Mattiello, dalla Roma alla Roma: un gol per chiudere il cerchio del destino

Serie A

Nel 2015 il terribile infortunio alla seconda da titolare in A, contro la Roma. Adesso l'esterno del Bologna potrà associare ai giallorossi un nuovo ricordo, quello del suo primo gol in carriera. Celebrato, da ex-juventino, con esultanza alla Cristiano Ronaldo

BOLOGNA-ROMA 2-0, LA CRONACA DEL MATCH

LE PAGELLE 

Certi gol hanno un significato speciale, sono la chiusura di un cerchio. Dalla Roma alla Roma è il titolo della favola circolare scritta da Federico Mattiello, una storia di rinascita che era iniziata con un terribile infortunio e che si è chiusa con un gol. O meglio: riparte da un gol, perché chiuso il cerchio adesso è tempo di ricominciare, magari provando anche a recuperare il tempo perduto.

È l’8 marzo 2015 quando la sfortuna bussa alla porta dell’allora 19enne Mattiello, promettente giovane scuola Juve che i bianconeri avevano ceduto in prestito al Chievo per consentirgli di accumulare minuti in Serie A. L’anno prima, il 9 novembre 2014, Allegri l’aveva lanciato nel grande calcio dopo averlo visto fare grandi cose con la Primavera (Coppa Italia, con gol nella finale di ritorno, e Supercoppa), regalandogli l’esordio in un 7-0 contro il Parma, 10 minuti al posto di Marchisio. La giornata dopo, altri 15, quarto d’ora finale nel 3-0 alla Lazio, a testimonianza di come Allegri lo veda: non c’è dubbio che il futuro sia dalla sua parte. Proprio in quest’ottica, come detto, arriva il prestito al Chievo (che lo conosceva bene fin dai tempi della Primavera) nella finestra di mercato invernale. Prestito secco, perché i bianconeri non hanno intenzione di privarsene, ma solo di farlo crescere.

Roma capitolo I: l'infortunio-choc

Maran lo testa per la prima volta il 15 febbraio 2015, mezz’ora finale contro la Sampdoria. Il minutaggio sale, la fiducia cresce, e così due settimane dopo arriva il giorno della prima da titolare, contro il Milan: Mattiello è il migliore in campo, mostrando una personalità fuori dal comune e ottime doti tecniche. Una prestazione finale tanto incoraggiante da regalargli una nuova maglia dal primo minuto alla giornata seguente. E qui, contro la Roma, la bella favola prende la piega sbagliata: quella di una gamba che, rimasta sotto a Nainggolan in un terribile scontro, si torce in maniera innaturale dopo neanche 20’ di gioco. Il responso, frattura esposta di tibia e perone, è una mazzata, soprattutto per un ragazzo di 19 anni alla sua seconda partita da titolare in A. Esce dal campo tra gli applausi di incoraggiamento dello stadio e le lacrime di qualche compagno, che si rende subito conto della gravità dell’infortunio. Operato immediatamente, 7 mesi di stop.

Stessa gamba, seconda frattura

Tornerà in campo il 19 ottobre seguente, riprendendo da dove aveva lasciato, ancora in maglia Chievo: titolare contro il Genoa, un assist per il gol di Pellissier e una preghiera: “Ora basta parlare di quell’infortunio. Voglio che si parli di me perché dimostrerò di essere un buon giocatore, non voglio essere ricordato solo come quello dell'infortunio grave contro la Roma”. Solo tre giorni dopo, però, il destino decide di prendersi gioco di lui, accanendosi: nuovo infortunio, nuova frattura alla stessa tibia operata a marzo e appena risaldata, questa volta in allenamento.

Per rinascere per la seconda volta dopo un’esperienza del genere serve una forza d’animo speciale. Mattiello torna alla Juventus e trascorre l’intera stagione 2016-2017 a osservare i compagni, una manciata di panchine senza scendere mai in campo, continuando a recuperare; poi, in estate, un nuovo prestito alla Spal, con lo scopo di fare finalmente una stagione vera. E così è, perché già ad ottobre si prende anche la maglia da titolare e a gennaio l’Atalanta è così certa del suo recupero da acquistarlo a titolo definitivo, lasciandolo comunque alla Spal fino al termine del campionato.

Roma capitolo II: il primo gol in A

A questo punto della storia, Mattiello è un giocatore che si è ripreso totalmente, lasciandosi alle spalle i due infortuni, ma per mettere il sigillo manca solo una cosa: il gol. E allora il destino decide di restituirgli qualcosa, e per il primo in A sceglie una partita speciale. Contro la Roma, quella Roma a cui non voleva essere “associato” per l’infortunio e a cui ora sarà legato per il ricordo di una gioia, celebrata con esultanza alla Cristiano Ronaldo (quella con il “saltino”) prima di essere sommerso dall’abbraccio dei compagni. Il Bologna, il club da cui è ripartito un’altra volta questa estate, non ne aveva ancora segnati dopo 4 giornate di campionato. Bello che il primo sia stato il suo, nel segno della ripartenza.