Osimhen, plusvalenze Napoli: Procura chiede proroga indagini

Napoli

I magistrati della Procura di Napoli, che indagano sull'affare fra Napoli e Lille che ha portato Osimhen in Italia (convolgendo altri 4 giocatori), hanno chiesto altri 6 mesi per completare l'analisi dei documenti acquisiti durante le perquisizioni 

La Procura di Napoli ha chiesto (e notificato a tutte le persone coinvolte nella vicenda) una proroga di 6 mesi per completare la visione di tutto il materiale raccolto lo scorso giugno 2022 nelle perquisizioni svolte a Castel Volturno e negli uffici della Filmauro a Roma a proposito dell'operazione che ha portato Victor Osimhen dal Lille al Napoli nel luglio 2020. La richiesta risale allo scorso dicembre 2022.

Da cosa nasce tutto?

Da un'indagine avviata dalla Procura JIRS (Juridiction Interrégionale Spécialisée - Giurisdizione Interregionale Specializzata) francese sucecssiva a una denuncia contro ignoti fatta nell'ottobre 2021 dalla nuova proprietà del Lille che, dopo una revisione dei bilanci, ha notato delle irregolarità finanziarie e le ha segnalate alla giustizia francese

I numeri dell'affare Osimhen

Il prezzo di Osimhen è stato di 71,246 milioni più 10 milioni di bonus. Pagamento in 5 anni. Nell’operazione, 4 tesserati del Napoli (di cui 3 Primavera) erano passati al Lille con queste valutazioni: 

  • Orestis Karnezis: 4.8 mln
  • Ciro Palmieri: 7 milioni
  • Claudio Manzi: 4 mln
  • Luigi Liguori: 4 mln

Karnezis ha totalizzato 3 presenze in due anni a Lille, smettendo col calcio a giugno; i 3 ragazzi provenienti dal settore giovanile del Napoli a Lille non hanno giocato nemmeno 1': Liguori oggi è in Eccellenza (Casoria), Manzi alla Turris (Serie C) e Palmieri al Nola (Dilettanti). 

I reati ipotizzati dagli inquirenti

L'inchiesta va avanti dalla scorsa estate quando vennero notificati 5 avvisi di garanzia  per:

  • Falso in bilancio: in concorso, il presidente del consiglio di amministrazione della Società Sportiva Calcio Napoli spa, Aurelio De Laurentiis, suo figlio Edoardo De Laurentiis e la moglie di Aurelio, Jacqueline Baudit, questi ultimi due in qualità di vice presidenti del Cda.
  • Ad Andrea Chiavelli viene contestato il falso in bilancio, in qualità di consigliere delegato del consiglio di amministrazione della Società Sportiva Calcio Napoli.
  • Lo stesso reato, il falso in bilancio, viene anche contestato dagli inquirenti a Valentina De Laurentiis, figlia di Aurelio, in qualità di consigliere delegato del consiglio di amministrazione della Società Sportiva Calcio Napoli spa.
  • Per il reato di dichiarazione fraudolenta, infine, è indagato (in qualità di rappresentante legale della società) solo il presidente Aurelio de Laurentiis

La giustizia sportiva aveva già assolto il Napoli

Il procuratore Chiné ha la facoltà di chiedere le carte dell'inchiesta alla Procura di Napoli per verificare se sussistano fatti nuovi e rilevanti rispetto a quelli del primo processo che si era chiuso con l'assoluzione del Napoli e dei suoi dirigenti. La giustizia sportiva si era già occupata della vicenda, nel primo filone dell'inchiesta plusvalenze, senza rilevare però illeciti. Nel mirino della Procura federale era finita la valutazione fatta (e iscritta a bilancio) dei 4 giocatori finiti dal Napoli al Lille come contropartita, ma l'impossibilità di stabilire un valore oggettivo per un calciatore aveva portato alle assoluzioni in primo e secondo grado. 

 

Legale De Laurentiis: "Caso Osimhen non sovrapponibile a quello Juve"

"È stata chiesta la proroga per studiare il materiale acquisito, ci vuole il tempo necessario per giudicare gli atti acquisiti - ha spiegato a Radio CRC Gino Fabio Fulgeri, avvocato di Aurelio De Laurentiis -. Io non posso conoscere quello che è l'oggetto delle verifiche, le indagini sono segrete ma le prospettive sono quelle che l'operazione sia avvenuta in maniera giusta senza mistificazione dei bilanci. Il caso Osimhen non penso sia sovrapponibile a quello della Juventus, il Napoli non ha fatto affari con la Juventus per questo non è coinvolto. Conseguenze sportive? Della giustizia sportiva si ne occupa l'avvocato Grassani, ma avendo già analizzato le medesime contestazioni ed essendosi espressa in maniera favorevole, non ritengo le cose possano cambiare a meno che non emergano nuovi elementi"