L'Inter di Balotelli, il Milan di Aubameyang, la Juve di Immobile: come giocherebbero oggi?

Serie A

Francesco Giambertone

Pierre-Emerick Aubameyang, Mario Balotelli,Ciro Immobile e Alessio Romagnoli (Foto Getty e Lapresse)
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Come sarebbe la Serie A se le squadre fossero formate solo dai migliori giocatori passati dalle rispettive giovanili? L'Inter conterebbe ancora su Bonucci, il Milan ritroverebbe Verdi e Cristante, la Juve avrebbe finalmente Spinazzola. Ma l'ipotetico titolo se lo giocherebbero Roma e Atalanta

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Tre gol di Cristante nell'ultima settimana. Tre gol di Verdi nelle ultime tre giornate. Il primo gol in carriera di De Sciglio. Tutti italiani, tutti con un tratto comune: un passato nelle giovanili del Milan, un presente da protagonisti lontano dalla squadra che li ha formati. Così, senza malizia, ci è sorto un interrogativo: e se tutti i migliori Primavera fossero rimasti nei club che li hanno cresciuti, come giocherebbero oggi le nostre squadre? Chiariamolo subito: è un gioco. Sappiamo tutti che ogni società fa le sue valutazioni, giuste o meno, per far quadrare i conti e che il calciomercato dà e prende. La Roma ha ceduto Romagnoli per 28 milioni al Milan, l'Atalanta Gagliardini per 22 all'Inter: determinare chi abbia fatto l'affare non è l'obiettivo del nostro “esperimento”. Prendetelo più come un piacevole esercizio di memoria e immaginazione.

Il Milan di Cristante e Verdi

Per esigenze di spazio e di tempo, formeremo degli 11 ideali composti dai migliori ex Primavera lanciati nel grande calcio dai nostri club. Toccherà quindi scegliere le migliori, diciamo 5, ed escludere le società che non arrivano a quel numero: ad esempio il Napoli, il cui settore giovanile è rinato troppo di recente per arrivare già a 11 buonissimi giocatori da Serie A, pur potendo vantare il merito di aver formato un certo Insigne. Partiamo dal Milan: in porta ovviamente Donnarumma, protetto da una difesa a quattro con De Sciglio, Astori, Darmian e Antonelli; a centrocampo la forza di Bryan Cristante, ora all'Atalanta, Manuel Locatelli e Giovanni Crociata, passato al Crotone; e in attacco un tridente notevole con Pierre-Emerick Aubameyang, oggi fenomeno in Bundesliga con un breve passato nella Primavera rossonera, assieme all'uomo del momento Simone Verdi e all'ex bimbo prodigio Andrea Petagna. In panchina ci teniamo l'altro Donnarumma, poi Abate e Calabria, Di Gennaro, Zanellato, Paloschi, Matri, Cutrone e pure Marco Borriello. Dove arriverebbe questo Milan? Giudicate voi. Certo sarebbe costato poco.

L'Inter di Balotelli e Bonucci

Sull'altra sponda del Naviglio troveremmo una squadra all'altezza dei cugini: Bardi in porta, in difesa Santon, tornato in nerazzurro, Bonucci, oggi capitano del Milan, il sempreverde Andreolli e il “bolognese” Mbaye; in mezzo al campo un trio di mastini come Obi, ora al Torino, Duncan, pilastro del Sassuolo, e Marco Benassi, comprato dalla Fiorentina; il meglio però verrebbe forse dall'attacco, con Mario Balotelli centravanti, Mattia Destro in suo sostegno e largo a destra Jonathan Biabiany. Nella lunga panchina nerazzurra siederebbero in tanti, e molto offensivi: i terzini Dimarco, Biraghi e Faraoni, i mediani Gnoukouri, Crisetig e Bessa, gli attaccanti Livaja, Bonazzoli, Puscas, Garritano e Pinamonti. Chissà che penserebbe Spalletti di una squadra così.

La Juve di Immobile e Spinazzola

E la Juventus? Forse tra le tre squadre con la maglia a strisce è quella che farebbe più fatica, nonostante un super bomber in attacco. Tra i pali ci sarebbe Antonio Mirante, davanti a lui Spinazzola a destra, Sorensen (ora al Colonia) e Andrea Masiello centrali, Pol Lirola a sinistra; in mezzo al campo il capitano sarebbe scontato, Claudio Marchisio, accanto a Iago Falque (forziamo un po', ma dalla Primavera bianconera ci passò anche lui, come "Auba" al Milan) e all'intramontabile Marrone. Non un centrocampo straordinario, dite? Però si punterebbe molto sull'attacco con Giovinco, ancora tra i più talentuosi della sua generazione, la speranza Kean e la certezza Ciro Immobile. Panchina: Audero, Mattiello, Ariaudo, Romagna, De Ceglie, Nocerino, Cassata, Favilli, Vitale. Forse non una squadra da Scudetto, ma con Allegri chissà...

Florenzi e Pellegrini, ma anche Politano e Ciciretti: che Roma

Ed eccoci alla Roma, che negli ultimi anni ha portato oltre 20 giocatori sulla scena della Serie A. Giocherebbe così, con un 3-4-3: Storari in porta; difesa a tre con Romagnoli, Antei e Barba; centrocampo con Florenzi, Pellegrini, De Rossi e Bertolacci; tridente leggero e tecnico formato da Politano, Ciciretti e Caprari, tre che insieme ci hanno giocato per davvero, sotto la guida di Alberto De Rossi nel 2011/2012. Non male, vero? Certo, a Di Francesco servirebbe qualche rinforzo. Ma in panchina avrebbe pronta un'altra squadra intera di talenti: Federico Ricci (oggi al Genoa), Valerio Verre (Sampdoria), Federico Viviani (Pescara), Daniele Verde (Verona), Marco D'Alessandro (Benevento), Leandro Greco (Bari), Alessio Cerci (Verona), Stefano Okaka (Watford) e Adrian Stoian (Crotone). Forse la miglior rosa tra quelle che abbiamo visto fin qui, ma ne manca una...

Zaza, Gabbiadini e un centrocampo Nazionale: Atalanta da Scudetto

Potrebbe davvero ambire allo Scudetto un'Atalanta così: i talenti cresciuti a Bergamo sono così tanti che facciamo fatica a sceglierne 11. Ma eccoli qui: coi guanti ci sarebbe ancora Andrea Consigli; davanti a lui Andrea Conti, Mattia Caldara e Daniele Capelli, in una coraggiosa difesa a tre; sulla linea dei centrocampisti a destra troveremmo Zappacosta, al centro il trio formato da Baselli, Kessié e Gagliardini, con Bonaventura largo a sinistra, a suggerire per le due punte; in avanti, il tandem – non titolare, ma comunque in Nazionale – formato da Simone Zaza e Manolo Gabbiadini. Sarebbero i più forti? Forse sì, contando che rimarrebbero fuori Marco Sportiello, Riccardo Montolivo, Giampaolo Pazzini, Jacopo Sala, Simone Padoin e parecchi altri. Verrebbe fuori un'Atalanta da sogno, che di questi tempi non ha bisogno di sognare: la realtà nella Bergamo alta, quella d'Europa, è già bella così. Non ci siamo dimenticati dell'Empoli di Tonelli, Rugani e Saponara, del Genoa di Perin, El Shaarawy, Mandragora e Sturaro; o della Fiorentina di Bernardeschi, Chiesa e D'Ambrosio. Per adesso ci fermiamo qui citando il poeta Giovanni Storti: "Non ce la faccio, troppi ricordi...".