Fiorentina-Napoli, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Francesco Lisanti

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L'anno scorso la trasferta a Firenze spense i sogni di scudetto del Napoli, stavolta gli azzurri sono più lontani dal primo posto della Juventus e devono contenere il grande momento di forma di Chiesa e Muriel

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Fiorentina e Napoli si ritroveranno a Firenze per la prima volta dal 3-0 dello scorso 29 aprile che consegnò definitivamente lo scudetto alla Juventus. Protagonista assoluto della partita fu Giovanni Simeone, che invece questo pomeriggio dovrebbe partire dalla panchina, dopo una serie di prestazioni opache. Il numero 9 viola registra un volume di tiri tentati mediamente basso, 2.1 per 90 minuti, esattamente la metà di Chiesa, e nonostante la buona selezione, (75% all’interno dell’area di rigore, 47,5% nello specchio della porta), ha segnato solo 4 gol, accumulando almeno altrettanti errori marchiani.

Anche il Napoli nel frattempo è cambiato. Se sotto la guida di Sarri la circolazione della palla ricordava l’organizzazione dei formicai, con la costruzione di strutture geometriche ad alta densità che permettevano l’avanzamento lungo le catene di fascia, sotto la guida di Ancelotti ha assunto piuttosto l’aspetto di una ragnatela avvolgente che abbraccia il campo, in questo 4-4-2 estremamente fluido che dilata gli spazi per aumentare l’imprevedibilità offensiva. La postazione di controllo da cui Marek Hamsik governava i flussi di gioco è stata occupata stabilmente da Fabián Ruiz, che sarà confermato al centro del campo al fianco di Allan.

Il capitano del Napoli sembra ormai prossimo alla cessione al Dalian Yifang, e per questo non è stato convocato per la trasferta di Firenze. Lascerà quindi il Napoli in silenzio, a mercato già chiuso, un epilogo vagamente triste per una grande storia d’amore. Per la Fiorentina, invece, il mercato ha rappresentato una grande opportunità di crescita: l’approdo del solo Luis Muriel è bastato a rivitalizzare una squadra che aveva dimenticato come vincere le partite (6 pareggi e 2 sconfitte dal 30 settembre al 15 dicembre). Il colombiano ha da subito rispolverato le mosse á la Ronaldo Nazario che lo avevano lanciato nel calcio europeo: i 4 gol nelle ultime 4 partite ne certificano lo stato di forma.

Cambio di gioco di precisione quantistica: l’ultimo grande gesto tecnico di Marek Hamsik con la maglia del Napoli.

Il Napoli può contenere Muriel?

La Fiorentina è una squadra con scarso equilibrio, e una qualità media non sempre all’altezza delle sue ambizioni. Forse dopo le prime giornate di campionato, piuttosto brillanti, prometteva di raggiungere un livello di organizzazione superiore all’attuale, inglobando strutture e situazioni di gioco tipicamente contemporanee come i moduli fluidi tra le fasi di gioco, i falsi terzini in costruzione, l’attacco in ampiezza lungo i cinque canali che dividono il campo. Con il passare del tempo, le fatiche del campionato si sono accumulate e i limiti individuali della rosa sono emersi, ma la Fiorentina è rimasta una squadra fedele ai suoi princìpi, e molto divertente da guardare.

In particolare, il pressing alto ostinato nella metà campo avversaria, gestito attraverso marcature individuali, rimane il tratto caratteristico della squadra di Pioli, che non a caso al termine del girone d’andata risultava la quarta miglior squadra in Italia secondo la metrica del PPDA, che misura la quantità di passaggi per azione concessi agli avversari negli ultimi 60 metri, e fondamentalmente esprime un valore dell’intensità del pressing. Allo stesso modo, si attestava al sesto posto nel conto dei palloni recuperati negli ultimi sessanta metri: la leggera discrepanza tra i due dati dovrebbe indicare una lieve inefficienza nella capacità di recuperare il pallone e quindi “vincere un possesso”, a dispetto delle energie profuse in fase di pressing alto.

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Il pressing della Fiorentina

Sarà interessante valutare l’adattamento delle marcature della Fiorentina al centrocampo del Napoli. Probabilmente sarà la mezzala destra, in questo caso Gerson, ad accompagnare verso l’esterno Zielinski, dal momento che su quella fascia Pioli preferisce tenere il terzino bloccato.

È un dato che fotografa perfettamente la condizione attuale della Fiorentina, una squadra intensa e verticale che però non riesce ancora con regolarità, così come le migliori interpreti della scuola tattica a livello europeo, a utilizzare come arma offensiva la dedizione applicata nelle fasi di gioco senza palla. La Fiorentina crea pericoli quando riesce a portare gli avversari a giocare su un campo troppo lungo per le proprie possibilità, un po’ quel che è accaduto contro il Napoli sfibrato della passata stagione, o come è accaduto alla Roma di recente in misura decisamente più pesante.

In effetti l’unico tratto in comune tra Muriel e Simeone, nel complesso due tipi di centravanti molto diversi, è la capacità di bruciare sui primi passi il diretto avversario, di trasformare un corridoio in una prateria. Chiunque dei due venga mandato in campo da Pioli rappresenterà una grande minaccia per Koulibaly, e di conseguenza l’occasione perfetta per rimediare agli errori passati. Non è mai troppo tardi.

A proposito di attacchi in profondità, il Napoli ha già lanciato qualche segnale di sofferenza nelle ultime uscite.

Che risposte cerca la squadra di Ancelotti?

Le classifiche di xG registrate finora assegnano al Napoli i titoli di terzo miglior attacco e seconda miglior difesa, confermando l’impressione che anche quest’anno sia la squadra di Ancelotti l’unica possibile rivale della Juventus in questo campionato, o quantomeno la più vicina a raggiungere quel livello. La varietà delle soluzioni offensive a disposizione del tecnico emiliano ha tenuto a galla il Napoli anche nelle serate più difficili, valorizzando un gruppo che ha ormai raggiunto la consapevolezza di poter sbloccare le partite in qualsiasi momento, a dispetto dell’età media relativamente giovane.

In questo momento il Napoli sembra avere la maturità per partire sempre alla pari contro tutte le avversarie, ma non sempre la brillantezza necessaria per prevalere sul piano del gioco. Il rischio dietro l’angolo è quindi quello di perdere la partita intorno a un episodio, come è successo in campionato contro l’Inter o in Coppa Italia contro il Milan, ed è un rischio aggravato ulteriormente dalle caratteristiche della Fiorentina, una squadra che applica una pressione costante, che contende il pallone, che induce all’errore. In questo senso saranno fondamentali i movimenti centrifughi di Zielinski per compensare l’uomo in meno a centrocampo, e quindi evitare di regalare alla Fiorentina una zona nevralgica per il recupero palla.

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Veretout perde palla e l'Udinese segna

Uno schema su calcio d’angolo in attacco conduce al gol del vantaggio dell’Udinese, passando attraverso un controllo sbagliato da Veretout: la Fiorentina è una squadra caotica, nel bene e nel male. Al Napoli servirà la calma della grande squadra.

In attacco, Ancelotti farà a meno del miglior marcatore stagionale (Milik, decisivo anche nell’ultima sfida contro la Sampdoria) per rilanciare le quotazioni di Dries Mertens, che non appare più lo stesso incontenibile attaccante totale che aveva illuminato il tridente di Sarri. È la stagione in cui tenta meno tiri (3.5 per 90 minuti) dopo quella del suo esordio nel campionato italiano, ma il margine di riduzione ha impattato soprattutto i tiri da fuori area (che rappresentavano il 53% del totale al suo arrivo in Italia, e oggi soltanto il 27%). Dunque Mertens si sente ancora attaccante, probabilmente più attaccante che mai, e proverà a dimostrarlo contro l’inedita difesa di Pioli, che tra squalifiche e infortuni dovrà fare a meno della classe di Milenkovic e della potenza di Vitor Hugo (decimo giocatore del campionato per contrasti vinti + intercetti, alla pari con Malcuit del Napoli), provando a integrare giocatori dal minutaggio ridotto come Hancko e Ceccherini.

Alla vigilia della partita, Pioli ha posto l’accento sul tema delle motivazioni, arrivando a fissare un’asticella credibile per le ambizioni della sua squadra: superare i 57 punti della passata stagione, toccando così quota 60. In questo momento la Fiorentina è a 31, e dovrà quindi leggermente aumentare la sua media punti in questa seconda metà di campionato. Ancelotti invece ha cancellato la conferenza stampa di rito, con l’idea di compattare uno spogliatoio turbato dalla partenza del suo capitano.

Entrambi gli allenatori sentono il dovere di trasmettere un obiettivo concreto alla squadra, senza il quale entrambe potrebbero trovarsi presto a galleggiare in un limbo senza troppo entusiasmo: il Napoli alle spalle della Juve, la Fiorentina alle spalle del gruppone di candidate a un posto Champions, che prima di questa giornata distava solo 4 punti. Non è detto che il distacco sia destinato ad aumentare: Chiesa e Muriel appaiono in grande condizione, e hanno le caratteristiche ideali per squarciare la ragnatela avvolgente del Napoli.