Spal, il cammino di Lazzari dalla Lega Pro alla Serie A

Serie A

Federico Aquè

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Alla SPAL fin dai tempi della Lega Pro, Manuel Lazzari resta fondamentale per la squadra di Semplici. È anche il giocatore che in campionato ha tentato più dribbling di tutti.

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Cinque anni fa la sopravvivenza della SPAL fu garantita dall’unione con la Giacomense, che trasferì a Ferrara squadra, staff e dirigenza e cambiò nome assicurando alla SPAL il ritorno nel calcio professionistico, nella Seconda Divisione di Lega Pro. Tra i giocatori della Giacomense c’era anche Manuel Lazzari, che nella rosa attuale della SPAL è l’unico ad aver attraversato tutte le categorie dalla rinascita in Lega Pro fino alla Serie A. Grazie alla Giacomense, Lazzari aveva dato una svolta alla propria carriera, passando dai dilettanti ai professionisti. Pochi anni prima era stato scartato dal Vicenza e aveva pensato di smettere. Ricomincia invece in Serie D, con il piccolo club di Masi San Giacomo disputa un campionato in Lega Pro e dalla fusione con la SPAL diventa uno dei protagonisti principali della rinascita della storica squadra di Ferrara, tornata in Serie A dopo quasi 50 anni d’assenza.

Passo dopo passo, partendo dalla Serie D senza saltare nemmeno una categoria, Lazzari è arrivato in Serie A: un cammino che sembra riflettersi nel suo modo di giocare lineare, non illuminato da un talento fuori scala, ma costruito più che altro sull’ostinazione, su pochi gesti ripetuti in maniera incessante, e sulla capacità di sacrificarsi. Quando gli viene fatto un complimento, quasi sempre riguarda l’instancabilità con cui corre sulla fascia destra: «Quello è il mio ruolo, sono le mie caratteristiche e le devo sfruttare al meglio per la squadra», ha detto in un’intervista che celebrava il traguardo delle 100 presenze con la maglia della SPAL. Segna poco, appena 3 gol da quando è alla SPAL, ma la scorsa stagione ha contribuito alla vittoria del campionato di Serie B con 7 assist.

Il salto di categoria non ha ridotto la sua influenza nel gioco della SPAL: gli attacchi della squadra di Leonardo Semplici sono sbilanciati (40%) dal suo lato, quello destro, e in Serie A è il giocatore che ha tentato più dribbling: 125. Gliene sono riusciti 66, poco più della metà, a conferma di uno stile basato più sul volume che sulla qualità. È tra i principali crossatori del campionato, ma su 148 cross tentati ne ha completati appena 24 (circa il 16%) e solo in 13 occasioni i suoi cross hanno mandato al tiro un compagno.

In un certo senso Lazzari è il simbolo sia dell’organizzazione che dell’inefficienza della SPAL. L’ottimo impatto avuto all’esordio in Serie A è strettamente collegato alla particolare struttura tattica messa in piedi da Semplici, e l’inefficienza del suo stile di gioco è in parte dovuta alla manovra di squadra nella trequarti, prevedibile e di scarsa qualità, che trova sbocchi soprattutto sulle fasce e viene rifinita principalmente con un cross.

L’asse portante del gioco della SPAL è la pulizia nell’uscita del pallone dalla difesa. La squadra di Semplici cura in maniera particolare la costruzione bassa, cercando insistentemente il palleggio anche quando viene pressata e provando a uscire palla a terra anche nei rinvii dal fondo del portiere. Non è ovviamente una scelta priva di rischi (l’esempio più eclatante è forse il gol subito da Politano dopo una palla persa da Vicari), ma è indispensabile per la particolare risalita del campo prevista da Semplici. L’obiettivo è disordinare da subito la squadra avversaria, costringendola ad allungarsi per trovare spazi dietro le linee di pressione in cui avanzare.

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Antenucci si abbassa e la SPAL può girare la palla da sinistra a destra

La spinta di Lazzari è fondamentale per la SPAL: qui Antenucci si abbassa per ricevere il passaggio di Costa e apre a destra verso Lazzari.

Una volta aperto lo schieramento avversario, la SPAL cerca di arrivare velocemente sulla trequarti e lo sbocco più semplice è un’apertura sulle fasce, soprattutto a destra verso Lazzari. Le sue conduzioni, a quel punto, rappresentano una soluzione comoda per guadagnare campo e rifinire l’azione. La manovra sulla trequarti, infatti, non è particolarmente elaborata e, anzi, i movimenti delle mezzali, ad allargarsi per facilitare lo sviluppo dell’azione sulle fasce o a inserirsi in area (soprattutto Grassi), svuotano la zona fondamentale alle spalle del centrocampo avversario aprendo la via per le verticalizzazioni dirette verso le punte, la soluzione alternativa che utilizza la squadra di Semplici per avanzare. Anche quando la palla è sulla fascia spetta a uno dei due attaccanti cucire il gioco e fare da ponte per far arrivare il pallone sulla fascia opposta.

All’interno di questo contesto tattico, il ruolo di Lazzari è importante in diverse situazioni. Quando la squadra avversaria pressa la fase di costruzione, l’esterno della SPAL resta basso per facilitare l’uscita della palla dalla difesa fornendo una linea di passaggio comoda. Spesso la sua ricezione è l’innesco del pressing avversario e Lazzari si è quindi abituato ad attivare una combinazione ricorrente: lo scarico verso il regista che si avvicina alla fascia e di prima verticalizza verso la trequarti avversaria.

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Lazzari serve Schiattarella, che lancia lungo di prima

Una giocata che ormai la SPAL esegue a memoria: Lazzari ha la palla, Kurtic taglia sull’esterno, Schiattarella si avvicina e lancia di prima intenzione dopo aver ricevuto il passaggio di Lazzari.

Quando invece riceve già nella metà campo avversaria, il suo pensiero è di arrivare sul fondo portandosi avanti il pallone e puntando sulla sua velocità per superare chi lo affronta. Le sue iniziative portano la SPAL ad attaccare preferibilmente dal suo lato, ma anche quando la squadra di Semplici costruisce l’azione a sinistra Lazzari è un riferimento fondamentale, potendo ricevere isolato e con spazio davanti a sé per portare la palla. Non avendo un dribbling molto tecnico o sofisticato, Lazzari esprime il suo massimo potenziale quando ha molto campo in cui correre palla al piede.

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L'assist di Lazzari per Antenucci

A volte basta anche la minaccia di portarsi avanti il pallone e lanciarsi nello spazio per fare la differenza: qui Lazzari è isolato con Martella, lo spinge indietro e poi crossa trovando Antenucci al centro dell’area. È il suo unico assist del campionato, finora.

Per queste sue caratteristiche Lazzari attacca meglio in transizione, iniziandola con una conduzione o arrivando da dietro in sovrapposizione. Pur dando il meglio di sé quando riceve sulla corsa, il suo contributo è però decisivo anche quando la SPAL attacca difese schierate. Lazzari è un risolutore comodo da trovare grazie alla sua posizione larga e con il suo dribbling è in grado di sbloccare gli attacchi della sua squadra anche ricevendo da fermo. Di solito cerca di allungarsi la palla sul destro per aprirsi uno spazio in cui far passare il cross, ma si è abituato, ormai, anche a crossare rientrando sul sinistro, un’alternativa a cui non può rinunciare per non essere troppo prevedibile.

Dai suoi cross, comunque, la SPAL ha ricavato poco. Lazzari non è molto preciso quando ha un avversario davanti e quindi occorre una certa sensibilità per aggirarlo, e a volte ha commesso errori grossolani anche quando ha ricevuto sulla corsa e con la visuale libera per scegliere il compagno da servire. Vista la frequenza con cui crossa, la sua crescita passa inevitabilmente da un miglioramento delle scelte e della precisione quando rifinisce la manovra. Tende ancora poco, infatti, a concludere l’azione in prima persona, sia accentrandosi palla al piede che attaccando il lato debole quando la manovra si sviluppa a sinistra. C’entrano anche le caratteristiche di chi gioca sulla fascia opposta rispetto alla sua: a sinistra si è ormai imposto come mezzala Grassi, più portato a muoversi in verticale, sia abbassandosi per facilitare l’uscita della palla dalla difesa che inserendosi in area, piuttosto che ad allargarsi per favorire i meccanismi di fascia. Arrivare sul fondo è quindi più complicato e spesso l’esterno sinistro sceglie di far girare la palla per raggiungere proprio Lazzari a destra, lasciando che sia lui a far avanzare la squadra.

Grazie al particolare contesto tattico disegnato da Semplici, che gli assegna un ruolo chiave nell’avanzamento e nella rifinitura della manovra, Lazzari si è imposto come una delle sorprese messe in mostra dalle squadre neopromosse. In campionato è sempre partito da titolare e il suo rendimento ha suscitato l’interesse di diversi club: il Torino, che lo ha seguito nella recente sessione invernale di calciomercato, ma anche il Sassuolo e l’Atalanta, che invece lo segue ormai da mesi. Di recente ha dichiarato di puntare alla Nazionale e che gli avrebbe fatto piacere essere convocato da Di Biagio nello stage organizzato a fine febbraio. L’interpretazione molto offensiva che dà al ruolo di esterno nel centrocampo a 5 della SPAL può tornare utile anche da terzino in una difesa a 4, a patto ovviamente di bilanciare le sue attitudini con una maggiore attenzione alla fase difensiva.

Nelle ultime quattro giornate, la SPAL ha conquistato 8 punti, fermando tra l’altro sullo 0-0 la Juventus dopo 12 vittorie consecutive e portandosi così fuori dalla zona retrocessione. Semplici ha scelto la strada forse più tortuosa per salvarsi, puntando più sui princìpi di gioco che sulla qualità: le prestazioni di Lazzari saranno tra le più decisive per portare a termine questa missione.