Juventus-Napoli, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Alfredo Giacobbe

BuffonMertens

Le differenze e le somiglianze tra Allegri e Sarri, Milik o Mertens, che partita dobbiamo aspettarci e altre domande per arrivare preparatissimi alla sfida Scudetto di domenica sera

JUVENTUS-NAPOLI: LA DIRETTA LIVE

All’andata, dopo un inizio in cui ha fatto possesso e ha trovato il vantaggio, la Juventus ha fatto un’ottima partita difensiva. Replicherà la strategia dell’andata?

Lo sviluppo tattico della partita d’andata potrebbe rappresentare più di un canovaccio per la super-sfida dell’Allianz Stadium. La Juventus potrebbe pensare di partire in maniera aggressiva, forte della spinta del pubblico amico, per intimorire l’avversario. Potrebbe provare, almeno inizialmente, a controllare il pallone, con l’intenzione di attirare il Napoli nella propria metà campo, per poi attaccare lo spazio alle spalle dell’altissima linea difensiva di Sarri, superata la prima pressione.

Superati i primi dieci minuti di gioco, la Juventus potrebbe pensare di passare il pallino del gioco al Napoli, iniziando a controllare non più la palla, ma gli spazi. Orientando opportunamente la propria pressione, gli esterni d’attacco della Juventus potrebbero indurre Koulibaly e Albiol a guardare verso il centro, piuttosto che verso le fasce, costringendo il Napoli a fare gioco in una selva di gambe. La Juventus si potrebbe abbassare per non concedere spazi tra le linee, perché se il Napoli riuscisse a trovare un uomo libero per la ricezione davanti alla difesa, le combinazioni veloci tra i giocatori offensivi potrebbero mettere in seria difficoltà anche due centrali esperti ma non rapidissimi nei primi passi e nei cambi di direzione, come Benatia e Chiellini.

In generale, Allegri ha sempre preferito un atteggiamento prudente negli scontri diretti, anche quando aveva uno svantaggio di classifica da recuperare. È successo nel celebre scontro diretto deciso da Zaza all’ottantottesimo, quando Allegri aveva chiuso a chiave la propria area di rigore sistemandosi con un 5-4-1 negli ultimi minuti. È successo anche in tempi più recenti, lo scorso dicembre, quando l’Inter si è presentata a Torino da capolista del campionato: pur dimostrandosi superiore nel corso dei 90 minuti, Allegri non prese mai un rischio extra per portare a casa l’intera posta. Oggi la Juventus è avanti di 4 punti, e paradossalmente dovrebbe avere uno stimolo maggiore per cercare la vittoria nello scontro diretto e chiudere il discorso Scudetto.

Le indiscrezioni della vigilia non lasciano però immaginare che Allegri possa prendersi dei rischi. Asamoah dovrebbe essere preferito ad Alex Sandro, che nella partita dello Stadium, un anno e mezzo fa, si perse Callejon per il gol del momentaneo 1-1. La Juventus dovrebbe poi schierarsi con il 4-3-3, che può garantire numerose linee di passaggio per sfuggire al pressing del Napoli, ma può anche offrire alternative tattiche in fase di non possesso. Ad esempio, con lo scivolamento di Matuidi dal centro verso la fascia, la Juventus potrebbe sistemarsi davanti alla difesa con due linee da 4, come già fece nella partita d’andata.

Col 4-3-3 si porrebbe il problema della marcatura di Jorginho. Se il Napoli riuscirà ad appoggiarsi ai terzini nella prima impostazione, la mezzala bianconera sul lato forte, il lato della palla, dovrà alzarsi per prendere in consegna il regista brasiliano. Se il Napoli cercherà una progressione nella fascia centrale del campo, Pjanic - la cui presenza non è ancora sicura - dovrà avanzare molto dalla sua posizione per aggredire Jorginho, ed evitare che il numero 8 azzurro possa girarsi verso la metà campo opposta e iniziare a scandagliare le opzioni di passaggio in avanti. Alle spalle del bosniaco la Juventus dovrebbe serrare le fila e scongiurare l’extrema ratio costituita dalle uscite aggressive dalla linea dei due centrali.

Come si ferma Douglas Costa?

Il brasiliano è l’uomo più in forma della Juventus. È il giocatore con più dribbling riusciti di tutta la Serie A, tra quelli che hanno disputato almeno 1000 minuti in stagione. Sono fondamentalmente due, gli errori da non commettere quando si affronta Douglas Costa: concedergli spazio e giocare d’anticipo. Se Costa ha spazio da prendere, se può partire in conduzione palla al piede, ha una velocità tale da diventare imprendibile per ogni altro calciatore del campionato. Bisogna quindi garantire sempre un’adeguata copertura all’uomo che controlla la zona in cui Costa porta palla, sia alle spalle dell’uomo (e in questo caso dovranno essere particolarmente attenti i centrali difensivi nelle uscite laterali), sia verso l’interno del campo (con le mezze ali azzurre maggiormente responsabilizzate nei raddoppi).

Douglas Costa è fulmineo nel dribbling, se il difensore si muove prima tentando l’anticipo, il brasiliano è sempre in grado di spostare palla indifferentemente di destro o di sinistro, anche all’ultimo istante. Un atteggiamento prudente, e la vicinanza dei compagni, può aiutare a rendere neutralizzare, almeno in parte, Douglas Costa.

Come cambia il Napoli con Mertens e Milik?

Il Napoli ha perso, dopo l’infortunio di Ghoulam, la capacità di minacciare le squadre avversarie allargando il fronte del gioco a dismisura. Ora che Mertens sta tirando il fiato (il belga è il terzo giocatore più impiegato del Napoli, dopo Callejon e Koulibaly), il Napoli sta perdendo anche la capacità di attaccare la dimensione verticale. Mertens è affaticato, forse anche solo mentalmente. Fa meno corse alle spalle dei difensori, si rifugia nella madeleine dei movimenti incontro alla palla. Così però le squadre avversarie non si allungano e, restando compatte, soffocano l’iniziativa dei giocatori tecnici azzurri.

La squadra di Sarri ha bisogno di un vero centravanti, un numero nove che attacchi la profondità, abbassando la difesa avversaria per creare spazi per gli uomini tra le linee. Milik ha in questo momento più energie di Mertens e una maggiore propensione alle corse senza palla verso la porta avversaria. La connessione che si sta creando tra l’attaccante polacco e Insigne potrebbe permettere al Napoli di superare le difficoltà offensive dei tempi recenti.

Gli avversari del Napoli, seguendo l’esempio della Roma vittoriosa al San Paolo, stanno concedendo agli azzurri la possibilità di arrivare al cross con più semplicità. Se la Juventus dovesse replicare la stessa strategia difensiva, almeno Milik rispetto a Mertens rappresenterebbe una più seria minaccia nei duelli aerei.

In cosa sono simili Sarri e Allegri...

Il rapporto che Sarri e Allegri hanno con i rispettivi spogliatoi è forse il punto di contatto più evidente tra i due. Gli allenatori di Napoli e Juventus godono della fiducia incondizionata dei propri uomini, per quello che riusciamo a capire attraverso il vetrino delle dichiarazioni degli stessi calciatori. Koulibaly ha dichiarato che Sarri, in fatto di tattica, ha una risposta per ogni sua domanda, ed è il motivo per il quale il difensore senegalese dice di fidarsi ciecamente del suo mister. Evra, nei suoi anni juventini, ha ribadito più volte quanto fosse eccezionale la capacità di Allegri di previsualizzare la partita dal punto di vista tattico. Evra sosteneva che il livornese era in grado di mettere i suoi giocatori in condizione di anticipare in campo le mosse dei propri avversari. L’empatia che Sarri e Allegri riescono a generare nel proprio gruppo si è rivelata una marcia in più nei momenti più difficili della stagione.

… e in cosa sono totalmente diversi

Pur condividendo alcuni princìpi tattici, Sarri e Allegri lavorano in allenamento in maniera diversa. Sarri è quello che si definisce un allenatore di campo, un tecnico che lavora anche sulla tecnica di base dei suoi giocatori per migliorarli individualmente. Basti guardare cosa ha fatto Sarri di Mertens: quella che sembrava un’ala molto tecnica e un po’ indisciplinata tatticamente, un perfetto dodicesimo uomo da utilizzare a partita in corso per sparigliare le carte, è diventato un eccezionale numero nove, sia dal punto di vista realizzativo che come set di movimenti.

Sarri lavora di cesello, il suo sistema tattico è talmente complesso che ogni minimo dettaglio diventa rilevante. Ecco spiegate le sessioni del giovedì dedicate alla difesa, riprese dall’alto con l’ausilio dei droni. O le sedute dedicate al ripasso degli schemi da calcio piazzato.

Allegri lavora per integrare le qualità degli straordinari campioni che ha a disposizione. Il movimento verso l’interno del campo, che Dybala fa naturalmente, assecondando il proprio istinto, è compensato dal movimento ad allargarsi della mezzala (a Crotone è un lavoro che ha cercato di fare Sturaro) o dall’avanzamento del terzino a garantire l’ampiezza. Il fiuto di Mandzukic nel piazzarsi sul secondo palo oltre l’ultimo difensore, è assecondato dai cross del terzino o della mezzala (spesso è addirittura Pjanic a ricercare il secondo palo, con un cross a memoria giocato di prima, dopo aver ricevuto palla da una posizione defilata). L’integrazione dei valori già esistenti fa sì che la somma delle parti sia maggiore del valore delle singole componenti.

Sarri è un orologiaio paziente, Allegri è un assemblatore instancabile. I risultati che entrambi ottengono dal materiale umano a loro disposizione è straordinario.

Quale sarà la zona di campo dove si deciderà la partita?

È inutile dire che l’attenzione degli spettatori dovrà cadere sul settore sinistro del Napoli e destro della Juventus, per svariati motivi. È la zona dove la squadra di Sarri crea gioco, ma è anche il settore dove saranno impiegati i due migliori uomini della partita. L’estro tecnico di Insigne e il caos provocato da Douglas Costa potrebbero sbilanciare una partita altrimenti troppo lineare nel suo sviluppo.

Inoltre è la zona nella quale Allegri è l’unico, vero dubbio di formazione, riguardo al ruolo di terzino destro. Lichtsteiner è apparso in difficoltà contro il Crotone: ha adottato sempre una posizione sul campo troppo stretta, e ha faticato ad uscire sulle discese di Martella, regolarmente perso in marcatura da Sturaro. Höwedes è un giocatore affidabile, ma ha soltanto 158 minuti giocati in stagione, e la rapidità dei piccoli del Napoli potrebbe essergli fatale.