Conte-Tottenham, tutto fatto per l'accordo: a ore l'ufficialità

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Gli Spurs hanno ufficializzato l'esonero di Nuno Espirito Santo e del suo staff dopo il ko contro il Manchester United. Il club londinese è vicinissimo all'accordo con Antonio Conte, che nel primo pomeriggio è atterrato a Londra e ha incontrato Paratici per definire il contratto fino al 2023

TOTTENHAM-MAN. UNITED 0-3, GOL E HIGHLIGHTS

Antonio Conte torna in Premier League. E lo farà in quella Londra a cui tanto è legato e dove da tempo diceva di voler tornare un giorno, dopo l'esperienza al Chelsea conclusasi trionfalmente nel 2018. L'occasione giusta per il grande ritorno è arrivata dal Tottenham che, dopo aver esonerato Nuno Espirito Santo a seguito della sconfitta interna per 3-0 subita sabato scorso contro il Manchester United, ha subito avviato le trattative con l'ex allenatore dell'Inter, arrivato nella capitale inglese nella giornata di lunedì per discutere i dettagli dell'accordo. Conte era stato nel mirino degli Spurs anche in estate, ma aveva preferito rifiutare la proposta tecnico-economica della squadra del nord di Londra, anche a causa della probabile partenza di Kane (poi rimasto agli Spurs). Poi l'inizio di stagione tribolato con Nuno Espirito Santo, le prime sconfitte e la decisione di tornare con forza sull'italiano, grazie anche ai buoni rapporti da sempre intercorsi tra l'ex Inter e Paratici, il ds che Conte ha avuto ai tempi della Juventus e che dallo scorso giugno è diventato 'direttore generale' del club inglese. Una trattativa serrata ma veloce, conclusasi con la definizione dei termini del contratto di Conte: 18 mesi a una cifra complessiva che dovrebbe aggirarsi attorno ai 20 milioni di sterline. Tutto fatto, tutto deciso: l'unica cosa che manca, a questo punto, è l'annuncio ufficiale che arriverà nelle prossime ore. 

I numeri di Antonio Conte da allenatore in Premier League

Dove va, mette le cose a posto. Questa è la storia di Antonio Conte. L'ha fatto alla Juventus, con la Nazionale, con l'Inter e in precedenza anche col Chelsea. Dopo l'esperienza da ct dell'Italia (risollevandola, anche in quel caso, dalle ceneri della mancata qualificazione ai mondiali, fino a un onorevolissimo quarto di finale di Euro 2016, ponendo le basi per l'era Mancini), Conte aveva accettato la proposta di Abramovich nell'estate del 2016. I blues venivano da una stagione deludente, chiusa al 10° posto, e il patron russo aveva individuato in Conte l'uomo giusto per la cura alla sua squadra. Detto, fatto: in dodici mesi i blues passano dal decimo posto alla vittoria del campionato. L'anno successivo, in campionato, il Chelsea non si ripeterà, chiudendo al 5° posto in Premier, consolandosi però con un altro titolo: la FA Cup, vinta in finale contro il Manchester United. Il bilancio dei due anni in Inghilterra di Conte dice questo: 106 partite, 2,12 di media punti per match, una Premier e una FA Cup vinta. Il tutto avendo preso una squadra che aveva finito al 10° posto la stagione precedente. Conte è così: dove va, rimette le cose a posto. Paratici l'ha portato al Tottenham per questo.