Lazio-Chievo 5-1: Luis Alberto e una doppietta di Milinkovic stendono Maran. Inzaghi terzo. GOL E HIGHLIGHTS

Serie A

Nonostante una prestazione non brillantissima, la squadra di Inzaghi batte in goleada i veneti ed è terza in classifica con l'Inter. Vantaggio di Luis Alberto, pari di Pucciarelli, poi una grande doppietta di Milinkovic. Nel finale i gol di Bastos e Nani che arrotondano il punteggio. Inzaghi però perde Immobile, uscito per un problema muscolare al 30' del primo tempo

CLICCA QUI PER RIVIVERE LAZIO-CHIEVO

LE PAGELLE DI LAZIO-CHIEVO

LAZIO-CHIEVO 5-1
23' Luis Alberto (L), 25' Pucciarelli (C), 31' e 68' Milinkovic-Savic (L), 84' Bastos (L), 87' Nani (L)

Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Bastos, de Vrij, Wallace; Marusic, Parolo, Lucas Leiva, Milinkovic-Savic (75' Nani), Lulic (64' Lukaku); Luis Alberto, Immobile (35' Felipe Anderson).
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Cacciatore, Tomovic, Bani, Gobbi; Bastien (84' Garritano), Radovanovic, Hetemaj; Birsa, Stepinski (61' Pellissier), Pucciarelli.

I segnali vanno presi per quello che rappresentano. E se prima della partita Inzaghi probabilmente sperava di uscire con i tre punti dall’Olimpico, paradossalmente al termine della sfida contro Maran sarà ancora più contento di aver giocato maluccio. Perché se superi per 5-1 un avversario comunque ostico come quello veneto nonostante una brillantezza improvvisamente perduta, alla fine vuol dire che la tua può essere solo una grande squadra. Da Champions, per intenderci. E se oltretutto lo fai senza il tuo bomber principe, costretto a uscire dopo 30 minuti per un problema al quadricipite della coscia destra, allora il cerchio si chiude e la consapevolezza della propria forza non può che aumentare. Per questo, anche da una partita sulla carta scontata come questa e terminata per giunta proprio come tutti si aspettavano, la Lazio esce ancora più grande e più convinta di poter sfilare a una tra Inter e Roma, che hanno pareggiato nello scontro diretto, quel posto tra l’Europa dei grandi che sinceramente, in questo momento, nessuno merita più di Inzaghi. Che nel pomeriggio dell’Olimpico ha dovuto prima fare i conti col muscolo pigro di Immobile, poi con i soliti errori di Bastos e Wallace, quindi con un Chievo che forse con troppo ritardo ha capito che con un po’ di fortuna avrebbe potuto strappare almeno un punto dall’Olimpico. Ha stretto i denti, ordinato alla squadra di non scomporsi e poi sfruttato i lampi dei suoi fuoriclasse, Luis Alberto e soprattutto Milinkovic-Savic, che grazie anche a un pizzico di fortuna (soprattutto il primo) hanno indirizzato e raddrizzato una partita che poteva risultare mortifera. Straordinario il sinistro al volo col quale il serbo, nel momento di massimo sforzo del Chievo, ha riportato a due i gol di vantaggio dei biancocelesti chiudendo di fatto la partita. D’altronde il calcio, e le vittorie, lo fa soprattutto il talento. La Lazio ne ha, dovranno tenerne conto tutti.

Primo tempo

La banda del gol di Inzaghi a caccia di altri tre punti per continuare la rincorsa sull’Inter e difendere il quarto posto dai cugini giallorossi, il Chievo per scacciare i fantasmi di una zona retrocessione che si sta pericolosamente avvicinando. Sulla carta una sfida impari, in campo invece equilibrio e centrocampo intasato. Almeno nei primi 20 minuti, durante i quali la preoccupazione principale di Inzaghi si chiama Ciro Immobile. Poco dopo il fischio d’inizio, infatti, il capocannoniere della Serie A sente tirare il quadricipite della coscia destra e chiede istintivamente il cambio alla panchina. L’allenatore della Lazio prepara Felipe Anderson, ma Immobile non vuole uscire e decide di rimanere in campo nonostante il fastidio, riuscendo anche a impegnare Sorrentino con un colpo di testa sul primo palo. In realtà, però, che la partita del numero 17 biancoceleste sia destinata a finire prima del tempo appare sin troppo chiaro, anche perché è la stessa manovra della Lazio a risentire delle precarie condizioni del suo unico riferimento avanzato. Se il Chievo si difende con ordine e senza affanni, infatti, i padroni di casa facilitano e non poco il lavoro dei gialloblu attraverso un gioco prevedibile e poco brillante, contrariamente dal solito. Ci vorrebbe uno spunto, un guizzo improvviso che possa stappare una partita impantanata e puntuale arriva dalla fascia dove imperversa Marusic: al 23’ il montenegrino salta con un tunnel Gobbi, si beve anche Hetemaj e poi serve all’indietro Luis Alberto, il cui destro, deviato dal giovane Bani, finisce alle spalle di Sorrentino. Si accendono i motori, la partita scoppia improvvisamente. Merito, o meglio colpa, di Bastos che appena 60 secondi dopo il vantaggio dei suoi valuta male un lungo lancio per Pucciarelli, buca il colpo di testa e di fatto libera l’attaccante del Chievo a pochi passi da Strakosha: destro secco e 1-1. Tutto da rifare. Inzaghi si arrabbia ma non deve attendere più di tanto per ritrovare i suoi davanti: questa volta ci pensa Milinkovic-Savic, che dopo 5 gol segnati in trasferta riesce a timbrare anche il suo primo sorriso casalingo. Questa volta l’errore, clamoroso, è di Sorrentino, che parte in netto ritardo sul destro del serbo e si fa infilare sul proprio palo da una conclusione non proprio irresistibile. Tornato in vantaggio Inzaghi rinuncia definitivamente a Immobile, che proprio non si regge in piedi, e inserisce Felipe Anderson, disegnando una formazione senza punte di ruolo in campo. Il brasiliano ha voglia, si muove molto e impegna subito Sorrentino che deve respingere di piede il suo destro, ma nei minuti finali è nell'area della Lazio che si sposta l'attenzione di tifosi e arbitri. Proprio all'inizio del recupero Abisso fischia un rigore per il Chievo per un pestone di Lulic su Stepinski, ma il Var Manganiello richiama la sua attenzione per una on field review. Questa volta, al contrario dei passati episodi per i quali la Lazio si era lamentata, la decisione dell'arbitro dà ragione alle proteste di Inzaghi e cancella il penalty, con la relativa ammonizione del polacco per simulazione. I tifosi di casa tirano un sospiro di sollievo, i giocatori vanno negli spogliatoi per il meritato riposo.

Secondo tempo

Che la Lazio non fosse nella sua giornata migliore lo si era già capito nel corso del primo tempo, ma è solo a inizio ripresa che il Chievo si rende conto che con una maggiore determinazione un risultato positivo potrebbe pure portarlo via dall’Olimpico. Maran evidentemente deve averlo detto ai suoi, perché quando si ripresentano in campo i gialloblu sono totalmente un’altra squadra: possesso palla, aggressione alta e una convinzione certamente maggiore. Il risultato sono almeno 20 minuti di Lazio rinchiusa nella propria metà campo e un brivido che corre sulla schiena di Inzaghi quando dopo 7 minuti Wallace stava per combinarne una delle sue: errore clamoroso in disimpegno e Stepinski che si ritrova da solo in area, seppur in posizione leggermente defilata. Il polacco potrebbe fare qualsiasi cosa invece decide di avanzare e sparare un destro a salve che si infrange sulla parte esterna della rete difesa da Strakosha. Il Chievo comunque c’è e la Lazio, con la mentalità delle grandi squadre, capisce che per il momento deve stare rintanata e limitarsi a difendere il vantaggio. Anche perché i fuoriclasse in campo hanno tutti la maglia biancoceleste e Inzaghi sa benissimo che prima o poi possono trovare lo spunto decisivo. Esattamente quello che succede al 68’, quando, dopo 25 minuti di solo Chievo, Lucas Leiva inventa e Milinkovic-Savic trova un gol di rara bellezza colpendo Sorrentino con un sinistro al volo che buca il portiere sul primo palo. Qualche secondo di incertezza per verificare la posizione del serbo con un silent check e i tifosi di casa possono esultare. Anche perché di fatto il Chievo si spegne e la partita diventa un semi allenamento nel quale c’è anche il tempo per il quarto e il quinto gol della Lazio. Il primo, decisamente fortunoso, arriva dal destro di Bastos, che dopo aver ricevuto da Nani al limite dell’area si gira e lascia partire un tiro che finisce alle spalle di Sorrentino dopo una deviazione, assolutamente decisiva, di Tomovic. Passano tre minuti e tocca anche a Nani timbrare il cartellino con un destro, questa volta pulitissimo che infila sul secondo palo il portiere del Chievo. Alla fine, dunque, è festa grande per i biancocelesti, nonostante un pomeriggio che avrebbe potuto riservare un destino ben diverso da quello che poi è stato scritto. Un segnale importante, forse decisivo in chiave Champions, che sancisce ancora una volta di più la dimensione della formazione di Inzaghi. Chi vorrà entrare nell’Europa dei grandi dovrà fare i conti con l’Aquila.

LE STATISTICHE DELLA PARTITA
-Per la quarta occasione in questa Serie A la Lazio ha realizzato almeno cinque gol: nessun’altra squadra ci è riuscita più di una volta.
-Con quello di Bastos sono 10 i gol della Lazio realizzato da difensori, record nell'attuale Serie A.
-Sono ora tre i gol rifilati da Milinkovic-Savic al Chievo in Serie A, sua vittima preferita al pari dell'Atalanta.
-Seconda doppietta in Serie A per Sergej Milinkovic-Savic dopo quella di dicembre contro l'Atalanta.
-Il gol di Pucciarelli ha interrotto una striscia di tre trasferte di fila in cui il Chievo non aveva trovato la rete.
-Primo gol in casa in questa Serie A per Sergej Milinkovic-Savic, che non trovava il gol all'Olimpico in campionato da gennaio 2017.
-Manuel Pucciarelli non segnava in Serie A proprio dalla sfida d'andata contro la Lazio.
-Il gol di Pucciarelli è arrivato con il primo tiro nello specchio del Chievo in questa partita.
-Settimo gol in campionato per Luis Alberto, cinque dei quali realizzati all'Olimpico.