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Inchiesta plusvalenze e stipendi, la Juventus: "Operato nel rispetto delle leggi"

la nota

La Juventus ha confermato di aver ricevuto dalla Procura di Torino l'atto di chiusura delle indagini sul caso plusvalenze. La replica è arrivata con una nota ufficiale del club bianconero che sottolinea di "aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme". Per i legali del club: "Si tratta di un tema che non registra nessuna novità"

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La Juventus, attraverso un comunicato stampa e le dichiarazioni dei propri avvocati, rimane convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla società con l’ausilio dei propri consulenti, di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme, in conformità anche ai principi contabili e relativi criteri di applicazione della football industry. Questo concetto è stato ribadito anche dall’avvocato Maurizio Bellacosa (legale della Juventus) e dell’avvocato Davide Sangiorgio, (legale del Presidente Andrea Agnelli e di alcuni dirigenti). Riguardo alla questione plusvalenze gli avvocati precisano che: “Si tratta di un tema che oggi non registra alcuna novità, e rispetto al quale due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della società”. Per quanto riguarda invece gli accordi di riduzione e integrazione degli stipendi i legali bianconeri sottolineano come queste iniziative sono state prese nel contesto emergenziale della pandemia da Covid19 e che la società “il 28 marzo 2020, rese nota, in piena trasparenza al mercato e ai soci, una riduzione degli stipendi concordata con i calciatori, facendo presente che eventuali integrazioni dei compensi sarebbero state negoziate e corrisposte se e quando le competizioni sportive fossero riprese e gli stadi fossero stati riaperti”. Gli avvocati ribadiscono come soltanto nella primavera del 2022 gli stadi sono stati pienamente riaperti al pubblico e che quindi la Società ha contabilizzato le modifiche agli stipendi e le integrazioni dei compensi in coerenza con la loro progressiva definizione. Nel corso degli anni di interesse, concludono gli avvocati: “La Juventus si è distinta per aver dato corso, in piena trasparenza e rispettando alla lettera le normative, a due diversi aumenti di capitale, che avevano come obiettivo (soprattutto il secondo) il rafforzamento del patrimonio della società in seguito al forte impatto della pandemia. Gli importi di tali aumenti (700 milioni di euro, ndr) superano e assorbono largamente i numeri delle contestazioni di natura formale di questa indagine".

I reati contestati

  • Secondo l’accusa si configurano, principalmente, due reati: false comunicazioni sociali, ovvero falso in bilancio, e false comunicazioni rivolte al mercato, trattandosi di società quotata. Dunque si profila l’accusa di ostacolo all’autorità di controllo, la Consob
  • Il quadro probatorio delinea un’alterazione del bilancio come conseguenza di un anomalo ricorso a scambi di giocatori (che non generando flussi finanziari sono stati effettuati, sempre secondo l’accusa, con valori arbitrari per far fronte alle necessità di bilancio). Operazioni dunque ritenute fittizie dall’accusa
  • Nel dettaglio, secondo la Procura di Torino, questi sono i valori diversi che - secondo il consulente - sarebbero dovuti essere a bilancio, se non ci fossero stati gli interventi sotto esame:
  • 2018 - perdita di esercizio di quasi 40 milioni anziché 85 e un patrimonio netto positivo (31,2 mln) anziché negativo (-13,3)
  • 2019 - perdita di 89,6 milioni anziché 239,2 e patrimonio netto positivo a 239,2 anziché 47,5
  • 2020 - perdita di 209,5 anziché 222 e patrimonio netto positivo a 28,8 anziché negativo pari a 175,7
  • Inoltre, sempre secondo l’accusa, un ulteriore intervento, finalizzato ad alterare i risultati di bilancio è stato individuato nello spostamento degli stipendi. Sussisterebbero elementi concreti per ritenere che gli stipendi a cui i giocatori hanno rinunciato siano corrispondenti a una mensilità e non quattro (come  comunicato dalla Juventus nel marzo 2020): le restanti mensilità sarebbero state differite. In seguito a perquisizioni sono state trovate delle scritture private contenenti l’impegno incondizionato della società a restituire quanto pattuito anche in caso di trasferimento del calciatore, al contrario di quanto risultava nei contratti depositati in Lega. Ad alcuni degli indagati, inoltre, è stato contestato il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti”. 

Cosa succede ora e con quali tempi

Vediamo quali sono i prossimi passaggi di questa vicenda che ricordiamo è partita nel maggio del 2021 con la denominazione di "Inchiesta Prisma".

  • Gli indagati, che sono 16 compresa la Juventus come persona giuidica, avranno 20 giorni di tempo per presentare una memoria difensiva e chiedere la possibilità di parlare con i magistrati
  • Procura potrebbe richiedere anche l'archiviazione
  • Chiusura indagini è preludio a rinvio a giudizio davanti al Gup
  • Se si andrà avanti con processo la prima udienza preliminare dovrà svolgersi entro 30 giorni
  • La successiva udienza ci sarà invece entro 20 giorni