Inter, Spalletti ha gli stessi punti di De Boer e Pioli alla 25^ giornata

Serie A

Fabrizio Moretto

L'Inter di Spalletti ha raccolto 48 punti nelle prime 25 giornate, gli stessi totalizzati nella passata stagione con De Boer e Pioli. I nerazzurri, dopo un grande inizio, sono crollati e a far paura sono i numeri dell'attacco

"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Una famosa citazione del Gattopardo, la fotografia perfetta del momento attuale dell’Inter. 25 giornate, 48 punti. Un anno fa, 25 turni e sempre 48 punti. I nerazzurri si ritrovano allo stesso punto della scorsa stagione. Strano a dirsi visto l’avvio di campionato della squadra di Spalletti, in grado di raccogliere 39 punti nelle prime 15 partite, un rendimento che era valso il primo posto provvisorio in classifica. Da lì in poi l’Inter è andata in caduta libera, riuscendo a vincere solo una delle successive 10 partite, quella di una settimana fa contro il Bologna, decisa da Karamoh. Con l’allenatore toscano i nerazzurri hanno dato inizialmente la sensazione di poter lottare per lo scudetto, poi a partire da dicembre hanno ridimensionato le loro ambizioni, focalizzandosi sulla Champions, il vero obiettivo di inizio stagione. Quasi nessuno poteva prevedere però la crisi di risultati che ne è seguita e ora l’Inter, lasciato il terzo posto a favore della Roma, rischia di uscire dalle prime 4 in caso di vittoria della Lazio nel posticipo contro il Verona. Spalletti sembrava essere riuscito a ridare solidità alla difesa, con l'arrivo di Skriniar e della sapienza tattica di Vecino a centrocampo, e gioco spettacolare all’attacco, gli stessi ingredienti con cui aveva rivitalizzato i giallorossi nel post Garcia, avendo in più però quel Borja Valero tanto desiderato nella capitale. Negli ultimi incontri invece tutto questo è venuto a meno e ora viene rimesso in discussione tutto quanto di buono era stato fatto nella prima parte di stagione.

L’anno scorso, con Pioli alla guida, i nerazzurri avevano lo stesso numero di punti e occupavano la quarta posizione. L’allenatore, oggi alla Fiorentina, aveva raccolto l’eredità di De Boer dopo 11 giornate, nella quale aveva perso cinque volte, pareggiato due e vinto quattro, tra cui il 2-1 sulla Juve. Pioli era stato quindi costretto a recuperare lo svantaggio dalle dirette concorrenti all’Europa. Grazie a 11 vittorie in 14 partite, 7 delle quali consecutive, l’Inter aveva scalato posizioni e aveva chiuso la 25^ giornata con il trionfo esterno sul campo del Bologna (ultima vittima anche quest’anno), in virtù della prima e unica rete in Serie A di Gabigol. Quel gol sembrava un segnale positivo, ma la settimana dopo la squadra veniva sconfitta 3-1 in casa contro la Roma. Da quel momento i nerazzurri non erano più stati in grado di recuperare la bussola e avevano conquistato solo altre 4 vittorie nelle restanti 13 gare, chiudendo il campionato con un deludente 7° posto. Era una squadra diversa, più sbilanciata e allo stesso tempo più continua nelle prestazioni. Infatti nelle prime 25 quell’Inter aveva ottenuto 15 vittorie, 3 pareggi e 7 sconfitte. Quella attuale invece ha vinto due gare in meno, ma incassato anche quattro ko in meno, pareggiando il triplo di partite. Altra coincidenza è che Pioli fu esonerato dopo una sconfitta esterna. Contro chi? Contro il Genoa. 1-0, firmato ancora dall’ex Pandev. Un percorso diverso ma che, al momento, ha prodotto lo stesso risultato.

    

    

    

I numeri del crollo nerazzurro

39 punti nelle prime 15 giornate, 9 nelle ultime 10. A destare grande preoccupazione in casa Inter è il confronto tra la squadra ammirata tra la sfida inaugurale alla Fiorentina e il 5-0 al Chievo e quella inconcludente vista dallo 0-0 in casa della Juventus in poi. Se la difesa, trasferta di Marassi a parte, ha continuato a mantenere un buon livello (nell'autorete di Ranocchia ci si è messa anche la sfortuna), il dato che salta all'occhio ed è sconfortante è rappresentato dall'attacco. La prima Inter non offriva un gioco spumeggiante ma era ben disposta in campo, aveva un giro palla efficace, le ali avevano le loro fiammate e Icardi concretizzava quasi tutti gli assist che gli arrivavano sui piedi. Efficacia, praticità e concretezza erano i segreti nerazzurri. 33 i gol delle prime 15 gare, numeri di per sé elevati, impreziositi dal rapporto con il minutaggio nella metà campo avversaria. All'Inter 'versione autunno' bastavano infatti sei minuti oltre la linea di centrocampo per andare in rete. Quella post Chievo invece di minuti ne impiega 23 e non è un caso che le realizzazioni nelle ultime 10 partite siano state appena 7, tra cui un autogol di Vicari contro la SPAL. Nell'unica situazione in cui sono riusciti a segnare almeno due gol infatti, i nerazzurri hanno portato a casa i tre punti. In avvio di stagione la squadra di Spalletti era riuscita a siglare due o più reti in ben 11 occasioni e in altrettante volte era stata lei a passare in vantaggio. Una volta andata avanti nel punteggio l'Inter aveva sempre vinto, mentre nelle ultime 10 gare di campionato per tre volte si è fatta rimontare sul pari, Contro il Bologna infine è servita una magia di Karamoh per rendere vano il pareggio di Palacio, in risposta all'iniziale vantaggio di Eder. Numeri che danno un quadro ancora più chiaro alla crisi dei nerazzurri, bisognosi di cambiare faccia per evitare di concludere come un anno fa.