Milan, mr. Bee: "Per i problemi di cuore di Berlusconi saltò tutto"

Serie A
L'imprenditore thailandese Bee Taechaubol (Foto: LaPresse)
mister_bee_lapresse

L'imprenditore thailandese riepiloga tutte le fasi della trattativa che lo stavano portando ad acquisire il 48% del Milan. E ricorda con affetto Berlusconi: "Ottimo stratega, sarebbe stato il partner italiano ideale se avessimo rilevato il club"

Una trattativa durata mesi, che non ha mai visto la luce. Colpi di scena, avvicinamenti e cambi di idea, che non hanno permesso a Bee Taechaubol di diventare proprietario del 48% del Milan. L’imprenditore thailandese ha raccontato tutta la sua esperienza, da quando si rese conto che il club rossonero sarebbe stato il contesto più adatto dove investire. “Ho parlato con diverse banche relativamente alle carte di credito dei club. Chiesi di Manchester United, Barcellona, Real Madrid e Milan. Il totale di persone che chiedevano quelle di Real e United non raggiungevano quelle degli italiani. Questa squadra ha una grande fan-base” ha detto mr. Bee al The Independent. Che prosegue la narrazione: “Mi fu chiesto se mi interessasse il Milan e considerando i piani che avrei avuto in Cina risposi di sì. E’ la squadra più riconosciuta d’Europa e la prima ad aver giocato in Cina quando è stato possibile farlo. Con le partnership che ho lì, avremmo aumentato di molto il numero di tifosi coinvolti, facendoli aumentare”.

I complimenti e il cambio di idea

Silvio Berlusconi è stato il protagonista principale della vicenda. Il ricordo che ne ha Bee Taechaubol è affettuoso: “E’ davvero avanti, un uomo di parola. E’ intelligente e un ottimo stratega, affabile. Finché si è schietti con lui, è sempre ben disposto”. E Berlusconi davvero ci aveva ripensato, in merito alla cessione del 48%. “Sul serio cambiò idea, disse che non poteva. Spiegò a parole sue che due cose nella vita non poteva vendere: la sua villa ad Arcore e il Milan. Non voleva separarsene, per niente. Non voleva cedere la maggioranza, non voleva lasciare il controllo su qualcosa che aveva costruito per 30 anni. La nostra offerta era del 48% e siamo stati in piedi fuori quell’albergo finché Berlusconi non disse che aveva scelto di affidarlo a me” ha ricordato l’imprenditore. 

I problemi di cuore e il dietrofront

La svolta arrivò quando Berlusconi ebbe quei problemi cardiaci: “I suoi cari gli raccomandarono riposo e ci dissero che avrebbe voluto vendere il 100%”. Ma questo cambiò tutto nel senso opposto. “Ne ho parlato con il fondo che avrebbe curato l’affare con me. La decisione è stata mia ma mi era stato raccomandato di evitare, a quel punto, perché non credo abbia senso per uno straniero, in una società di tale portata, non aver un partner italiano forte. Berlusconi lo era, ma senza di lui non avrebbe più avuto senso, il rischio sarebbe stato enorme. Siamo rimasti tutti delusi purtroppo, eravamo in 40 a lavorare alla cessione” ha notato Bee. Che vede comunque un roseo futuro per il Milan: “Hanno la vittoria nel sangue. Con la giusta strategia, ritorneranno presto al top”.