Eriksson ricorda Mihajlovic: "Era un grande allenatore già quando era ancora calciatore"

addio sinisa
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Il ricordo dell'allenatore svedese, che con Mihajlovic ha vinto lo Scudetto del 2000 alla Lazio: "Era un grande allenatore già quando faceva ancora il calciatore. Un vincente, intelligente, positivo, allegro e generoso.  Non avevo bisogno di parlare di tattica con lui, sapeva già tutto. Ed era il primo ad aiutare gli altri, specialmente i giovani. Aveva un carattere diverso ma era un piacere lavorare con lui"

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“Sinisa era un grande allenatore anche quando era ancora un giocatore”. Parola di Sven-Göran Eriksson, allenatore che nella Lazio insieme a Mihajlovic calciatore ha vinto lo scudetto del 2000, due Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Lo svedese è intervenuto in diretta a Sky Sport 24 per ricordare l’amico scomparso. “Mihajlovic era un giocatore molto vincente -ha ricordato Eriksson- Per lui non esisteva di arrivare secondo. Era generoso, un giocatore intelligente e favoloso. Era uno che aiutava tutti nella squadra, specialmente i giovani. Ricordo tante volte, dopo allenamento quando lui stava là a tirare punizioni con i giovani. È tutto molto triste”. Speciale, il rapporto tra Mihajlovic e Roberto Mancini, già ai tempi in cui lavoravano proprio con Eriksson: “Lui e Mancini parlavano di calcio tante volte, tutti e due erano allenatori in campo. Mi trovavo molto bene con loro”. 

Eriksson: "Sinisa grande allenatore in campo"

Eriksson ha ricordato come anche quando era ancora calciatore, Sinisa dimostrava di avere già le doti per guidare la squadra dalla panchina: “Era un grande allenatore anche quando era ancora un giocatore. Doveva diventare allenatore, si sapeva. Era giocatore molto intelligente, ha capito tutto nel calcio, non avevo bisogno di parlare di tattica con lui. Non so quante partite ha vinto la Lazio per una sua punizione o per un rigore. Ricordo che era un uomo molto vincente e molto disponibile con tutti. Era diverso da me come carattere, ma il rispetto che c’era era il segreto di quella squadra Questo ha fatto grande la Lazio. Era impossibile che non piacesse Sinisa, era positivo, allegro. È stato un piacere enorme lavorare con lui".