Cassano: “Voglio continuare, ma se a settembre sarò a casa…”
Serie ADopo l’addio al Verona, Antonio Cassano è tornato a parlare pubblicamente: “La vita è fatta di scelte, con l’Hellas non è scattata la scintilla. Non ho mai detto ‘Mi ritiro’: la cosa fondamentale è che mi diverta. Chi mi vuole mi chiami, ma se a settembre sarò a casa, ci resto per davvero”
Antonio Cassano non lascia il calcio né vuole ritirarsi, ma chi lo vuole deve fare in fretta. In un’intervista con Damiano Basso su La Stampa, il talento di Bari Vecchia ha commentato l’addio al Verona, le sue prospettive future e le sue condizioni fisiche. “La vita è fatta di scelte, anche professionali. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci, è successo miliardi di volte nel mondo. Ma se capita a un calciatore fa più clamore. Se poi è Cassano, allora è matto” ha commentato l’ex numero 10 della Nazionale. “Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Per il resto, sono abituato a convivere con la pressione mediatica. Sono diventato un k-way: la pioggia mi scivola via”. L’ultima, almeno in ordine cronologico, è l’avventura con l’Hellas Verona durata poco più di quindici giorni: “Non è scattata la scintilla, l’ho capito subito. Una questione di feeling, di aria. L’ho detto al presidente Setti, al direttore sportivo Fusco, all’allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa. Come si definisce una scintilla? È come stare con una donna e accorgersi di non avere voglia di passarci del tempo insieme”. Una scelta su cui può aver influito la lontananza da casa: “Non trovandomi bene, la nostalgia si è acuita. Però mia moglie ha detto pubblicamente di essere pronta a seguirmi ovunque. E non voglio smettere”.
Le offerte: “Chi mi vuole deve chiamarmi, se non vado entro settembre sto a casa”
Cassano quindi non lascia, casomai raddoppia – anche se con scadenza. “Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento [200.000 euro per la A, 50.000 € per la B], nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato”. Offerte però finora non ne sono arrivate, e la vicinanza da Genova influisce “sì e no”, almeno stando alle sue parole di ieri. “La cosa fondamentale è che mi diverta, come ho sempre fatto in 18 anni di carriera. Qualche idea ce l’ho”. Opzioni a disposizione? “L’Entella sarebbe una sfida sarebbe grande, tentare il ‘miracolo’ Serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo accettato, ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in Serie B. Sono rimasto fermo fino alla firma con l’Hellas Verona. Il rapporto umano tra me e Gozzi non è cambiato, è ottimo”. L’opzione di rimanere a casa però ha una corsia preferenziale, anche perché “Nessuno qui mi ha hai mai insultato o disturbato, anzi. Genova è bella, si sta bene, la gente è serena. Vivrò qui”. Genoa quindi? “Conosco da tempo la famiglia Preziosi. Stimo Juric, ha il fuoco dentro”. E la Sampdoria? “In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Per il resto, dipende dalle ambizioni: se ne hanno, devono comprare 4-5 rinforzi”. Sulle sue condizioni fisiche dice: “Peso 85 chili, ne ho persi sette. Corro un’ora e venti tra Priaruggia e Nervi. Il pallone serve a poco: Luppi mi ha detto che gli ho fatto più assist io in 7 giorni di quanti ne ha ricevuti in tutto l’anno scorso”. Ma come contattare Cassano? “Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori. Data limite? Settembre: se sarò a casa, ci resto per davvero”. Alla prossima puntata.