Torino, Mihajlovic: "Col Chievo è più difficile, Belotti non ancora in condizione"

Serie A
sinisa

L’allenatore dei granata ha presentato la partita di domani con i gialloblu: “Affrontiamo una squadra fisica. Belotti non è al meglio, servirà del tempo. Ancelotti mi piacerebbe alla guida dell’Italia”

Sinisa Mihajlovic ha incontrato oggi i media presso la sala conferenze dello stadio Olimpico Grande Torino per presentare la sfida interna di domani contro il Chievo Verona: “E’ più importante e complicata di quella con l'Inter: è difficile fare bene a San Siro ma è ancora più difficile confermarsi. Il segreto è quello di mettere in campo atteggiamento e rispetto visti contro l'Inter. Se riusciamo a metterli in campo, allora il resto lo farà il nostro tasso tecnico. Se invece penseremo di essere più forti sulla carta, perderemo e basta, perché il Chievo è una squadra fisica, muscolosa, che ha fatto molto bene fin qui. Non bisogna avere distrazioni e rilassamenti. Ogni partita nel campionato italiano è difficile, non ci sono squadre facili da affrontare. Le grandi squadre sono quelle che non si rilassano mai, senza pensare di essere più forti degli avversari: questo si chiama continuità ed è ciò che stiamo inseguendo. Sono convinto, comunque, che i ragazzi domani faranno una grande partita”. L’allenatore ha parlato di Belotti, che è stato impegnato nella disfatta italiana con la Svezia: “Mi dispiace per lui e per l'eliminazione dell'Italia: la mia nazionale è quella serba, ma è anche vero che io sono qui da venticinque anni, per cui sono anch'io molto amareggiato. Sembra quasi un qualcosa di irreale: è un vuoto per tutti gli sportivi. Spero che la rabbia di Andrea possa essere messa in campo domani. I primi giorni era ancora sotto shock, poi si è ripreso e spero domani possa dare tutto. Fisicamente non è ancora al meglio: la sua struttura fisica non gli permette di recuperare a grande velocità, gli serve del tempo. Si allena sempre al meglio, ma è chiaro che ci va del tempo. L'importante, comunque, è che sia con noi”.

Dubbi di formazione

Quanto ai giocatori che potrebbero scendere in campo, Mihajlovic ha fatto il seguente bilancio: “Ljajic è tornato stanco dalla nazionale, ma ha fatto molto bene con la Serbia, segnando anche due gol. Non so se riuscirà a giocare tutta la partita domani, ma avendo recuperato tutti non è un problema. In mediana giocheranno Rincon e Valdifiori, poi sceglieremo il terzo giocatore tra gli altri a disposizione. Niang? E' tornato dalla nazionale solo giovedì, non si è allenato perché ha preso una botta al ginocchio: se non si allenerà neanche oggi non sarà convocato, in caso contrario sì. Con l'Inter è entrato bene, ha difeso, è ripartito ed è questo che deve fare. Le partite dopo la sosta sono sempre un'incognita, perché molti hanno giocato in nazionale. L'importante è avere tutti a disposizione: dopo l'allenamento di oggi decideremo bene chi giocherà e come giocheremo. L'imbarazzo della scelta piace ad un allenatore. Avendo tutti disponibili, posso tenere conto dell'allenamento settimanale, della condizione fisica e mentale e del tipo di avversario per fare le mie scelte. La difesa? Quando hai la fortuna di avere quasi tutti giocatori potenzialmente titolari, puoi scegliere con più semplicità”.

Il parere sul calcio italiano

“C'è bisogno di ripartire, ma non è compito mio trovare il modo. Io ho lavorato con la nazionale serba ed ho detto di sì solo dopo aver parlato con i vertici della Federazione, perché volevo un ricambio generazionale. Ho cambiato tanto, costruendo la nazionale più giovane d'Europa. Non ho raggiunto la qualificazione e mi sono dimesso, perché volevo bene al mio Paese. Oggi la nazionale, anche grazie al mio lavoro, è formata e sta ottenendo i risultati sperati. Ventura? Non voglio partecipare al processo mediatico nei suoi confronti, perché tanto è già stato detto di tutto. Lui sa meglio di noi come stanno le cose. Mi dispiace dal punto di vista umano quello che gli è successo e gli faccio il mio in bocca al lupo. Ancelotti per la panchina azzurra? Ha tutte le qualità per poterlo fare, anche se allenare la nazionale non è come allenare una squadra” ha concluso Mihajlovic.