Serie C, Reggiana ko: il Padova torna in Serie B dopo 4 anni

Serie B

Matteo Moretto

Il Padova torna in serie B dopo 4 anni: decisiva la sconfitta della Reggiana, terza in campionato, nel posticipo della 36^ giornata del girone B contro l’Albinoleffe. Le ultime promozioni, dagli anni Novanta in poi, il Padova le ha ottenute in trasferta. Questa volta festeggia dalla tv dopo il pareggio del weekend contro la Fermana

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“Bravi tosi. Desso spritz per tutti”. Rigorosamente in dialetto veneto e con l’Aperol nel cocktail, variante nata proprio a… Padova. Una città ubriaca di felicità ritrova la serie B dopo quattro anni e un fallimento, che nel luglio 2014, ha commosso anche un campione del mondo che nel Calcio Padova ha esordito come Alessandro Del Piero: “Biancoscudo, rialzati” scrisse. Il ‘Biancoscudo’ si è rialzato e adesso piange di soddisfazione, per una promozione ottenuta sul campo - 59 punti, primo posto nel girone B e + 7 sulla Sambenedettese seconda in classifica - ma festeggiata davanti alla tv dopo il ko della Reggiana, terza, con l’Albinoleffe, nel posticipo del 36° turno di campionato. Il buongiorno si vedeva già dalle iniziali: Bonetto&Bisoli. Presidente e allenatore. Senza dimenticare un’altra B, quella di Bergamin, socio di Bonetto fino all’anno scorso prima di ratificare le dimissioni dal Cda. Il nuovo azionario, per il 20%, non ha B nel cognome ma tanta ambizione: Joseph Oughourlian, Ceo e fondatore di origini franco-armene del fondo Amber Global Opportunities, che detiene già quote di partecipazione in un club colombiano (il Millonarios Cuadro Azul y Blanco) e in uno francese di Ligue 2 (il Racing Lens). Basi solide, conti in verde e una squadra pensata per fare il salto più importante ma con intelligenza. Un Padova concreto e vincente, dalla B alla Z del direttore generale, Giorgio Zamunèr, con accento sull’ultima -e “da buon veneto” di San Donà. Che se non fosse entrato nel mondo del calcio avrebbe fatto il pasticcere nell’azienda di famiglia.

 

Un progetto vincente

Il dg, ex giocatore di Spal e Torino che quattro anni fa faceva tutt’altro mestiere, ovvero l’agente Fifa, ha scelto l’allenatore e modellato, in condivisione con la proprietà, una rosa da primissimo posto. Con l’ex Inter Bindi in porta, il capitano è Trevor Trevisan, che nel 2011 si è giocato la finale playoff di B con il Padova (persa, contro il Novara) insieme a un compagno di squadra che tra qualche ora sfiderà il Liverpool ad Anfield: Stephan El Shaarawy. Nel Padova del passato grandi campioni, anche di stravaganza, dal capellone col pizzetto color carota Alexi Lalas, il cui motto era “se perdo una partita io suono la chitarra e faccio l’amore e va meglio” a Vlaovic fino a Matteo Damian, Perin e Bonaventura. I gol promozione del presente però arrivano da Alessandro Capello, Roberto Candido e Marco Guidone. Qualità e tanta esperienza, con il carisma del 37enne Giampiero Pinzi e del 34enne Nico Pulzetti, insieme alla classe dell’ex Foggia Vincenzo Sarno. Calciatori esperti ma anche giovani talenti del settore giovanile come Davide Marcandella (1997) e Andrea Cisco, da gennaio di proprietà del Sassuolo ma che resterà un altro anno in prestito al Padova. L’allenatore giusto nel progetto giusto è Pierpaolo Bisoli: 100% passione biancoscudata. Il dg Zamuner ci racconta com’è scoccata la scintilla estiva tra i due: “Non credevo accettasse di scendere di categoria. Ci siamo incrociati alle finali di Lega Pro dell’anno scorso e mi disse ‘perché non pensi a me per il Padova?’. Due giorni dopo ci siamo incontrati in Liguria e abbiamo trovato l’incastro in poco meno di mezz’ora”. Per smaltire la sBornia di questa festa promozione ci vorrà un po’ di più. Intanto spritz per tutti.