Atalanta-Juve, Emre Can e Cuadrado: mani sospette, i bianconeri si salvano

Serie A
Lorenzo Fontani

Lorenzo Fontani

Pochi dubbi sul primo rigore concesso all'Atalanta, più complicati gli altri due episodi

È bastata la prima partita dopo l'incontro di martedì scorso tra arbitri e club per far capire quanto l'incontro stesso fosse importante. E come quasi sempre a creare scompiglio sono i falli di mano (Gasperini ha invocato maggiore chiarezza, anche se in ambiente arbitrale fanno sommessamente notare che a Roma lui non c'era, rappresentato dal dg Marino e dall'addetto agli arbitri Lussana).

Sul primo rigore concesso all’Atalanta ci sono pochi dubbi: sulla giocata di Gomez il pallone carambola sul piede di Khedira e poi sul braccio del tedesco, tenuto praticamente a 90 gradi rispetto al busto: troppo largo, con ingombro della sagoma chiaramente ampliato (e con tocco preceduto da una deviazione e non da una giocata), per passarla liscia. La curiosità è che in un primo momento Rocchi aveva fatto chiaramente segno di non aver ravvisato alcun fallo: l'arbitro ha lasciato correre per un paio di secondi, poi però ha indicato il dischetto, avvisato evidentemente da un assistente (probabilmente il secondo, quello dal lato opposto alle panchine, visto che il primo era impegnato a rilevare eventuali fuorigioco).

 

Più complicati gli altri due casi. Il primo avrebbe potuto portare al secondo rigore per l'Atalanta: sugli sviluppi di un calcio d'angolo c'è un cross di Freuler sul quale salta Emre Can. Anche in questo caso il braccio è praticamente a 90 gradi e il pallone lo colpisce dopo essere stato deviato e non giocato. Cosa spinge quindi Rocchi a non concedere il rigore dopo la chiamata del Var Aureliano? Evidentemente il fatto che al momento dell'impatto il gomito sia davanti al volto: mancherebbe quindi il requisito del "maggiore ingombro" rispetto al corpo, e il leggero movimento del braccio sarebbe a protezione del volto stesso quindi da non considerare punibile per volontarietà. Siamo veramente di fronte a un caso limite: di certo anche la concessione del rigore sarebbe stata legittima.

Infine l'altro mani, stavolta in attacco: è quello che ha come colpevole Cuadrado poco prima del gol della Juventus. Un "poco prima" tutto da valutare però secondo quella che il protocollo definisce "fase di possesso in attacco", la fase cioè che precede un gol e che è revisionabile al Var a valle di una valutazione comunque soggettiva. Dopo la scivolata di Cuadrado infatti c'è un pallone "vagante" che viene colpito da Pasalic a contrasto con Bonucci (il protocollo parla di possesso "ottenuto a seguito di una contesa con un avversario") poi la Juve riparte da dietro ed è evidentemente lì che secondo il Var inizia la vera e propria fase di attacco. A meno che dalla cabina video Aureliano non abbia giudicato rivedibile l'azione ma del tutto fortuito il tocco di mano: una forzatura in quel caso perché sarebbe stato meglio farlo valutare all'arbitro.