1982, di cui Antognoni faceva parte. Per quello che resta il ricordo più bello della carriera: "Nel mondiale del 1982 partimmo senza molte pretese ma riuscimmo ad arrivare alla fine – racconta - Bearzot per me è stato come un padre, è sempre andato contro a le scelte che la stampa voleva. Ha sempre mantenuto le sue idee". Il primo a dargli fiducia fu però un altro allenatore, Niels Liedholm nel 1972: "Lui preferiva i giocatori tecnici e quando mi ha visto giocare, dopo solo tre partite di campionato mi ha fatto debuttare in Serie A".