Napoli-Atalanta, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Fabio Barcellona

Al San Paolo il Napoli vorrà fare una bella figura dopo la dolorosa eliminazione dall'Europa League, mentre l'Atalanta ha l'occasione di recuperare terreno sulle sue concorrenti nella corsa alla Champions League

NAPOLI-ATALANTA LIVE

Napoli-Atalanta è una partita che ha un valore diverso per le due squadre. Dopo l'eliminazione dall'Europa League, il Napoli, praticamente sicuro della qualificazione alla prossima Champions League, deve esclusivamente difendere il secondo posto dall'Inter, un compito non troppo impegnativo vista la distanza che separa la squadra di Ancelotti dai nerazzurri, attualmente a sei punti di distanza. L'Atalanta invece è pienamente dentro la lotta a un posto utile a guadagnarsi l'accesso alla prossima Champions League ed è reduce dal clamoroso pareggio interno contro l’Empoli, in cui la squadra di Gasperini hanno battuto ogni record di tiri e Expected Goals prodotti senza riuscire a segnare alcun gol. I nerazzurri cercheranno quindi di recuperare terreno sul difficile campo del San Paolo, soprattutto alla luce dei pareggi di Milan e Roma, e per difendersi dalla vittoria del Torino, che è riuscito ad agganciarli in classifica.

L’attacco dell’Atalanta

L’Atalanta è la squadra che, secondo il modello degli Expected Goals sviluppato da Alfredo Giacobbe, ha l'attacco più pericoloso della Serie A. Scendendo nel dettaglio: "il Papu" Gomez e Ilicic occupano i primi due posti nella graduatoria degli expected assist (cioè la somma degli Expected Goals prodotti da tiri serviti da loro passaggi chiave), mentre Duvan Zapata è secondo solo a CR7 nella classifica degli Expected Goals. Di fatto, l’Atalanta ammirata nelle passate stagioni per la sua fase difensiva così peculiare e il pressing particolarmente aggressivo, ha completato la sua transizione verso la consolidata dimensione di squadra di prima fascia, mettendo a punto una fase offensiva estremamente brillante e capace di produrre un elevato numero di occasioni da gol, senza per questo compromettere la fase di non possesso. L'Atalanta, infatti, continua ad avere una difesa piuttosto solida ed è quarta in Serie A per Expected Goals subiti.

La pericolosità offensiva dell’Atalanta nasce da una parte da un ulteriore affinamento dei meccanismi di risalita del palllone attraverso le catene laterali, tanto cari al suo allenatore. Ma dall'altra anche dalla sostituzione effettuata in estate di Petagna con Zapata. Questo scambio di mercato ha regalato a Gasperini un attaccante che, a differenza del suo predecessore, è in grado di giocare aperto e di fare efficacemente da vertice avanzato del rombo laterale costituito da esterno, interno di centrocampo e, in posizione di vertice basso, dal terzo difensore centrale.

In questo modo, con Ilicic a occupare con caratteristiche diverse lo stesso ruolo sulla fascia opposta del campo, l'Atalanta ha completato in maniera simmetrica il suo schieramento offensivo e può quindi dominare il possesso (aumentato di circa tre punti percentuali in media rispetto alla scorsa stagione) muovendo il pallone da una catena all'altra. La presenza di Zapata ha poi permesso all'allenatore nerazzurro di spostare Gomez dalla sua posizione tradizionale di centrosinistra a quella di trequartista, amplificando enormemente l'influenza del Papu sul gioco della squadra. L'argentino può muoversi indifferentemente verso una delle due fasce, regalando un'ulteriore linea di passaggio nella ragnatela delle catene laterali o abbassarsi sulla linea dei centrocampisti per agevolare la risalita del pallone. In entrambi i casi la qualità delle giocate di Gomez regala brilliantezza ed imprevedibilità alla circolazione della palla della squadra.

Nella pass map della partita di andata sono perfettamente disegnati i rombi che costituiscono le catene laterali ed è evidenziata anche la centralità del "Papu" Gomez

Nonostante ciò, la squadra di Gasperini non ha perso quello che era il suo marchio di fabbrica, e cioè l'intensità del pressing, che è rimasta immutata rispetto alla scorsa stagione. L'Atalanta è seconda solo al Torino nella graduatoria dell'indice PPDA che misura appunto l'intensità del pressing delle squadre.

I problemi del Napoli di Ancelotti

Il Napoli visto nel doppio confronto con l’Arsenal sembra invece una squadra in difficoltà e che, per caratteristiche strutturali, può soffrire il calcio di Gasperini. Contro i "Gunners" gli uomini di Ancelotti hanno sofferto il primo tempo all’Emirates Stadium e la prima mezz’ora al San Paolo, le fasi del match in cui gli inglesi hanno messo sotto pressione la circolazione palla degli azzurri. In queste fasi il Napoli ha mostrato parecchie difficoltà nel resistere al pressing degli avversari, che sono riusciti a inibire la risalita palleggiata del campo e hanno forzato parecchie palle perse in zona pericolosa, che sono costate i due gol subiti a Londra.

Il Napoli di Ancelotti è una squadra che solo raramente controlla la partita, affidandosi maggiormente a precise fasi di gioco in cui riesce ad alzare il ritmo delle giocate in verticale e della pressione sugli avversari. La transizione da un calcio di dominio di Sarri al calcio più fluido e discontinuo di Ancelotti, legato alla lettura delle situazioni e dei momenti del match, è stata una scelta strategica del tecnico emiliano in parte dovuta alla partenza di Jorginho, e alla mancanza di un giocatore in rosa che potesse agire da regista puro. In questo modo, il gioco del Napoli appare oggi più orientato alla verticalità e agli strappi improvvisi.

Accanto ad Allan, giocatore di strappi per eccellenza, si sono alternati, ad inizio stagione, Hamsik, che ha palesato ancora una volta in carriera di non eccellere nel ruolo di organizzatore di gioco. In seguito nel ruolo di interno di centrocampo del 4-4-2 Ancelotti ha utilizzato Zielinski e Fabian Ruiz. Il primo però è uno splendido incursore, che preferisce correre in avanti sia con il pallone che senza e accompagnare la linea offensiva. Fabian Ruiz è invece un giocatore molto abile a leggere gli spazi in ricezione per servire i compagni, ma sembra più un accelleratore di gioco nelle fasi più avanzate della manovra che un regista vero e proprio.

L’assenza di controllo ha spesso allungato il Napoli, stirato le distanze tra i reparti e reso la squadra apparentemente poco intensa ed esposta agli attacchi avversari.

La deludente eliminazione in Europa League potrebbe innescare una reazione di orgoglio nei giocatori del Napoli. Tenere alta l'intensità e l'attenzione è fondamentale per gli uomini di Ancelotti per pareggiare l'aggressività dell’Atalanta e spostare quindi gli equilibri del confronto in una contesa maggiormente centrata sulle qualità tecniche, un campo da gioco più adatto alle caratteristiche dei partenopei.

Tatticamente il Napoli dovrà difendere bene sull'esterno, dove talvolta i terzini durante la stagione sono apparsi in difficoltà e dove l’Atalanta sviluppa tutto il suo gioco offensivo. Nell'altra metà campo, come nella partita d’andata, il Napoli ha sicuramente le possibilità tecniche per mettere in crisi la difesa di Gasperini, sempre coraggiosamente alla ricerca dell'anticipo e per questo vulnerabile a imprecisioni, anche lievi, nei tempi delle scalate dei difensori.

Nell’Atalanta, inoltre, è in dubbio Ilicic per un problema al ginocchio: l’assenza dello sloveno sarebbe un grosso guaio per Gasperini perché il trequartista non ha un sostituto naturale in rosa. La sua sostituzione con una punta come Barrow priverebbe la squadra del palleggio brillante e fantasioso garantito dal numero 72 nerazzurro, mentre l'inserimento di Pasalic, con Gomez spostato più avanti mitigherebbe i vantaggi garantiti in questa stagione dalla nuova posizione del "Papu".

Il Napoli vorrà fare una buona prestazione davanti al proprio pubblico dopo la sconfitta con l’Arsenal, mentre l’Atalanta non può fermarsi se vuole alimentare il suo sogno Champions. Per questo è probabile che quella del San Paolo sarà una bella partita.