Lazio-Juventus, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Fabio Barcellona

La squadra di Inzaghi ha battuto quella di Allegri in tutti e due i precedenti stagionali: cosa ci dobbiamo aspettare dalla sfida di oggi?

Juventus e Lazio si sono già incontrate due volte in questa stagione e, in entrambe le occasioni, ad avere la meglio sono stati i biancocelesti. Il 13 agosto 2017 la squadra di Inzaghi ha vinto la Supercoppa Italiana segnando tre gol ai bianconeri; il 14 ottobre 2017 ha espugnato lo Juventus Stadium rimontando l’iniziale svantaggio con la doppietta di Ciro Immobile. È innegabile che nei due precedenti stagionali i biancocelesti siano stati un avversario piuttosto indigesto per la Juventus e proprio le partite contro la squadra di Inzaghi erano state in qualche maniera emblematiche delle difficoltà difensive della Juventus nella prima parte della stagione. I bianconeri avevano sofferto l’ottima transizione offensiva della Lazio ed evidenziato alcuni seri problemi nella transizione difensiva e nella compattezza di squadra.

Nella partita di Supercoppa la Lazio aveva più volte approfittato di errori nella costruzione bassa della Juventus, schierata per l’occasione con il 4-2-3-1, giocando veloci ripartenze che, oltre a costare il rigore su Immobile, avevano messo a nudo una certa fragilità della transizione difensiva bianconera. Nella partita d’andata in campionato, la Juventus, schierata per la seconda volta in stagione con il 4-3-3, nella parte iniziale del secondo tempo aveva sofferto le ricezioni tra le linee di Luis Alberto e Milinkovic-Savic, che avevano generato i due gol con cui i biancocelesti avevano ribaltato l’iniziale vantaggio conseguito da Douglas Costa.

La possibilità per i giocatori laziali di ricevere negli spazi alle spalle del centrocampo bianconero era concessa dall’eccessiva distanza tra le linee avversarie, originata dalla poca chiarezza in casa juventina sulla strategia e i meccanismi di pressing da mettere in campo.

La Lazio riconquista palla nella sua area e risale il campo velocemente per finalizzare grazie al talento di Milinkovic-Savic. Un’azione che è un distillato della squadra di Inzaghi

Due squadre camaleontiche

Sia Allegri che Inzaghi sono due tecnici che amano variare lo spartito tattico della loro squadra in funzione degli XI titolari e, soprattutto, adattandolo alle caratteristiche degli avversari. Allegri ha fatto tesoro delle difficoltà difensive di inizio stagione per disegnare sulla sua squadra un abito maggiormente prudente, con l’inserimento in pianta stabile di Matuidi tra i titolari e il progressivo abbandono del 4-2-3-1 per abbracciare un 4-3-3 che regala maggiore stabilità in transizione difensiva.

 Anche per questo appare difficile immaginare che la Lazio possa trovare gli spazi che le hanno consentito di vincere le prime due partite della stagione. La Juventus sembra avere scelto definitivamente di difendere in maniera preponderante abbassandosi e stringendo le linee dietro la linea della propria metà campo, limitando il pressing offensivo ad alcune specifiche e circoscritte circostanze di gara.

L’andamento del baricentro medio della Juventus lungo il campionato. La linea verticale rossa indica il momento del passaggio definitivo al 4-3-3, nella partita interna contro l’Inter. Da allora, mediamente, il baricentro della Juve è più basso di prima.

I numeri difensivi della Juventus sono migliorati in maniera vertiginosa: dopo i tre gol subiti dalla Sampdoria il 19 novembre 2017, i bianconeri hanno totalizzato 17 clean sheet nelle 19 partite giocate, subendo gol solo contro il Verona e, purtroppo per la squadra di Allegri, in Champions League contro il Tottenham Hotspurs.  Anche le statistiche avanzate certificano il cambio di marcia: fino alla partita contro la Samp la Juventus occupava il 6° posto nella classifica degli expected goal subiti, con più di 0.9 xG a gara. Nel periodo successivo invece, la Juve sta offrendo la migliore performance della serie A, riducendo a meno 0.5 xG subiti la pericolosità degli avversari.

La Lazio ha capacità mimetiche in virtù delle scelte del suo allenatore, ma, quando possibile, preferisce giocare con un baricentro basso. Ciò consente alla squadra di lasciarsi gli spazi in avanti necessari ad innescare la sua arma migliore, le transizioni offensive che si avvalgono delle capacità di Ciro Immobile in campo aperto. Inoltre, provando ad attirare il pressing avversario, la squadra di Inzaghi cerca di allungare gli avversari per liberare gli spazi necessari alle ricezioni tra le linee di Milinkovic-Savic e Luis Alberto; in quest’ottica è fondamentale il lavoro di Immobile che con i suoi movimenti in profondità abbassa la difesa avversaria.

Il mix tra attacco in transizione e gioco tra le linee rende la fase offensiva della Lazio una delle più efficaci della serie A. I biancocelesti sono il miglior attacco del campionato in termini di gol realizzati e sono al terzo posto, dopo Napoli e Roma, nella classifica degli Expected Goals, con più di 1.5 xG a partita.

La strategia possibile

Contro la Juventus di oggi, restia ad ogni invito ad andare in pressing e molto attenta a non lasciare spazio alle transizioni avversarie, le principali armi della Lazio rischiano di rimanere spuntate. Inzaghi potrebbe quindi abbandonare il suo consueto blocco basso e provare ad approfittare delle difficoltà mostrate dalla Juventus contro il Tottenham e nella partita di ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro l’Atalanta: sia gli inglesi che la squadra di Gasperini hanno scelto di affrontare la Juventus utilizzando un pressing offensivo che ha creato grossi problemi alla costruzione bassa dei bianconeri, con la squadra di Allegri che per lunghi tratti di entrambe le gare ha mostrato parecchie difficoltà a risalire il campo in maniera compatta.

Già nella partita di ritorno contro il Napoli, Inzaghi aveva ribaltato le previsioni tattiche affrontando i partenopei in modo aggressivo, attaccando la costruzione bassa avversaria e tenendo alta la linea difensiva. Nel primo tempo la strategia aveva funzionato molto bene, per crollare però nella ripresa a causa di errori individuali, del calo dell’intensità necessaria a sostenere un piano gara così ambizioso e dell’abilità del Napoli di attaccare alle spalle della difesa alta dei biancocelesti.

Una possibilità concreta per la Lazio potrebbe essere, quindi, quella di alzare il baricentro della squadra e giocare un pressing offensivo per sabotare la costruzione bassa della Juve e attaccare con ripartenze corte. Schierata con il 3-5-1-1, la Lazio potrebbe provare ad alzare in pressione Luis Alberto sulla stessa linea di Immobile e Milinkovic-Savic su Pjanic, scegliendo, magari, di orientare la costruzione bassa della Juventus verso Lichtsteiner, il meno abile dei difensori bianconeri nella circolazione del pallone.

Di contro, il 4-3-3 della Juventus, schierato verosimilmente con Douglas Costa e Mandzukic come ali, rischia di abbassare costantemente gli esterni del 3-5-1-1 della Lazio che potrebbero essere troppo preoccupati di lasciare soli i propri centrali contro gli attaccanti della Juventus. Senza la giusta dose di coraggio e un coordinato sistema di scalate, l’eventuale pressing della Lazio potrebbe esporre la difesa biancoceleste alle doti individuali degli attaccanti bianconeri; o, in alternativa, rischierebbe di spaccare la squadra tra i 5 giocatori arretrati e i tre giocatori offensivi in pressione alta.

Come arrivano le due squadre

Il vertiginoso ritmo del Napoli e della Juventus rende decisivo per le due contendenti allo Scudetto ogni match di campionato. La complicata partita contro la Lazio arriva per la Juventus a ridosso del ritorno di Champions League con il Tottenham e dopo la partita di Coppa Italia contro l’Atalanta in cui la squadra di Allegri ha guadagnato la finale. A preoccupare Allegri sono gli infortuni che si sono abbattuti sulla squadra in quest’ultimo periodo e che hanno falcidiato in particolare il reparto offensivo.

Contro l’Atalanta è rientrato in squadra, giocando 90 minuti, Blaise Matuidi, fondamentale per gli equilibri della squadra. Il lungo infortunio di Cuadrado, e quelli più recenti Bernardeschi, Higuain e Dybala hanno costretto il tecnico bianconero a schierare Alex Sandro nella posizione di esterno offensivo di sinistra. Il brasiliano ha giocato, contro Torino ed Atalanta due ottime partite, mettendo in mostra le sue doti combinate di forza fisica e tecnica. In conferenza stampa Massimiliano Allegri ha annunciato che Dybala sarà in campo dal primo minuto in posizione di centravanti, la più adatta per l’argentino, secondo le parole del tecnico, all’interno del modulo 4-3-3. Sarà particolarmente interessante osservare i movimenti della Joya al centro dell’attacco bianconero e, immaginando parecchi movimenti incontro al pallone per sottrarsi dalla marcatura avversaria e cucire il gioco, quelli del resto della squadra per occupare gli spazi liberati dal centravanti. Le parole di Allegri amplificano però i dubbi, già consistenti, sulla possibile coesistenza di Dybala e Higuain nel 4-3-3 che il tecnico dovrà dissolvere al rientro dall’infortunio del Pilota.

Alex Sandro conduce palla con la sua progressione, con sensibilità tecnica e tattica apre a destra per Bernardeschi e va a riempire l’area per ricevere il cross. Non male per un terzino prestato all’attacco

La Lazio dovrà affrontare la Juventus a meno di 72 ore dalla partita contro il Milan e dalla sua eliminazione ai rigori dalla Coppa Italia. La fatica fisica e la delusione per l’obiettivo sfumato potrebbero davvero farsi sentire ed essere un fattore della partita: la rosa a disposizione non consente al tecnico biancoceleste di sostituire troppi uomini del suo XI titolare senza abbassare troppo il livello qualitativo della squadra. Sono possibili, però, dei cambi nella posizione di esterno, dove Marusic è squalificato e Lulic, che ha giocato 120 minuti mercoledì, potrebbe essere sostituito da Jordan Lukaku. Inzaghi potrebbe anche decidere di sparigliare e preferire Felipe Anderson a Luis Alberto, rinunciando a parte del controllo in favore di dribbling e velocità. Le due vittorie di fila contro Verona e Sassuolo e il vittorioso ritorno di Europa League contro la Steaua Bucarest sembravano aver risollevato la Lazio, che era reduce da ben 3 sconfitte di fila in campionato. L’eliminazione della Coppa Italia, invece, oltre a riproporre nuovi dubbi sullo stato di forma della squadra, può avere rimesso ulteriore pressione sui biancocelesti, che non possono commettere troppi passi falsi nel loro cammino verso un posto utile alle qualificazione alla prossima Champions League.

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