
Pirlo e Gattuso, quanti scherzi ai tempi del Milan e della Nazionale
Avversari nella finale di Supercoppa italiana, gli allenatori di Juve e Napoli hanno condiviso oltre dieci anni da compagni al Milan e in Nazionale dai tantissimi aneddoti. Imperdibili gli scherzi di Andrea a Rino, alcuni dei quali raccontati da Alessandro Alciato nell'autobiografia del 'Maestro' ("Penso quindi gioco"). Ripercorriamo i passaggi più divertenti

"Quando eravamo compagni di squadra mi faceva sempre gli scherzi, ma ha preso più schiaffi da me che da suo padre. Io e lui eravamo come Bud Spencer e Terence Hill". Chi parla è Rino Gattuso, allenatore del Napoli che attende la sfida in Supercoppa italiana contro il grande amico Andrea Pirlo alla guida della Juventus. Oltre 300 partite in campo insieme, ex compagni legati dalla carriera e dagli… scherzi. Non ne mancano di esilaranti, vietato perderseli
SUPERCOPPA ITALIANA, L'ALBO D'ORO DEL TROFEO
IL LETTO
Regista in campo, ma anche in materia di scherzi, Andrea Pirlo era sempre l’ideatore delle burle a Rino. Non gli mancavano alleati come Nesta e Oddo ai tempi del Milan: prendete il classico 'sacco' nel letto riempito di sabbiolina, trappola da caserma che scatenava l’inevitabile 'caccia all’uomo' per le stanze del ritiro

"GRAN FIGLIO DI…"
Del resto lo confidava lo stesso Gattuso, vittima degli scherzi del 'Maestro': "Pirlo sembra uno che si piange addosso, ma con tutto il rispetto per la madre è un gran figlio di… Era capace di prendermi in giro per mesi e mesi"

IL FURTO DEL CELLULARE
Aneddoto raccontato da Pirlo: "Lo chiamavo 'terrone' e lui mi picchiava, allora per vendicarmi gli rubavo il cellulare e con il suo numero mandavo un sacco di sms a Braida, il nostro direttore sportivo. Un giorno, nel periodo in cui Rino aspettava che il contratto gli venisse rinnovato, ho condotto la trattativa al suo posto. Lui se n’è accorto, mi ha riempito di botte e ha chiamato Braida: 'È uno di quegli stupidi scherzi di Pirlo"

GLI SPAVENTI
Da "Penso quindi gioco": "De Rossi, prima delle partite dell’Italia lo aspettava in camera, anche per mezz’ora, nascosto sotto il letto. Gattuso arrivava, si lavava i denti, indossava il pigiama leopardato, si coricava, prendeva un libro e guardava le figure. Daniele allungava le braccia da sotto il letto e gliele metteva sui fianchi. Io invece uscivo all'improvviso dall'armadio facendo versi terrificanti. Rino la prendeva benissimo: le dava prima a lui e poi a me, per par condicio"

L'ESTINTORE
De Rossi e Pirlo si presentarono di notte con un estintore davanti alla camera di Gattuso e, appena aprì con la papalina in testa, venne riempito di schiuma. Barricato in camera, De Rossi rideva: "Questi rumori li ho già sentiti in un film". Bud Spencer e Terence Hill, appunto. E Pirlo: "Mi ha lasciato in balia di quel mostro in mutande e pieno di schiuma che gridava concetti sconnessi. Quando alle tue spalle c’è Rino che ti vuol fare del male puoi correre finché vuoi, ma alla fine in qualche modo riuscirà a prenderti. Che tu sia gazzella o leone"

GLI ODORI
Così nel libro di Alciato: "E poi è scaramantico da far schifo - ricorda Pirlo -, tanto che in Germania nel 2006, siccome le cose stavano andando piuttosto bene, ha tenuto per più di un mese la stessa tuta. C’erano quaranta gradi, andava in giro vestito come un palombaro e dai quarti di finale in avanti ha incominciato anche a puzzare. Più che un estintore, sarebbe servito un bidone di lavanda. È da sempre il mio bersaglio preferito, primo in classifica per distacco, nonostante in diverse occasioni abbia tentato di uccidermi impugnando una forchetta"

L'ANTIDOPING
Sempre in Nazionale, Gattuso aveva ricordato quando venne scelto per un controllo antidoping e non la prese di certo bene, mentre il compagno Andrea Pirlo lo prendeva in giro: "Psss… Psss…", si divertiva il 'Maestro' nel momento in cui il compagno doveva sottoporsi alla provetta

IL CARNEVALE DI RIO
Da "Penso quindi gioco": "Non essendo un letterato, un fine oratore né un membro dell’Accademia della Crusca, quando Rino apriva bocca lo spogliatoio si trasformava nel Carnevale di Rio. Pernacchie, trombette, trenini: le reazioni erano quelle, non gli lasciavamo finire le frasi, gli facevamo il verso"

IL LUMACOTTO
"Ai tempi del Milan, Rino è riuscito anche a mangiare un lumacotto vivo per scommessa. Ah, non gli abbiamo nemmeno dato i soldi", ha rivelato un divertito Pirlo

PER I 40 ANNI DI RINO
Pirlo gli fece gli auguri così: "Dopo due mesi che sei al Milan sembra che ne hai 50. Se non inviti me e Ambrosini alla tua festa ti sfondiamo la pescheria"

LA PESCHERIA
A proposito della pescheria di Gattuso che riforniva Milanello, si racconta che una volta Pirlo si alzò in piedi durante il pranzo dicendo con aria schifata: "Questo pesce è immangiabile, ma dove l'avete preso?". Ovviamente Gattuso ci restò malissimo. Oppure si arrabbiava: "Se qualcuno osava dire che non era buono - hanno ricordato Pirlo e Ambrosini - volavano delle grandi sforchettate"

I VERBI
Non è tutto, basta soffermarsi su un altro passaggio dell’autobiografia: "A tavola a Milanello gliene combinavamo di tutti i colori. Lo mettevamo in difficoltà: quando sbagliava i verbi (praticamente sempre) glielo facevamo notare, quando li coniugava coi tempi giusti gli facevamo credere che li avesse comunque sbagliati. Si innervosiva. Io, Ambrosini, Nesta, Inzaghi, Abbiati, Oddo: il gruppo dei 'bastardi' era composto così. Tutti insieme capivamo e requisivamo i coltelli, Gattuso si arrangiava come poteva, prendeva una forchetta e tentava di infilzarci"

PRIGIONIERO
E ancora da "Penso quindi gioco": "Scappavamo quando impazziva, lui si calmava e si chiudeva in camera, allora noi tornavamo e gli bloccavamo la porta con i divani, così restava prigioniero senza poter uscire. 'Liberatemi, tra poco inizia l’allenamento'. 'Arrangiati, terrone'. Andava di nuovo fuori di testa, spaccava tutto, ma anche da arrabbiato restava un buono. L’ho sempre visto come un personaggio di Woody Allen"

ANCHE KALADZE…
Evidentemente indottrinato da Pirlo, anche l’ex difensore georgiano si divertiva eccome: "Eravamo in ritiro a Malta - ride Andrea - il giorno del compleanno di Gattuso, quando 'Kala' si alzò e disse: ‘Vorrei brindare perché oggi è la festa di Rino'. Noi tutti a ridere, mentre Gattuso si alzava e ci picchiava. Tornati a Milanello, durante la prima cena, stessa scena: 'Vorrei fare un brindisi perché oggi mancano 364 giorni al compleanno di Ringhio'. E ad ogni santo ritiro Kaladze si alzava e recitava la stessa parte"