Juventus-Inter, Massimo Corcione: "La partita perfetta non può fermarsi a zero"

Serie A

Massimo Corcione

Quando il calcio italiano era dominato dagli strateghi delle panchine (Herrera, Rocco, Trapattoni) c'era una definizione di principio su tutte: 'la partita perfetta di due squadre non può che finire in pareggio'. Ecco perché annullare scientificamente i punti di forza altrui, può essere un errore

JUVENTUS-INTER, È ANDATA COSÌ

LE PAROLE DI ALLEGRI

LE PAROLE DI SPALLETTI

Juventus-Inter ha ricordato qualche grande partita del passato glorioso del calcio italiano, quando era dominato dai celebrati strateghi delle panchine: Helenio e Heriberto Herrera, poi Rocco, Trapattoni, quindi Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti, Conte. In quel tempo a volte molto lontano, spesso si parlava per pesanti definizioni di principio; ad esempio: la partita perfetta di due squadre non può che finire in pareggio. È finito così il derby d’Italia, altra etichetta che ci è arrivata dall’era pioneristica, passando attraverso interpretazioni tutt’altro che eroiche di questa sfida che ieri sera potrebbe aver creato le premesse per certificare il ritorno del Napoli in testa alla serie A.

Non poteva che finire così lo scontro diretto tra Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti, chiarissimi professori di tattica e psicologia applicata al calcio: troppo bravi a neutralizzare l’avversario per lasciare spazio per un gol. Il duello è stato preparato senza trascurare una mossa, perfino l’arma della pretattica è stata utilizzata (da Allegri) perché nessun dettaglio sfuggisse alle previsioni. In campo c’erano Higuain e Icardi, i due centravanti più forti che il campionato italiano abbia avuto negli ultimi 10 anni: il pensiero scontato e ricorrente della lunga vigilia è stato che fosse la condizione ideale perché la partita finisse con tante reti.

Ma non tutte le idee scontate devono necessariamente realizzarsi: dopo un anno la straordinaria macchina della Juventus si è fermata, per la prima volta non ha segnato nella roccaforte dello Stadium. Nonostante Higuain. E la difesa juventina non ha permesso che Mauro Icardi riuscisse anche solo a tentare un tiro: di fatto si è assistito a una riduzione totale all’impotenza. Non ha vinto nessuno, neppure Allegri e Spalletti: la partita perfetta è stata una dimostrazione di come si annullano scientificamente i punti di forza altrui, ma il pareggio non ha generato gioia, neppure quando è entrato Dybala, la fantasia congelata. La perfezione non può fermarsi a zero: forse è questo l’errore.