Calciomercato, Rooney: "Ho lasciato l'Everton perché non volevo essere un peso morto"

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L'attaccante inglese ha spiegato alla BBC i motivi che lo hanno spinto a lasciare i Toffees dopo un solo anno dal suo ritorno in maglia blu: "Mi hanno fatto capire che con una buona offerta sarebbero stati contenti di cedermi"

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32 minuti per mettere in mostra le proprie qualità, fare da riferimento principale in attacco e di sponda servire due passaggi per il compagno Arriola, contribuendo così al successo finale ai danni dei Vancouver Whitecaps. È stato un esordio più che positivo quello vissuto da Wayne Rooney con il DC United, stazionato all'ultimo posto della Eastern Conference in MLS, ma con un numero elevato di partite da recuperare. L'attaccante inglese si sta godendo la prima fase di questa nuova esperienza dall'altra parte del mondo, ma non dimentica certo il suo passato. Non è stato facile lasciare la sua casa, l'Everton, con la quale il secondo idillio è durato un solo anno. 10 centri messi a segno in Premier che non sono bastati a trascinare i suoi alla qualificazione in Europa League, seguito poi dalla decisione di abbandonare definitivamente la sua squadra del cuore. Ed è lo stesso 32enne di Liverpool ad aver raccontato i motivi che lo hanno spinto a chiudere la sua storia con i Toffees. "Mi hanno chiarito sin da subito che se fosse arrivata un'offerta, sarebbero stati ben felici di cedermi. - ha spiegato ai microfoni della BBC -. Io ho capito che con un nuovo manager (Marco Silva ndr) e un nuovo staff ci sarebbe stato un ricambio, quindi mi sono subito fatto avanti e ho detto alla dirigenza: «Se è questo quello che volete io non ho intenzione di restare ed essere un peso morto. Andrò a giocare da un'altra parte». Quindi ho optato per la destinazione americana. Sentivo che Washington era più adatta per me e la mia famiglia rispetto a Los Angeles o New York. Ho parlato con i proprietari, mi hanno detto del nuovo stadio e del nuovo campo di allenamento che inaugureranno il prossimo aprile. Sembrava il club ideale per la mia ambizione. Ho firmato per tre anni e il mio obiettivo è vincere titoli". Wazza ha dichiarato poi di voler continuare a lavorare nel mondo del calcio quando appenderà gli scarpini al chiodo: "Sarebbe un peccato abbandonarlo dopo esserne stato coinvolto per così tanto tempo - ha continuato -. È la mia grande passione, ma non so ancora cosa farò. Potrei allenare, fare da dirigente o da opinionista in Tv".

"Che emozione l'Inghilterra al Mondiale. Lo United..."

Rooney si è soffermato anche sull'esperienza Mondiale della sua Inghilterra, con la quale ha disputato 119 partite in carriera, condite da 53 gol: "Hanno giocato un fantastico torneo, anche se sono rimasto deluso che non siano arrivati in finale - ha aggiunto -. Sono una squadra giovane, ma il problema è che la maggior parte di loro gioca poco nei rispettivi club. Spero che gli allenatori contribuiscano ad accrescere il loro minutaggio". Un'ultima battuta il centravanti classe '85 l'ha rilasciata a proposito della lotta al titolo della Premier League: "Credo che lo United, giocando come la passata stagione, avrebbe vinto il titolo in qualsiasi altro anno - ha concluso -. È il Manchester City che ha ridotto agli occhi esterni il rendimento dei Red Devils. Molti infatti dicono che hanno giocato male, ma secondo il mio parere hanno offerto un ottimo rendimento e sono cresciuti dal punto di vista del gioco. Penso che possono competere con la squadra di Guardiola già da quest'anno".