Atalanta-Milan, Gattuso: "Piatek vive per il gol. Ho sempre creduto in Calhanoglu"

Serie A
Gennaro Gattuso (lapresse)

L'allenatore rossonero dopo la vittoria per 3-1 di Bergamo: "Godiamoci questa serata, serve continuare su questa strada. Ora pensiamo subito all'Empoli, non molliamo niente". Calhanoglu di nuovo decisivo: "Ho sempre creduto in lui, l'abbraccio vale per tutta la squadra. Piatek? Vive per il gol, ci ha abituato a numeri del genere"

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Il Milan non si ferma e ingrana il settimo risultato utile consecutivo. La vittoria di Bergamo (3-1 all’Atalanta) è di quelle pesanti: battuta una diretta concorrente per il quarto posto e provvisorio -1 dall’Inter. Nonostante lo svantaggio iniziale, la squadra di Gattuso ha saputo reggere e rimontare, con un Piatek (doppietta) ancora incontenibile e grazie al ritorno al gol di Calhanoglu: “Abbiamo fatto una grandissima partita - ha spiegato nel post l’allenatore rossonero - siamo stati fortunati con il primo a venti secondi dalla fine del primo tempo. Piatek è un giocatore che vive per segnare, ma sta facendo bene i movimenti, sta giocando bene tecnicamente. Da 7-8 mesi ha abituato tutti a questi gol, siamo contenti di averlo con noi". E ancora: "Poi nel secondo tempo siamo usciti bene, con un buonissimo calcio. Serve continuare su questa strada del sacrificio. I nostri esterni d'attacco che difendono, tutti che danno una mano, quando conquistiamo palla così abbiamo voglia di far male. Oggi ci godiamo una bella notte poi subito testa all'Empoli, non possiamo mollare niente”. Milan opaco nella prima parte del match: “Non siamo riusciti a fare la palla verticale su Piatek e Suso, infatti nel secondo tempo siamo migliorati passando dal palleggio di Bakayoko e Paquetá. Se lanci lungo contro l'Atalanta gli fai il solletico. Quando invece uscivamo con la palla, si apriva il campo e c'era spazio per tutti i nostri attaccanti”.

"Credo in tutti i miei giocatori"

Gattuso ha poi parlato di Calhanoglu, finalmente tornato a segnare: “Io credo in tutti i miei ragazzi, con Hakan particolarmente negli ultimi sei mesi ha avuto problemi. Spesso ha fatto poco a livello tecnico ma a livello di corsa non ha mai mollato. A volte ci è mancata la sua qualità, adesso è tornata e la fiducia serve, ci vuole. È un calciatore importante, ma il rapporto che ho con lui è uguale con tutti. L'abbraccio dopo il gol l'ho dato ad Hakan ma vale per tutto il gruppo”. Sul lavoro di Kessié: “Giocando uomo su uomo, si creavano linee di passaggio dirette per i nostri avanti. La posizione di Kessié serviva per subire meno e poi buttarsi dentro senza palla, dando una soluzione verticale a chi gestiva la palla. Anche Paquetá ha fatto molto bene, era libero e poteva essere servito di più. Siamo stati bravi nel secondo tempo”. Una battuta finale sulla posizione dei giornalisti in sala stampa: “Non sono scaramantico, è solo questione di abitudine. Erano seduti uguali da mesi, non vedo perché avessero dovuto cambiare... (ride, ndr)”, ha concluso.