Juve, Matuidi: "Spero di lasciare il segno come i francesi che mi hanno preceduto"

Serie A

Il giocatore francese, intervistato dal quotidiano francese Le Figaro, ha parlato del suo arrivo a Torino dove si è ambientato subito, ha elogiato Buffon definendolo una leggenda e fatto i complimenti a Dybala. Alla Juve Matuidi ha un solo obiettivo: entrare nella storia del club

È arrivato dal Paris Saint-Germain in silenzio e all'ombra di acquisti più altisonanti come Douglas Costa e Bernardeschi, ma Blaise Matuidi in pochi mesi è diventato un punto fermo della Juventus, un usato sicuro e un giocatore esperto in grado di assicurare affidabilità al centrocampo di Allegri. Ma l'amore che ha riserbato la Juve al mediano francese è stato ricambiato dallo stesso Matuidì che, durante il ritiro della sua Nazionale in un'intervista al quotidiano Le Figaro, si dice entusiasta dei suoi primi mesi a Torino e della sua nuova vita: "La Juventus è un'istituzione carica di storia, altri francesi hanno fatto ottime cose. Spero, a mia volta, di lasciare la mia impronta ed entrare nella storia della Juve".

La Juve? Una bella scelta anche per la città

Matuidi non si è soffermato solo sulla società, ma ha anche parlato di Torino e di come si sia adattato più che bene nel capoluogo piemontese: "Questa società ha capito tutto, se un giocatore sta bene nella vita, sta bene in campo, e nel mio caso è stato fatto tutto il possibile per facilitare la mia integrazione e quella della mia famiglia". "Sono entusiasta – aggiunge il centrocampista - non mi aspettavo di andare così bene fin dall'inizio. Di solito, quando uno arriva, soprattutto da un altro paese, c'è bisogno di un minimo di adattamento. Personalmente mi sono ambientato subito a Torino e mi sono inserito rapidamente nella Juve". A prova di questo il ripetuto utilizzo da parte di Allegri del mediano francese: Matuidi in questa stagione ha già totalizzato dieci presenze in Serie A, di cui sette da titolare e ha giocato in tutte le partite di Champions League, partendo due volte dal primo minuto.

Matuidi: “Impressionato dal carico di lavoro e dalla storia del Club”

Con 400 presenze in Ligue 1 e quattro scudetti vinti con il Paris Saint-German, Matuidi non è di certo l’ultimo arrivato e non si fa impressionare facilmente. Ma c’è una cosa che ha subito colpito il giocatore nativo di Toulouse, la sala dei trofei: "Quando la si visita, con 33 titoli di campionato e 2 coppe dei campioni, ti riempie gli occhi! È eccezionale, è bellissima. Non sai nemmeno se c'è ancora spazio per mettere un nuovo trofeo”. Anche se poi dice sorridendo: “Lo troveremo comunque ...”.

Il francese è rimasto stupito anche dalla professionalità dello staff e dagli allenamenti a Vinovo: “E poi, c'è anche il carico di lavoro. Impressionante. In generale, io mi riposo un po' tra gli allenamenti, ma non è di casa, qui. Basta trascorrere una settimana per capire perché la Juve ottiene risultati. Il personale è numeroso, ognuno conosce perfettamente il proprio compito. È clinico, chirurgico, e niente è lasciato al caso. Non c'è spazio per chi non ha voglia. La sua reputazione del rigore non è casuale, lo posso ben dire.. Al mio arrivo mi hanno raccontato dei francesi che avevano segnato la storia del club, Platini, Zidane, Trezeguet, Deschamps o Henry. Prima di venire qui, avevo discusso con Evra e Pogba, che me ne avevano parlato molto bene".

Matuidi: "Buffon è una leggenda"

Il francese si è anche soffermato su uno dei leader dello spogliatoio juventino, Gianuigi Buffon: "È meraviglioso! Non lo conoscevo personalmente prima di venire qui. Guardo l'uomo prima del giocatore: un grande calciatore può anche essere un grande uomo e lui è esattamente così. Il massimo della classe. Mi ha accolto alla grande, mi ha messo a mio agio subito. Quando ho firmato, è stato uno dei primi a inviarmi un messaggio per darmi il benvenuto. È una leggenda. Lascerà il segno nella storia del calcio e spero che riesca a disputare un ultimo mondiale nel 2018. Quando lo vedi ogni giorno, capisci perché è longevo. Ho parlato dei minimi dettagli mai lasciati al caso: beh, Gianluigi è il simbolo perfetto di questo. Si rimette sempre in discussione, è un vero leader. Nello spogliatoio c’è il mondo, si parlano tutte le lingue, italiano, spagnolo, inglese, francese. A volte, le mischio e col mio accento i ragazzi hanno difficoltà a capirmi. Poi ci sono francofoni come Miralem Pjanic - ex giocatore di Metz e Lione - e Mehdi Benatia - ex Marsiglia - con cui posso comunicare più facilmente”.

Poi su Dybala…..

Nell'intervista Matuidi ha parlato anche di Dybala: "È eccezionale in tutto ciò che fa. È un ragazzo di 23 anni che è ricco di talento, riesce in quasi tutto, andrà molto lontano. Molto in alto. Ha assunto il ruolo di leader tecnico alla Juve, è grandioso".

Il Psg è ormai il passato

Con la famiglia a carico non è facile cambiare casa, ma Matuidi non ha rimpianti: "La Juve può crescere ancora. Anche io, attraverso il lavoro e le prestazioni domenicali. Voglio ripagarli della fiducia che hanno riposto in me. Non mi dispiace aver lasciato il Psg. Al contrario. Sono molto felice perché sono arrivato ad un'età in cui ho bisogno di vivere un'esperienza al di fuori del mio paese. Mi serve come calciatore, come uomo e padre. Questa avventura all'estero, per me e i miei figli può essere un arricchimento. A casa cominciamo a parlare in inglese, talvolta in italiano… Sono entusiasta. Sono felice a Torino, in questo grande club, e spero di rimanerci per molti anni".