Vendita Milan, Ansa: "Pm apre fascicolo senza indagati". Corriere: "Fallisce società di YongHong Li"

Serie A

Da quanto riporta l'Ansa, il pm di Milano avrebbe aperto un fascicolo senza ipotesi di reato in merito alla cessione del Milan a Li, subito dopo le segnalazioni di operazioni sospette trasmesse alla GdF nei giorni scorsi. Il Corriere della Sera, intanto, riporta la sentenza di fallimento della cassaforte del proprietario del Milan. Il fondo americano Elliott potrebbe anticipare altri 30/40 milioni per garantire l’ok dell’Uefa

LA PRIMA PARTE DELL'INCHIESTA DEL CORRIERE DELLA SERA

YONGHONG LI: "LA SITUAZIONE DELLE MIE RISORSE E' SANA"

La procura di Milano ha aperto un fascicolo 'a modello 45', ossia senza ipotesi di reato ne' indagati, in merito alla cessione del Milan a Yonghong Li, subito dopo le tre "segnalazioni di operazioni sospette" trasmesse nei mesi scorsi dall'Unita' di informazione finanziaria di Bankitalia alla Guardia di Finanza, proprio in merito al passaggio dei rossoneri nelle mani dell'imprenditore cinese. E' quello che apprende l'Ansa in merito agli accertamenti da parte degli inquirenti milanesi di cui si era gia' parlato lo scorso gennaio, proprio nel giorno in cui uno dei principali quotidiani nazionali, il Corriere della Sera, ha pubblicato un pezzo che apre scenari tutt'altro che ottimistici per il futuro del rapporto tra Li e il Milan.

"Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell'A.C. Milan", aveva spiegato ai cronisti lo scorso 13 gennaio il procuratore di Milano Francesco Greco. Ora si e' saputo che il dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale ha aperto un 'modello 45', dove ha raccolto il rapporto della Gdf che contiene le tre 'sos' e che al momento, da quanto si e' potuto capire, non sarebbero state effettuate rogatorie o altre attivita' d'indagine.

Il club rossonero era passato nell'aprile dello scorso anno dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle dell'imprenditore cinese Yonghong Li per 740 milioni di euro e con l'utilizzo di fondi off shore. Le tre "segnalazioni di operazioni sospette", arrivate all'Unita' di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d'Italia e da questa trasmesse al Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, erano state raccolte lo scorso dicembre in un rapporto di una decina di pagine consegnato al procuratore aggiunto De Pasquale.

Le 'sos' sono segnalazioni che banche, intermediari finanziari o altri operatori del settore, anche professionisti, sono tenuti ad inviare all'Uif di Bankitalia quando, come prevedono le norme, "sanno, sospettano o hanno ragionevoli motivi per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo".

Sulla base di questi atti ricevuti dalle Fiamme Gialle gli inquirenti stanno valutando come procedere nelle indagini (ad esempio, si potrebbe attivare una rogatoria in Cina) che potrebbero portare all'iscrizione di un fascicolo con ipotesi di reato. Per vicende di questo tipo, aveva precisato due mesi fa il procuratore Greco, "cosi' fumose e complicate, dove non si sa quali siano le parti in causa, non si procede subito alle iscrizioni".

Cosa aveva scritto il Corriere

Secondo il quotidiano di via Solferino, il tribunale del popolo di Shenzhen ha ufficialmente dichiarato il fallimento "Jie Ande", una delle società di Yonghong Li, fra quelle indicate nel curriculum dell’uomo d’affari cinese al momento dell’acquisto del Milan. Nella sentenza viene nominato un commissario con pieni poteri appartenente a uno studio legale di Pechino (Jindu).

Sempre secondo l’inchiesta del Corsera a firma Gabanelli-Gerevini, pubblicata per la prima volta circa un mese fa, la Jie Ande era già insolvente all’epoca del closing. In quell’occasione Yonghong Li replicò sostenendo che "la situazione relativa a tutte le risorse personali è completamente sana".

Da questo commissariamento non ci sarebbero effetti diretti sul Milan, mentre quelli definiti “indiretti” dipenderebbero dalle norme del diritto fallimentare cinese e di conseguenza dalla libertà di azione che avrà il commissario di gestire il patrimonio per soddisfare gli interessi dei creditori.

Come si legge nell'articolo pubblicato dal Corriere "la conseguenza più evidente è nel fatto che solidità patrimoniale e credibilità del suo presidente subiscono un ulteriore colpo... Per il club è essenziale chiudere il bilancio al 30 giugno e dare continuità all’azienda Milan: innanzitutto i debiti (gli oltre 300 milioni di Elliott) devono essere rifinanziati, in secondo luogo è indispensabile che la macchina avviata non si inceppi (rischioso senza un adeguato fatturato)".

Fra le ipotesi avanzate c’è quella di un nuovo prestito del fondo americano Elliott (anticipato il 16 marzo scorso anche da Il Sole 24 Ore). La cifra si aggirerebbe fra i 30 e i 40 milioni di euro e servirebbe come
garanzia all’Uefa per assicurare il futuro nelle coppe europee alla squadra.

Il debito della "Rossoneri Sport" verso Elliott salirebbe a questo punto da 180 a 215 milioni di euro, cifra da aggiungere ai finanziamenti concessi al Milan (123 milioni tramite due bond quotati a Vienna). "Non si tratterebbe di un gesto generoso – conclude il Corriere della Sera -, ma di puro calcolo: eventuali sanzioni inciderebbero sul valore della società che è a garanzia dei prestiti".