Zaniolo, parlano i genitori: "Così è nata questa favola"

Serie A

Nicolò Zaniolo visto da... i suoi genitori. In due interviste, papà Igor e mamma Francesca ripercorrono le tappe e rivivono le sensazioni esplose dopo aver realizzato di avere un futuro campione in famiglia. La mamma: "Ho pianto dopo il primo gol". E un retroscena dal papà: "Fu a un passo dalla Juve"

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LA STORIA DI NICOLÒ ZANIOLO

Una prospettiva… diversa. Privilegiata sicuramente. È quella di Igor Zaniolo e Franscesca Costa, genitori di Nicolò Zaniolo, giovane promessa del calcio italiano che sta affermando alla Roma. In due interviste distinte, al Messaggero e alla Gazzetta dello Sport, rispettivamente papà e mamma ripercorrono le tappe della (ancora) breve carriera del figlio, rivivono le sensazioni e svelano aneddoti. Ne viene fuori un ritratto nuovo del Nicolò calciatore, ma soprattutto del Nicolò ragazzo. “Era un bambino tremendo, iperativo – dice la mamma – sempre dietro al pallone: una volta con una pallonata si fece cadere addosso la tv”. La prima svolta fu la Fiorentina: “Nicolò era in prima media, andava e tornava da La Spezia a Firenze, fino alle 9 di sera. Come andava a scuola? Apprendeva subito grazie alla memoria fotografica: ci spiegò tutto un medico sportivo, dicendoci che chi come lui calcia col sinistro ma usa la destra per tutto il resto, probabilmente ha sviluppato in modo maggiore la parte del lobo temporale del cervello: ecco perché è estroso anche in campo. A scuola però si fermò al terzo liceo scientifico sportivo, non riusciva a mantenere troppo l’attenzione. Io avrei voluto che almeno il diploma lo prendesse”.

La bocciatura a Firenze e il nuovo inizio

Firenze però è anche una tappa che avrebbe potuto segnare in negativo la carriera di Nicolò, lo spiega anche papà Igor: “La Fiorentina lo aveva tagliato dalla Primavera, quella di farlo ripartire dall’Entella fu una mia idea. Si sarebbe riavvicinato a casa (La Spezia), ritrovando la serenità. Nicolò non si aspettava quella bocciatura e nemmeno io ancora oggi mi spiego il motivo”. “Scoppiai a piangere quando lo seppi – rivela mamma Francesca – perché sapevo come avrebbe reagito mio figlio e avevo ragione: la prese male. Ma Igor fu lungimirante”. La mossa di papà Zaniolo infatti diede un nuovo slancio alla carriera di Nicolò: “Se avesse fallito all’Entella sarebbe finito in D come fuori quota. Fortunatamente tutto è andato bene ed è nata questa favola”. Una favola che ha vissuto un altro momento sliding doors proprio alla fine dell’esperienza all’Entella: “In quella stagione fece benissimo e fu seguito da Juventus, Colonia e Villarreal. Con i bianconeri era tutto fatto, in dirittura d’arrivo. Poi però arrivò l’Inter e bruciò tutti, offrendo 1,8 milioni che con i bonus arrivavano a 3,5”.

La Roma

Il resto è storia recente, con il passaggio alla Roma: una meta speciale soprattutto per mamma Francesca: “Tifo Roma da quando ho 20 anni, per Totti. L’ho sempre ammirato in campo – rivela – quando l’ho visto per la prima volta a Trigoria mi sono messa a piangere. Lui mi ha detto ‘ma che piangi per me?’ e Nicolò: ‘ma che figure mi fai fare!’, c’era anche Igor che si è messo a ridere”. Ora la famiglia Zaniolo è temporaneamente separata: “Igor è rimasto a La Spezia per lavorare nel nostro bar, l’altra mia figlia Benedetta sta con lui. Io sto a Roma con Nicolò, lo accompagno agli allenamenti e gli preparo da mangiare: tutto tranquillo, anche se lui vorrebbe tutti noi qui”.

Il primo gol in Serie A

Anche il primo gol di Zaniolo, segnato contro il Sassuolo, rivive attraverso il doppio racconto: “Igor era all’Olimpico con i miei genitori – svela Francesca – io a casa con Benedetta. La mia reazione? Indovini… Ho pianto. Strano, vero?”. Da ex-calciatore, papà Igor invece racconta: “Dopo la partita gli ho chiesto come avesse fatto e se non fosse più semplice concludere in diagonale sul secondo palo. Lui però mi ha guardato e mi ha detto ‘perché, cosa ho fatto?’ Ma in quella risposta non c’era presunzione, né falsa modestia. La sua forza è proprio quella sfrontatezza, grazie alla quale non sembra neanche diciannovenne”. Infine, qualche aneddoto firmato mamma Francesca: “Da piccolo tifava Juve, sì, ma non è mai stato sfegatato. Il suo idolo era Kakà, ora mi ha detto che è Modric. Se a casa mi portasse una velina? Non c’è problema, magari faccio un selfie con lei e lo posto su Instagram, tanto ormai Nicolò non si arrabbia più”.