Juventus-Bologna, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Fabio Barcellona

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Juventus e Bologna si troveranno nel turno infrasettimanale a giocare una partita simile a quella di tre giorni prima: i bianconeri dovranno provare a scardinare una difesa molto organizzata e i rossoblù saranno concentrati a difendersi

JUVE-BOLOGNA LIVE

Juventus e Bologna si affronteranno all’Allianz Stadium reduci da due buone vittorie ottenute rispettivamente contro Frosinone e Roma. Per i bianconeri l’impegno in Ciociaria era sulla carta piuttosto semplice, ma sono stati necessari 81 minuti per abbattere il muro difensivo costruito da Longo, quando per la Juve il rischio di tornare a casa solamente con un pareggio era ormai diventato una prospettiva concreta. Per il Bologna l’impegno casalingo contro la Roma non sembrava alla portata. La squadra di Inzaghi arrivava con un solo punto in classifica e senza avere segnato nemmeno un gol nelle prime 4 giornate di campionato. Le voci di un possibile esonero di Inzaghi cominciavano a circolare, ma la sorprendente vittoria ottenuta contro la squadra di Di Francesco ha dato ossigeno alla classifica e ha consentito al tecnico di preparare con maggiore tranquillità la proibitiva sfida contro la Juventus.

Il Bologna di Inzaghi

A Bologna Inzaghi è ripartito dal 3-5-2 che aveva fatto le fortune del suo Venezia nella scorsa stagione di serie B. Il tecnico sta costruendo una squadra che, specie contro gli avversari più forti, mostra uno spiccato carattere reattivo. In fase di non possesso palla i due esterni di centrocampo si allineano con i difensori e i tre centrocampisti rimangono vicini alla linea arretrata formando, assieme ai due attaccanti che si abbassano sotto la linea del pallone, un blocco compatto che mira a togliere spazio alla manovra offensiva avversaria.

Lo stretto 5-3-2 difensivo del Bologna contro la Roma

Il baricentro della squadra è sempre piuttosto basso, per congestionare gli spazi e togliere profondità; contro la Roma, ad esempio, il baricentro si è situato a soli 43 metri, con una distanza media tra il reparto arretrato e gli attaccanti pari a circa 24 metri, a dimostrazione dell’estrema densità dell’intera squadra. Non bisogna tuttavia pensare che il Bologna si limiti ad ammassare giocatori davanti a Skorupski: quella dei rossoblu è una fase difensiva organizzata in cui le distanze tra i calciatori sono sempre rispettate e i tempi di uscita e copertura reciproca sono piuttosto precisi. Il perno della difesa è l’ex Udinese Danilo, da anni abituato a giocare da centrale di una linea dispari.

Infortunatosi Helander, il giovane Calabresi ha guadagnato il posto da titolare ai danni dal costaricense Gonzalez nella partita contro la Roma, completando con De Maio il terzetto arretrato. Supportati dagli esterni, i tre difensori riescono a proteggere il centro dell’area e, al contempo, a marcare in maniera aggressiva i propri riferimenti offensivi, forti dell’equilibrio e della copertura fornita dagli altri componenti della linea a 5.

In fase di non possesso è richiesto un grosso contributo dinamico ai centrocampisti, e, in particolar modo, alle due mezzali che, con gli esterni che rimangono bloccati in basso, hanno il compito di difendere sugli esterni bassi avversari, per poi ripiegare velocemente in mezzo, appena la palla torna verso il centro del campo. Anche gli attaccanti sono pienamente coinvolti nella fase difensiva, abbassandosi e, schierandosi prevalentemente in orizzontale, provano a schermare il centro per dirottare la manovra avversaria verso l’esterno. La strategia difensiva di Inzaghi sta in qualche maniera funzionando: in 2 partite su 5 la sua squadra non ha subito gol e il dato delle reti subite, 5, è in qualche maniera "drogato" dalle 3 subite negli ultimi 20 minuti della partita persa contro l’Inter (dove comunque la squadra si era difesa bene, prima di sciogliersi nel finale).

I problemi principali, tuttavia, sono in attacco. Il Bologna è la peggiore squadra della Serie A per tiri nello specchio assieme al Frosinone (1.8 a partita) e, fino al match contro la Roma, il gol era stato un vero miraggio. Centrando la propria identità su una fase difensiva attenta e dal baricentro basso, il Bologna punta molte delle proprie chance offensive sulle ripartenze e sullo sfruttamento dei calci piazzati.

L’idea di Inzaghi è di risalire velocemente il campo appena dopo il recupero del pallone, giocando direttamente sulle punte, che avrebbero il compito di far avanzare il resto della squadra. In alternativa il Bologna punta sulle corse sulle fasce degli esterni di gamba a disposizione: Mattiello sulla destra, Dijks o Krejci sulla sinistra. Tuttavia, nonostante il grosso lavoro dell’infaticabile centravanti paraguaiano Santander, il piano di Inzaghi, almeno fino alla partita contro la Roma, non ha funzionato, specie a causa della modesta qualità degli interpreti.

Come di consueto il Bologna difende molto basso. È Santander a recuperare palla al limite della propria area e a lanciare la ripartenza che porta al gol del 2-0 contro la Roma.

Le lacune tecniche vengono amplificate contro difese avversarie schierate. Il Bologna prova a costruire coi tre difensori, occupando l’ampiezza con gli esterni e utilizzando le mezzali per gli inserimenti innescati dalle ricezioni delle punte. Le statistiche rivelano però tutte le difficoltà dei rossoblu: quella di Inzaghi è la penultima squadra di serie A per possesso palla (41.2%) e l’ultima per dribbling tentati (2.6 a gara) e, soprattutto, per precisione di passaggi (74.5%) a testimonianza delle difficoltà a costruire una manovra offensiva fluida e davvero pericolosa per gli avversari. Il Bologna è così costretto a giocare tantissime palle lunghe verso le sue due punte (ben il 19% dei passaggi): Santander è il giocatore di serie A che ha giocato più duelli aerei (51) vincendone solo 1 in meno di Pavoletti (31).

La Juventus contro un 5-3-2 molto chiuso

Contro il Bologna è probabile che la Juventus troverà lo stesso contesto tattico incontrato a Frosinone. Come quella di Inzaghi, anche la squadra di Longo ha schierato un 5-3-2 molto basso e compatto, lasciando ai lanci lunghi verso il centravanti Perica l’arduo compito di risalire il campo.

Per scardinare la densa disposizione difensiva avversaria è stato determinante l’ingresso in campo di Federico Bernardeschi in posizione di mezzala sinistra. Partendo dal centrosinistra, il numero 33 bianconero aveva il compito, sul lato forte, di attaccare con un taglio interno-esterno la zona alle spalle dell’esterno basso Zampano, per ricevere in ampiezza e tirare fuori dalla sua zona il centrale di destra del Frosinone, Goldaniga. Sul lato debole, invece, Bernardeschi doveva attaccare la zona del secondo palo nel cuore dell’area di rigore avversaria, provando a sfruttare la qualità dei cross di Cancelo dalla destra.

La mossa di Allegri è pienamente riuscita, anche grazie al formidabile stato di forma del suo giocatore che, in meno di mezz’ora, ha mandato al tiro ben 4 volte i compagni, è andato al cross per 6 volte e ha segnato il gol del 2-0, quando, dopo il vantaggio conseguito, era stato spostato esterno di destro del 4-4-2 con cui la Juventus ha chiuso la partita.

La palla è ad Alex Sandro, su cui esce l’esterno basso Zampano. Partendo dalla posizione di mezzala sinistra Bernardeschi attacca lo spazio alle spalle di Zampano, costringendo il centrale di destra Goldaniga ad abbandonare il cuore dell’area frusinate

Per il resto, la partita di Frosinone, che seguiva l’ottima vittoria in Champions League di Valencia, ha confermato la ricchezza qualitativa della rosa bianconera, capace di privarsi nell’XI titolare, senza subire alcun contraccolpo, di Bonucci, Cancelo, Matuidi, Khedira, Douglas Costa e lo stesso Bernardeschi e riproposto il quesito della corretta collocazione di Paulo Dybala in uno schieramento con 4 difensori e 3 centrocampisti.

Attacco contro difesa

È prevedibile che Juve e Bologna si trovino a fare la stessa partita di tre giorni fa, con i bianconeri impegnati a scardinare gli angusti spazi del 5-3-2 avversario e i rossoblù concentrati a difendere, cercando di approfittare di qualche ripartenza per alleggerire la pressione juventina. Il turno infrasettimanale e i prossimi impegni contro il Napoli e lo Young Boys in Champions League, suggeriscono che Allegri farà la formazione con un occhio alle partite successive. In conferenza stampa il tecnico bianconero ha già annunciato che in porta giocherà Perin e in attacco CR7 e Dybala. Non ha chiuso all’ipotesi di una difesa a 3. Ad ogni modo, quale che sia il modulo di gioco e i suoi interpreti, sarà importante muovere velocemente il pallone per spostare da una parte all’altra il blocco difensivo di Inzaghi e, come nell’ultima mezz’ora a Frosinone, attaccare con qualità l’ampiezza, fornita domenica scorsa dagli ingressi di Cancelo e Bernardeschi. Insomma, bisognerà trovare trovare spazi da dove rifinire e, in ogni caso, dilatare la retroguardia avversaria.

Inzaghi è a corto di uomini in mezzo al campo dove alle assenze dello squalificato Pulgar e del lungodegente Donsah, si aggiungeranno quelle per infortunio di Poli e del giovane svedese Svanberg. Per completare il reparto con l’ungherese Nagy e Dzemaili, rimane solamente il giovane colombiano Valencia. Più probabilmente Inzaghi schiererà Krejci come mezzala sinistra e l’olandese Dijks come esterno sinistro. Il tecnico rossoblù dovrà fare affidamento alla buona efficienza della propria fase difensiva per contenere gli attacchi della Juventus ma dovrà provare almeno a risalire il campo ogni tanto per respirare. Novanta minuti di attacchi bianconeri potrebbero essere davvero troppi, anche per una retroguardia solida come quella del Bologna.