Roma, Baldissoni: "Semifinale Champions sarà pietra miliare. Cessioni possibili per crescere ancora"

Serie A

Il direttore generale dei giallorossi ha rilasciato un'intervista esclusiva a Sky Sport: "Pallotta è ambizioso, vuole che la Roma diventi un 'Champions League team'. Ha ribadito la necessità del VAR, ma sempre nel rispetto dell'arbitro. Cessioni a giugno? Ancora possibili, ma sempre in una strategia di crescita del club. Il prezzo di Alisson lo farà il mercato, al rinnovo di Florenzi ci sta lavorando Monchi. Stadio? Primo mattone tra fine 2018 e inizio 2018" 

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In corsa per qualificarsi ancora in Champions League, un contesto in cui la Roma si è dimostrata all’altezza e con grandissimi meriti. L’impresa col Barcellona e quella sfiorata col Liverpool hanno dato una nuova consapevolezza alla squadra, come ha voluto sottolineare anche il direttore generale dei giallorossi, Mauro Baldissoni, nell’intervista esclusiva concessa a Sky Sport.

C’è rammarico per come si è concluso il cammino in Champions League?
“Ci mancherebbe che non ci sia rammarico: quando ci si gioca fino all’ultimo minuto una semifinale di Champions bisogna pensare di poter arrivare in finale. Sicuramente il Liverpool ha fatto un grande partita d’andata ma era una squadra alla portata. Non va ignorato il percorso della squadra, ci rimane una grande consapevolezza: abbiamo come impegno e obiettivo quello di portare la Roma ad essere tra le grandi d’Europa. È ambizioso ma il presidente ha sempre usato il termine ‘Champions League team’. Ciò che abbiamo visto in questa edizione costituisce una pietra miliare del nostro percorso, sarà il nostro nuovo punto di partenza: la consapevolezza di poter giocare certe partite non da vittime sacrificali ma da protagonisti che meritano di accedere al turno successivo.

Che tipo di atmosfera ha avvertito in città?
“I risultati aiutano a leggere e riconoscere il lavoro che si fa, e se si raggiungono certi obiettivi vuol dire che il lavoro è stato eccellente. Ritengo che i tifosi possano riconoscere alla società un certo impegno. Ho sempre avvertito molto rispetto, in questo senso, è ovvio che ora ci sia più entusiasmo. In città c’è la necessità di sciogliere questa patina di non poter raggiungere ciò che si sogna e forse pian piano stiamo cominciando a capire che ci sono obiettivi che sono alla nostra portata”.

I ringraziamenti sentiti della moglie di Sean Cox sono un segnale che la società ha saputo muoversi nel modo giusto nel prendere le distanze da quanto accaduto?
“Credo che sia chiaro che non ci siano mai stato momenti di esitazione o incomprensioni: non tolleriamo che ci sia qualsiasi concessione alla violenza. Chi pensa di andare in giro per affermare se stesso in qualche modo di questo tipo, è bene che sappia che si tratta di vigliaccheria e come per la violenza non c’è spazio per queste nel calcio per la Roma. Su questo abbiamo una posizione molto ferma”.

La Roma non ha avuto un buon arbitraggio nella gara di ritorno, ma le parole di Pallotta sono state forti. Sa che può incorrere in qualche sanzione dall’UEFA?
“Il presidente ha ribadito la necessità del VAR in Europa, è chiaro che i toni forse siano stati troppo accesi nell’immediato post partita ma noi non dobbiamo preoccuparci degli errori arbitrali bensì di quelli nostri. Perché se un arbitro sbaglia, ne è consapevole lui per primo. Il rispetto non deve mai mancare, altrimenti è inutile anche giocare”.

Il 30 giugno si chiude l'anno fiscale ed è una data che "spaventa" i tifosi. Coi 100 milioni di guadagni dalla Champions cambia qualcosa nell'approccio sul mercato, oppure sara non ancora necessarie cessioni per fare plusvalenza come quella di Salah?

"Quando chiude l'anno fiscale bisogna essere in regola con dei numeri che necessariamente dobbiamo far quadrare a livello internazionale per via del Financial Fairplay. Abbiamo spiegato tante volte che arrivare ad andicipare delle cessioni serve per ricalibrare il disavanzo fra costi e ricavi per rimanere all'interno delle regole stabilite dall'Uefa. Ma è una scelta fatta per poter competere ad alti livelli. Se servono cessioni vuol dire che i costi sono stati più alti dei ricavi e questo lo si è fatto per rimanere competitivi. E' sicuramente un'opportunità che in passato abbiamo colto e i risultati ci hanno dato ragione. Continueremo a farlo anche in futuro, ma ovviamente più si accede ai ricavi e meno si avrà necessità di ricorrere a cessioni "tattiche". Se potrebbe accadere quest'estate? Sì, potrebbe. Perchè il trasferimento dei giocatori è un'attività fisiologica all'interno di una strategia di crescita attraverso il bilanciamento dei conti".

Come valuta il lavoro di Di Francesco?

"Di Francesco è stata la prima scelta del direttore sportivo, lo ha seguito e voluto. Ci piace la sua metodologia di lavoro, sia nell'aspetto tecnico in campo ma anche fuori. Nel finale della partita contro il Liverpool ha detto che non bisognava preoccuparsi dell'errore dell'arbitro, nella testa dei giocatori non dovevano esserci pensieri negativi ma bisogna mantenere sempre la convinzione di potercela fare anche a pochi secondi dalla fine. Questo simboleggia il messaggio che ha lanciato ai calciatori dall'inizio dell'anno, ha dimostrato sin dal primo anno in Champions League qual è il modo giusto per affrontarlo. E' un grande lascito che la squadra ottiene e che è un ottimo presupposto per la prossima stagione".

Qual è il prezzo di Alisson?

"Non si dà un prezzo a un giocatore già dall'inizio, ma questo lo fa il mercato. Ma ormai da tempo è la volontà del calciatore a essere importante, non solo quelle delle società: quindi bisogna mettere d'accordo queste tre componenti".

Rinnovo di contratto per Florenzi?

"E' di competenza del direttore sportivo, abbiamo preso il migliore forse in Europa e sono dinamiche che gestisce lui. E fa parte del suo lavoro essere in contatto con l'agente di Florenzi per l'eventuale rinnovo".

Novità in squadra per il prossimo anno?

"Penso che questo gruppo è insieme da tanti anni, la stragrande maggioranza di giocatori che solitamente giocano titolari sono da tantissimo tempo in questa squadra. Sappiamo che la stabilità tecnica è un valore ma sappiamo anche che bisogna integrare il gruppo, non solo tecnicamente ma anche nell'amalgama di interrelazione tra giocatori. Questo determina sempre delle scelte. Non so quanti calciatori cambieremo, una valutazione non è stata fatta ancora perchè la stagione è ancora in corso".

Questo stadio si fa? Quando vedremo il primo mattone?

"Siamo nella fase di pubblicazione del progetto, fino all'11 giugno ci sarà tempo per commenti e osservazioni e dopo quella data si ritorna nel campo delle istituzioni, che dovranno approvare la variante urbanistica e notificare i documenti per i permessi. Questo dovrebbe finire entro l'estate, poi ci saranno tempi tecnici per le gare per i lavori pubblici, cercando di far partire anche i lavori privati. Il tutto potrebbe concludersi entro sei mesi, per posare il primo mattone tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019".

Il presidente ha chiesto alle istituzioni di accelerare, una sorta di “o vi muovete o me ne vado”. Era una provocazione? E l'ultimo abbraccio ricevuto in Champions lo ha avvicinato ulteriormente alla Roma?

"Il presidente è legato a questa società, non mollerebbe facilmente perchè vuole portare la Roma in alto. Quello che sottolinea sempre è la differenza di opportunità che c'è tra l'avere lo stadio o meno, ma anche i costi quotidiani che sono anticipati da lui in questo senso. Ogni ritardo che porta allo slittamento dei lavori per lo stadio comporta l'anticipazione di costi con il ritardo nel rientro. Ma in questa fase il rischio è scongiurato, le istituzioni hanno capito la bontà del progetto e siamo fiduciosi nel vederlo realizzato al più presto".

La Roma arriva in Champions?

"Siamo al terzo posto, non vedo perchè no".