Rigori Juve-Milan e Lazio-Sassuolo: le differenze. Fabbri ko, Abisso ok

Serie A

Lorenzo Fontani

Dopo le polemiche per il mancato rigore concesso al Milan per il tocco di braccio di Alex Sandro, ecco quelle del Sassuolo per quello assegnato alla Lazio per l'intervento di Locatelli. L'analisi delle differenze tra i due episodi

JUVE-MILAN, RIZZOLI AMMETTE ERRORE FABBRI

Su quale sarà il principale argomento di discussione nell'incontro previsto tra poche ore in Lega tra vertici arbitrali e club non ci sono dubbi. Dopo le polemiche per il rigore non concesso al Milan da Fabbri contro la Juventus, ecco quelle del Sassuolo per il penalty invece assegnato alla Lazio da Abisso. Già, Abisso, proprio l'arbitro che finì in castigo per il rigore dato e soprattutto confermato dopo revisione contro l'Inter nella sfida al Franchi con la Fiorentina. All'arbitro - non fortunatissimo va detto - è capitato un altro episodio complicato, con il pallone crossato da Patric che colpisce prima il fianco poi il braccio, molto largo, di Locatelli. Abisso indica il dischetto, poi su indicazione del Var Manganiello va a rivedere l'episodio a bordo campo, ma ne torna con la conferma del rigore. Qui, considerata anche la polemica post-partita di De Zerbi, va sfatato un luogo comune: non è infatti automatico che una prima deviazione su un'altra parte del corpo e poi sul braccio scagioni il difensore. Lo è infatti solo quando un calciatore giocando il pallone si "autocolpisce" una mano o un braccio (come nel famoso caso-Granqvist in un vecchio Juve-Genoa), non quando opponendosi con il corpo a un cross o a un tiro si tiene comunque il braccio in posizione troppo larga o alta, come nel caso di Locatelli. Una differenza, quella tra l'intenzione di giocare il pallone e quella di usare il corpo come ostacolo al pallone stesso, sulla quale il designatore Rizzoli ha battuto spesso e sulla quale tornerà nell'incontro con gli allenatori, tra cui De Zerbi. Con lui, e con Gattuso, è facile pevedere un supplemento di chiacchierata.