Toro, Belotti-Ljajic-Iago Falqué vedono rosso quando arriva la Juve

Serie A
Belotti, Ljajic e Iago Falqué, pericoli principali per la Juve nel derby (fonte Getty)

Belotti interruppe l'imbattibilità di Buffon, Ljajic la striscia di vittorie della Juventus allo Stadium e Iago Falqué vuole una 'vendetta' da ex mai utilizzato: sono loro i calciatori più pericolosi per i bianconeri nel derby. In passato, invece, c'era Marco Ferrante: "Quando giocavo queste partite sapevo che avrei segnato"

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Il derby è sempre il derby. Storie di gol, esultanze, partite all'ultimo respiro. Una sfida sentita, forse quest'anno ancora un po' di più. Sì, perchè questo Torino piace e nelle prime cinque giornate di questo campionato ha convinto un po' tutti. Tre vittorie e due pareggi, con zero sconfitte ed anche un calcio abbastanza piacevole. E poi che talento in attacco. Belotti ma non solo, ci sono anche Ljajic, Iago Falqué e Niang alle sue spalle. Ed ora? Il popolo granata chiede un salto di qualità, un grande regalo contro i rivali bianconeri. Perchè questa sfida allo Stadium contro la Juventus ha anche un po' il sapore dell'esame di maturità per questo Torino. Che già l'anno scorso è riuscito a mettere in difficoltà la squadra di Massimiliano Allegri sia all'andata che al ritorno. All'Olimpico i granata giocarono una grande partita, passando in vantaggio con Belotti prima della doppietta di Higuain e del gol di Pjanic. Al ritorno finì 1-1 allo Stadium, con lo stesso Higuain a pareggiare nel finale il gol di Ljajic.

Belotti, Ljajic, Iago Falqué: pericoli per la Juventus

E attenzione a quei tre: Belotti, Ljajic, Iago Falqué. In generale i più pericolosi del Torino, calciatori concreti e di talento. Ancor di più lo sono quando di fronte c'è la Juventus. Buffon, ricordi Belotti? L'anno scorso il 'Gallo' interruppe la striscia record del portiere bianconero, che si fermò a 974 minuti d'imbattibilità. Al 4' di quel derby arrivò a 930, superato il precedente record di 929 di Sebastiano Rossi. Ma, proprio in quella partita, ci pensò Belotti su calcio di rigore ad interrompere la straordinaria imbattibilità di Gigi Buffon. Da un record all'altro, dai minuti senza subire gol del capitano alla striscia di vittorie consecutive allo Stadium. Ben 33 per la Juventus fino... al derby contro il Torino. Con Adem Ljajic a spaventare i bianconeri, prima dell'eurogol di Gonzalo Higuain nel finale. Ma attenzione anche a Iago Falqué ed il suo desiderio di 'vendetta'. Per quello spazio mai avuto alla Juventus, di cui lo spagnolo è anche un ex. Furono proprio i bianconeri a portarlo in Italia, dopo gli anni nella 'cantera' del Barcellona. La Primavera, una serie di prestiti e la cessione a titolo definitivo al Tottenham. In mezzo anche un esordio sfortunato, contro il Milan, al Trofeo Berlusconi. In panchina c'era Ciro Ferrara, Iago Falqué ebbe l'occasione di mettersi in mostra ma con un particolare inconveniente: la sua maglia non c'era. E allora Iago utilizzò quella di... Tiago! Bastò coprire la T iniziale con lo scotch: perchè, a volte, basta solo un po' di fantasia. Quella che lo spagnolo, spesso e volentieri, mette in campo. Quella che, certamente, vorrà mettere in mostra in questo derby di Torino, per colorare di granata la notte dello Stadium insieme ad Andrea Belotti ed Adem Ljajic.

Iago Falqué nel Trofeo Berlusconi, con la maglia di Tiago
Iago Falqué nel Trofeo Berlusconi, con la maglia di Tiago

Ferrante: "In ogni derby sapevo che avrei segnato. Maresca..."

Il derby, per anni, è stata la partita di Marco Ferrante. Gol e... via di "corna" fino alla Maratona, imitando il Toro. E proprio in occasione di questa sfida dello Stadium l'ex attaccante granata è tornato a parlare, tra gol e quel famoso derby pareggiato da Maresca e concluso con lo sfottò da parte del centrocampista bianconero. "Ogni derby avevo una presunzione sana, sapevo di far gol – ha raccontato proprio Marco Ferrante a Sky Sport – Sapevo anche di affrontare una difesa importante, formata dai vari Thuram, Ferrara e Cannavaro, che però qualcosa ti concedeva sempre. Ma il mio motto era quello che alla prima occasione avrei dovuto far gol. E, infatti, questo capitava spesso. Un'emozione fantastica fu quella partita in cui riuscii a pareggiare il gol di Trezeguet, poi al mio posto entro Benoit Cauet che fece il 2-1. Sembrava quasi un sogno, perchè Cauet non faceva gol neanche con le mani ma in quell'occasione ne fece uno bello ed importante dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo. E poi ci fu il gol di Maresca, bellissimo, se non sbaglio di testa quasi dal limite dell'area. Ed esultò sotto forma di sfottò nei miei confronti e, soprattutto, dei tifosi granata. Anche perchè, in occasione del primo gol, sempre per quella presunzione di sapere di far gol, c'era già un massaggiatore che si era organizzato con me per tenere una maglia sotto la Maratona per farmi fare il segno del Toro. Ma questo lo facevo quasi sempre, era la mia gestualità tipica. Maresca, invece, scatenò un putiferio. E fu anche strano, era il suo primo gol in Serie A: invece ha pensato a me e a sfottere il popolo granata. Qualche suo compagno di squadra lo ha ripreso per quel gesto. Ma io rispetto tutti, penso sia cosciente di non aver fatto una bella figura".