Inter-Milan, derby dei giovani: due filosofie a confronto

Serie A

Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Kessié e Cutrone da una parte, Skriniar, Keita e Lautaro dall’altra. Spalletti contro Gattuso. Età media e partite giocate in stagione dagli Under 23. Inter-Milan non sarà scontro generazionale, ma le filosofie sono ben distinte. Progetto giovani in rossonero, mentre nei nerazzurri…

INTER, INFORTUNIO PER VECINO: DERBY A RISCHIO

TALISMANO HIGUAIN, MAI PERSO UN DERBY NEI 90'

Il derby non si gioca: si vince. Il come in quei novanta minuti è sola una questione secondaria. Fonamentale nel progetto di una squadra ma meno del risultato, almeno quella notte. Perché Inter-Milan o Milan-Inter cambia una stagione. Come succede a Roma, Genova, Madrid e Barcellona o a Manchester. Conta la vittoria, che arrivi coi giovani o con gli uomini di esperienza. Quella mentalità che fa però la squadra. La questione della filosofia sta allora tutta lì: il Milan ha scelto una nuova linea verde per ripartire. L’Inter di oggi punta solo sui giovani garantiti, fiducia al cento per cento a chi ha già dimostrato di meritarla mentre gli altri hanno ancora il freno a mano tirato. I numeri lo raccontano bene. 36 le presenze dei giocatori rossoneri Under 23 in stagione. 20 quelle dei nerazzurri. Cinque nomi su cui il Milan ha già puntato forte (Donnarumma, Romagnoli - peraltro capitano -, Calabria, Kessié e Cutrone) contro i tre dell’Inter (Skriniar, Keita e Lautaro). 25,4 l’età media dei rossoneri in queste prime giornate di campionato, quarta più giovane della A. Più in alto, a quota 27.6 l’Inter. Scelte del club e scelte degli allenatori, anche loro specchio della situazione. Da una parte Spalletti, 59 anni sulla carta d’identità, contro i 40 di Gattuso. Ventuno anni fa la prima panchina in A per Luciano, e nel 1994 il via alla carriera da allenatore, quella che Ringhio ha invece iniziato nel 2013 sbracando poi tra i grandi solo nel 2017. Benevento, Brignoli e il gol da pazzi del portiere che poteva stroncare la sua carriera. Ma è stato proprio da un derby qualche giorno dopo che è nato il suo primo Milan.

Il regalo di Patrick

Era il dicembre del 2017 quella sera. Derby di un Natale posticipato al 27. La svolta del Milan di Gattuso arriva infatti in centoventi minuti di Coppa Italia dove la zampata decisiva porta la firma di Patrick Cutrone. Quel girono entra e segna, come si sta abituando a fare anche anche all’ombra del Pipita Higuain in questa stagione. La linea giovane rossonera passa tra cinque giocatori con almeno sei gettoni messi da parte, ma sopratutto nei nomi di Donnarumma e dello stesso Cutrone. Prima di quel gol all’Inter il disastro con Montella in panchina e l’esonero. Gattuso arriva e le cose non migliorano. Poi ci pensa Patrick: sotto la Curva Sud segna un gol che pesa come un macigno per il morale. La squadra migliora e lui anche: otto vittorie e zero sconfitte nelle seguenti undici. Poi un calo e la nuova annata, finalmente da zero ma con le certezze maturate. Higuain davanti fa sognare ma Cutrone sa mettere lo zampino praticamente ovunque, e sempre. Da agosto ad oggi non parte mai da titolare ma segna tre gol (tutti pesantissimi) in 99 minuti. Uno ogni 33. E nel suo quarto derby proverà ad alzare la media, anche partendo quasi certamente fuori dai titolari.

A1 Roma-Milano

Panchine bollenti. Da una parte e dall’altra. Perché se Cutrone siederà quasi certamente su quella del Milan, sulla sponda opposta ecco Keita. Nove gettoni in stagione, ancora zero gol. Per un giocatore dal talento indubbio ma che deve ancora sbloccarsi e lasciare il segno. Panca o campo? Facile immaginare la prima opzione, ma Spalletti lo ha voluto anche per quello: entrare e cambiare la partita in corso. Nel derby sarebbe pesante come non mai. Lui che a Roma, altra piazza caldissima (se non di più), ne ha deciso uno con una doppietta nel 2017. Sette giocati e quattro persi. Due vittorie e un pari. Segnare per se stesso e per l’Inter perché in un derby, si sa, ogni giocata può essere decisiva e cambiare completamente la stagione.

Predestinato

Chi invece sarà sicuramente in campo nel derby è Gigio Donnarumma. Il Milan sposa la linea giovane? Lui ne è l’ambasciatore numero uno. Un po’ perché portiere e un po’ perché simbolo del futuro, dopo tutte quelle turbolenze estive che nel 2017 sembravano averne segnato la fine della storia in rossonero. Lui, milanista da sempre e coi numeri del predestinato: 132 giocate in prima squadra ad appena 19 anni. Classe ’99, esordio a 17 anche nella Nazionale. Come Gigio pochi altri nella storia. Il primo derby contro l’Inter fu subito meraviglioso: tre gol fatti, zero subiti. Prima del doppio 2-2 e delle tre reti di Mauro Icardi che sventola la maglietta sotto la Nord dopo aver bucato la sua porta.

Milan ferma il Milan. E Lautaro...

E con Donnarumma ci saranno quasi certamente anche Romagnoli, Calabria e Kessié. Il gruppo Under 23 che nell’Inter avrà invece un portabandiera solitario, dal nome che suona come un ossimoro: Milan Skriniar. Tra i migliori d’Italia e di tutta Europa per rendimento. Ieri con Miranda oggi con de Vrij, muro della difesa. Centralissimo ma volendo anche terzino o centrocampista di impostazione come in nazionale. L’unico dei giovani in campo, e di cui Spalletti si fida al cento per cento. Questione di filosofia del club e dell’allenatore. Il terzo identikit? Lautaro Martinez, per cui vale lo stesso discorso di Keita e anche lui ancora fuori dal giro dei titolari fissi. Fresco del gol in nazionale che potrebbe lanciarlo in nerazzurro dopo aver già trovato la prima erte ufficiale interista in campionato contro il Cagliari. Anni? 21. Speranze? Tantissime. Ma per ora dovrà accomodarsi in panchina.