Chelsea, sfumature di Zappacosta: dal sacrificio al sogno Blues

Calciomercato
La storia di Davide Zappacosta (Twitter Chelsea)
zappacosta

Dalle panchine con allenatore papà Roberto al grande sogno assieme a Conte: i campioni d’Inghilterra scelgono Zappacosta all’ultima giorno di mercato. Tra social, riconoscenza,  l’idolo Nedved, sacrificio, valori e un treno da prendere al volo

In principio la parola 'Grazie', da sempre. Questione di riconoscenza. Valori. Perché Davide Zappacosta non dimentica, piuttosto preferisce portare i ricordi impressi nel suo cuore. Sentimenti dalle sfumature in rapida evoluzione, fino a qualche ora fa granata: adesso, invece, puramente Blues. Perché "questa è la grande opportunità, il sogno". Ah, ovviamente parliamo del Chelsea. Quella magica occasione da cogliere nelle ultime ore di un mercato lunghissimo. Perché adesso Conte può finalmente sorridere: il tutto in un’estate in chiaroscuro ma conclusasi col prezioso lavoro di una notte. Quella a cavallo tra la sera del 30 e del 31 agosto, con in testa solo Zappacosta. E ora Davide è pronto a godersi la meravigliosa aria di Stamford Bridge, ovvero il grande treno della sua vita.

Curiosità social

In Italia abbiamo imparato a conoscerlo, soprattutto nell’ultima stagione. Dalla grinta alle sue incessanti corse sulla sua corsia di destra. Da vero pendolino. E quasi sempre titolare nelle idee di Mihajlovic. Ok, ma in Inghilterra? Mistero, almeno all’inizio. Con i tifosi del Chelsea a cercare il nome del loro nuovo terzino su tutti i motori di ricerca. In particolare su Wikipedia, dove hanno modificato la pagina di Davide (la versione inglese) scrivendo un'altra traduzione letterale: 'panic boy', ossia acquisto d’emergenza. Conte, però, è consapevole del prezioso valore dell’ormai ex terzino del Torino, autore la scorsa stagione di 29 presenze in maglia granata.

Azzurro o Blues?

Sfumature di un arcobaleno sopra il destino di Zappacosta. Perché Davide, prima di sposare il progetto Chelsea, ci ha pensato su con calma e razionalità. Consapevole del fatto che non sarà facile imporsi da subito in un club così importate. Tra un nuovo campionato – la Premier League – e una Champions League in cui i Blues dovranno tornare subito protagonisti. Ah, sullo sfondo l’azzurro della sua Italia, proprio il motivo che lo ha fatto tentennare. Di mezzo il Mondiale, già: un sogno che al Torino sarebbe stato più semplice da conquistare. Ma "sono pronto per questo nuovo viaggio. Lontano dal Torino, e con il Toro sempre nel cuore", parole piene di emozione e nostalgia, scritte proprio da Zappacosta sul suo profilo Instagram.

Riconoscenza

La passione in una lettera, tra tanti grazie e parole piene di rispetto: "Voglio ringraziare con tutto il mio affetto i tifosi del Toro, i miei compagni, il Presidente, i dirigenti e tutte le persone che ho conosciuto in questa esperienza indimenticabile". E senza scordarsi di lui, papà Roberto. Che lo allenò nelle categorie giovanili, trasmettendogli i primi valori tattici e umani. E tenendolo in panchina: "Sì, quello con mio padre è stato uno degli anni in cui ho giocato meno: mi teneva fuori per mostrare ai miei compagni che non avvantaggiava suo figlio". Peccato che quel ragazzo avesse qualcosa in più degli altri. Nella testa e nelle gambe. Da sempre duttile e volenteroso, amante del sacrificio. Uno alla…Zambrotta.

"Zambrottino"

Accostamenti piacevoli. Di livello. Prima lo chiamavano Cafu, poi 'Zambrottino'. Anche se l’idolo era un altro: Pavel Nedved. "Mi piaceva come persona e calciatore. A lui ruberei tutto: grinta, compattezza, determinazione e capacità di calciare con il destro e con il sinistro". Caratteristiche di una leggenda unita alla voglia di una giovane promessa. Nata a Sora l’11 giugno del 1992, nonché figlio della gavetta. Dall’Avellino, nel 2011, all’Atalanta: step by step.  E poi i due anni al Torino, coincisi con la maturazione calcistica e l’estate del sogno. Questa, nell’ultimo giorno di mercato.

Thats’Zappa

Un difensore costruito su misura. Anche se "all’inizio non mi trovavo bene a fare il terzino, facevo fatica con le diagonali". Poi, ad Avellino, Rastelli gli diede una grossa mano: "È uno che cura ogni dettaglio in maniera maniacale, ha migliorato parecchio la mia fase difensiva". Fino alla linea della Nazionale di Ventura, protagonista a destra nelle ultime partite contro Liechtenstein e Albania. Anche bianconero, membro di una famiglia tutta juventina. Baciando ogni partita i propri parastinchi con incise le iniziali dei propri genitori. Passato e presente di un giocatore in continuo divenire. Dai colori delle Maldive, assaporate assieme alla sua Morena nelle vacanze estive, al sogno Chelsea. "In un giorno strano, sì, ma allo stesso tempo il più bello della mia vita", queste le sue emozioni convertite in parole sul profilo della sua nuova società. A Londra, nella City. Per 25 milioni di euro e altrettante buone ragioni, in un contratto di 4 anni a 2.5 milioni. Nel mezzo, sentimenti dalle sfumature in rapida evoluzione, fino a qualche ora fa granata: adesso, invece, puramente Blues.