Napoli-Chievo, tra fischi, polemiche e l'assist a Milik: la partita di Lorenzo Insigne

Serie A

Partita particolare per il numero 24 degli azzurri: il Chievo passa in vantaggio e scatena i dubbi e le paure del San Paolo contro i giocatori del Napoli. Insigne, capitano dopo l'uscita dal campo di Hamsik per Milik, reagisce ai fischi e risponde, con i gesti e con l'assist a Milik per il momentaneo 1-1. Dopo il 2-1 di Diawara e la fine dela partita, l'attaccante non ha partecipato ai festeggiamenti dei compagni

NAPOLI NON MOLLA: 2-1 AL CHIEVO

Il pomeriggio dell'8 aprile non sarà facile da dimenticare per Lorenzo Insigne. Non per il risultato ottenuto dal suo Napoli, non per un gol da ricordare, ma per il rapporto con lo Stadio San Paolo. Abitualmente beniamino del pubblico napoletano, il numero 24 azzurro è stato abbondantemente fischiato durante la sfida con il Chievo. L'apice del dissenso tifosi-Insigne è stato toccato dopo il momentaneo 0-1 degli ospiti (avanti col gol di Stepinski), in seguito a una conclusione sparata alta dal capitano azzurro. Presa la fascia dopo l'uscita di Hamsik per Milik, Insigne ha iniziato una vera e propria battaglia personale con tutto lo stadio, che non ha di certo avuto "parole" e comportamenti positivi nei suoi confronti. Una sfida nella sfida, mentre tutto il Napoli (Insigne incluso) cercava di pareggiare almeno i conti, Insigne stesso lottava contro uno stadio probabilmente stanco, ma soprattutto impaurito, di veder sfumare il sogno Scudetto.

Dopo il pareggio col Sassuolo, il rischio di scivolare a -7 dalla Juventus è stata una Spada di Damocle sospesa sulle teste dei 45 mila di Fuorigrotta dal rigore 73' minuto, il momento del gol di Stepinski. Prima il quasi napoletano Sorrentino che para un rigore al top player del Napoli (Mertens), poi il polacco del Chievo che fa 0-1 e sembra assumere le sembianze di un killer. Un incubo per i tifosi del Napoli, contrariati dalla prestazione di squadra e soprattutto da quella di Lorenzo Insigne. Da idolo a bersaglio dei tifosi, tra fischi e risposte. Nei gesti (non belli), ma soprattutto nelle giocate per lui. Perché quella palla all'altro polacco, quello azzurro col 99 sulle spalle, è un colpo di genio e di tecnica fuori dal normale. Perché quel segno fatto alla tribuna ("state zitti") è nervosismo, grinta, voglia e attaccamento. Fame di vincere, desiderio di lottare per lo Scudetto. L'obiettivo di una vita, con quel patto da far diventare realtà: non è tempo per festeggiare, al punto che mentre tutta la squadra rimaneva in campo a esultare, dopo il fischio finale Insigne era già diretto verso gli spogliatoi.

Il futuro

Ancora a -4 dai super campioni della Juventus, a 76 giornate dalla fine e con uno scontro diretto ancora da giocare. E provare a vincere, fuori casa, in quello Stadium inespugnato. Dove al Napoli servirà essere un tutt'uno coi propri tifosi, anche se prima di quella partita c'è la trasferta di San Siro col Milan. Per poi tornare a casa, a ricucire un rapporto teso tra Lorenzo Insigne e una tifoseria che può ancora sognare lo Scudetto. Anche grazie alla partita dello stesso Insigne, tra fischi, polemiche, gestacci e un assist al bacio ad Arek Milik.