Criscito: "Genoa è la mia vita, sono tornato con lo stipendio minimo"

il ritorno

Il difensore rossoblu si racconta a Sky Sport dopo il ritorno in Liguria: "Quando si parla di Genoa per me si parla di vita, ho avuto la possibilità di tornare e sono felicissimo di essere qui. Ho accettato lo stipendio minimo sindacale, non ho mai fatto una questione di soldi"

DA TOMMASI A CRISCITO: I GIOCATORI A BASSO STIPENDIO

Genova vuol dire vita per Mimmo Criscito. Tornato in rossoblù per la quinta volta in carriera, il difensore ha anteposto il cuore a qualsiasi interesse economico pur di tornare a vestire la maglia della squadra che lo accolse per la prima volta più di 20 anni fa. "È vero, ho accettato di tornare con il minimo sindacale, non so neanche quanto sia perché non ho ancora preso il mio primo stipendio" ha scherzato Criscito a Sky Sport. L'ingaggio? 2.274,16 euro lordi, che a seconda delle differenze trattenute possono diventare 1600-1700 netti. Ma poco importa: "Hanno sempre detto che sono andato a Toronto per soldi, ma non è vero - ammette - A Toronto sono andato per fare un'esperienza perché guadagnavo meno di quello che prendevo al Genoa un anno fa. Io non ho mai fatto questione di soldi, ho sempre scelto con il cuore".

"Voglio riportare il Genoa in Serie A"

Quel cuore che rievoca i ricordi per Criscito, arrivato a Genova nel 2001 per la prima volta e oggi uomo adulto e "adottato" dal capoluogo ligure: "Quando si parla di Genoa per me si parla di vita - racconta - Ho avuto la possibilità di tornare e sono felicissimo di essere qui. Sono nato a Napoli, ma sono arrivato a Genova nel 2001. Mia moglie è genovese, i miei figli sono nati qui. Penso che il Dio del calcio mi abbia dato una grande possibilità, quella di chiudere un cerchio bellissimo, una carriera bellissima". Già perché questi saranno gli ultimi mesi della carriera di Criscito che ha già le idee chiare sul futuro, ma è concentrato sul presente: "Sappiamo tutti che sono i miei ultimi sei mesi e voglio chiuderli nel migliore dei modi. Poi allenatore delle giovanili del Genoa? L’obiettivo è quello, ma ora sono concentrato per questi sei mesi, perché voglio chiudere nel migliore dei modi: voglio riportare il Genoa in Serie A".

criscito_veron_tevez_chevanton

leggi anche

Criscito-Genoa e gli altri ri-ritorni di mercato

"Sono andato via perché non rientravo nei piani di Blessin"

Nel suo racconto Criscito ha fatto un passo indietro, tornando all'estate scorsa quando ha lasciato il Genoa per trasferirsi in Canada, al Toronto FC: "Sono andato via perché c'era mister Blessin, non rientravo nei sui piani e con la società, quindi, abbiamo deciso che dovevo andare via. Con l'infortunio di Pajac la società doveva muoversi, ha avuto in me un'opportunità e sono qui per coglierla al massimo". Quando è arrivata la chiamata del Genoa, Criscito non ci ha pensato due volte: "Con il Genoa non poteva finire così come era finita - ammette - Sono andato a Toronto: esperienza bellissima, ma poi ho rescisso e sono tornato con l'idea di smettere. Quando mi è stato proposto di tornare al Genoa io non ho neanche chiesto di soldi o altro, ho detto subito sì".

gilardino_ipa

leggi anche

Genoa, Gilardino confermato: non è più ad interim

"Siamo i migliori, ma dobbiamo dimostrarlo in campo"

Esattamente 20 anni dopo l'esordio in prima squadra con il Genoa, Criscito si prepara a un nuovo inizio. Stavolta l'obiettivo è chiaro: riportare i rossoblù in Serie A dopo la retrocessione. Il difensore, però, è consapevole delle difficoltà e delle insidie che nasconde la Serie B: "Questa è una serie B equilibrata, a Toronto la seguivo da tifoso - spiega - Reggina e Frosinone non le aveva pronosticate nessuno tra le favorite, e anch’io non mi aspettavo fossero così forti.  Il Genoa sulla carta è la migliore, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo. Abbiamo le possibilità di venire su, ma sappiamo che ci sono anche altre squadre come Cagliari e Parma attrezzate per la promozione e che ci proveranno fino alla fine, ma noi siamo il Genoa e dobbiamo tornare in serie A. La squadra è partita bene, poi ha avuto un periodo di appannamento, ma con Gilardino si è ripresa. Da avversario era un attaccante fortissimo, e quando l’ho visto come allenatore mi è piaciuta subito la personalità e il modo con cui trasmetteva alla squadra le sue idee di calcio".