Lazio-Roma, cori antisemiti nel derby: giudice sportivo chiede supplemento indagini

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Il giudice sportivo ha chiesto "ulteriori indagini" sui cori antisemiti della curva Nord della Lazio nel corso del derby di domenica e deciderà entro il prissimo 4 aprile. La Lazio nel frattempo si dissocia e comunica che i responsabili sarebbero già stati individuati. Le reazioni dei vertici del governo e dello sport alla denuncia fatta dalla presidente della comunità ebraica di Roma

In tribuna un tifoso laziale indossa la maglia della sua squadra del cuore. Sulle sue spalle spicca il nome 'Hitlerson', accompagnato dal numero 88 (di chiara matrice nazista), mentre la curva Nord intona cori antisemiti che troppo spesso risuonano negli stadi italiani e non solo all'Olimpico. E successo durante il derby di Roma e l’ha denunciato in un post la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello (che ha pubblicato video e foto dell'accaduto)

Giudice sportivo deciderà entro il 4 aprile

Il giudice sportivo della Lega Calcio di serie A, Gerardo Mastrandrea, ha chiesto  alla Prcoura federale "ulteriori indagini" sui cori antisemiti della curva Nord prima di prendere una decisione. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, procederà ad acquisire video e audio dei cori registrati dal personale della polizia della Questura di Roma. Il giudice deciderà sul caso entro il 4 aprile prossimo, in relazione anche all'esito degli accertamenti in corso, in merito "ai cori beceri e offensivi, di matrice anche religiosa, che risultano essere stati rivolti prima e durante la gara dalla totalità della tifoseria assiepata nella Curva Nord nei confronti dei sostenitori della squadra avversaria, e che risultano essere stati percepiti nella maggior parte dell'impianto". La decisione, sottolinea Mastrandrea sarà presa in in base all'esito degli accertamenti e "avuto riguardo al comportamento e alla collaborazione della società nell'attività di individuazione dei responsabili e degli ispiratori, nonchè nel prevenire il ripetersi di simili deprecabili manifestazioni". 

Il comunicato della Lazio

Il club del presidente Lotito ha preso le distanze con un comunicato pubblicato nella mattinata di martedì: "La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti. L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo.  Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche".

Abodi: "Serve più tecnologia negli stadi"

"Se guardo quello che è successo l'altro giorno dove una persona è entrata con una maglietta che oltre al numero riporta sulle spalle un nome irripetibile, credo che allora qualcosa di più ai controlli si possa fare". Lo ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi. "Non credo invece nella militarizzazione degli stadi - ha proseguito parlando di come evitare certi comportamenti sugli spalti - Mentre credo nella responsabilizzazione individuale. Chi sbaglia paga, e per far questo serve più tecnologia negli stadi". Poi ha concluso: "Non dobbiamo trovare alibi, bisogna anche intervenire a livello culturale partendo dalle scuole e ci deve essere collaborazione tra istituzioni".  

Riunione in Viminale il 30 marzo

Anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha preso l'iniziativa, invitando il capo della polizia  Lamberto Giannini e il questore di Roma Carmine Belfiore a fare ogni sforzo per individuare i responsabili dei comportamenti antisemiti. Il 30 marzo era già programmata una riunione al Viminale con lo stesso Piantedosi, il ministro dello Sport, i vertici del calcio e i rappresentanti della comunità ebraica per affrontare la questione.

Le iniziative della Federcalcio

"Mai più razzismo – ha dichiarato il presidente della Figc Gabriele Gravina – non ci dobbiamo stancare di ripeterlo, affinché la nostra società civile e il mondo dello sport, del calcio in particolare, si possa finalmente liberare da qualsiasi forma di discriminazione. Ogni insulto e ogni violenza rappresentano una ferita dolorosa inferta al cuore della nostra comunità. Insieme a tutti gli stakeholders del calcio, che ringrazio per la sensibilità, promuoviamo i valori di amicizia, di accoglienza e di gioia che rappresentano la profonda identità del gioco del calcio". Nel fine settimana di campionato del 9-10 aprile gli striscioni #UnitiDagliStessiColori saranno esposti sui campi di A, B e C maschile, mentre i direttori di gara vestiranno la t-shirt della campagna. Nei week-end del 25-26 marzo e del 1-2 aprile si mobiliterà anche la grande famiglia del calcio dilettantistico. La Divisione Calcio Femminile esporrà lo striscione in occasione della gara Inter-Juventus del 25 marzo e anche in questo caso la quaterna arbitrale indosserà la t-shirt durante l’ingresso in campo delle squadre, mentre la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale diffonderà la campagna il 25 marzo (6ª giornata Lombardia a Milano e 5ª giornata Piemonte-Valle D’Aosta a Savona) e anche il 1° aprile (gare del Veneto) a Verona. 

Roma Capitale parte civile in caso di giudizio

"Roma Capitale si ritiene parte offesa rispetto alla inaccettabile pagina di cori antisemiti e di altre manifestazioni vergognose a cui tutti hanno assistito domenica scorsa sugli spalti dello stadio Olimpico, in occasione del Derby. Per questo motivo l'Amministrazione cittadina si costituirà parte civile in caso di un eventuale giudizio". Lo rende noto Roma Capitale. "Le istituzioni e il mondo del calcio non resteranno in silenzio e faranno fronte comune nel contrastare qualunque forma di intolleranza negli stadi - conclude il comunicato - sia nel rispetto della memoria di milioni di vittime causate dalle ideologie razziste e antisemite che in quello per le tante persone che vogliono continuare a frequentare gli stadi e tutti i luoghi dello sport".