Calciomercato Arsenal, Emery: "Ramsey? Da un giocatore voglio sempre il massimo"

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L’allenatore dei Gunners ha spiegato la sua filosofia e ha parlato del rapporto con i suoi giocatori, toccando inevitabilmente la questione legata al futuro di Ramsey: "La psicologia può aiutare nella gestione dei calciatori, a volte bisogna provocare delle frizioni per ottenere qualcosa di positivo. Ma da chi è qui io voglio ottenere sempre il massimo". Fino al 31 gennaio tutte le sere su Sky Sport Football e Sky Sport 24 "Calciomercato l'Originale", con Bonan, Di Marzio e Fayna

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Dall’approccio a un nuovo campionato come la Premier League agli obiettivi da raggiungere con il suo Arsenal, senza mai abbandonare l’attenzione al dialogo con l’uomo prima che con il calciatore, filosofia seguita da tutta la carriera. Idee chiare per Unai Emery, che si è raccontato apertamente nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni di Sky Sports. Tra gli argomenti trattati dall’allenatore spagnolo, inevitabilmente, anche quello del futuro di Aaron Ramsey, in scadenza di contratto con l’Arsenal e pronto a diventare un nuovo calciatore della Juventus. Senza entrare troppo nel dettaglio, Emery ha spiegato il suo modo di gestire una situazione del genere. "Io penso che delle volte sia necessario provocare delle frizioni con i calciatori – ha detto lo spagnolo -, così da poter ottenere qualcosa di positivo. In qualità di allenatore, però, bisogna sempre fare attenzione, magari una frizione particolare può portare a una rottura della relazione. Ma io credo sempre nel dialogo, la cosa più importante è che le qualità di un giocatore vengano sfruttate fino all’ultimo per il bene della squadra. Quindi, come allenatore, voglio ottenere sempre il massimo da un mio giocatore e allo stesso tempo assicurarmi che questo si adatti al resto della squadra".

L'esperienza all'Arsenal

Emery ha poi fatto un bilancio dei suoi primi mesi in Inghilterra e ha sottolineato diversi aspetti della sua nuova avventura all’Arsenal in qualità di erede di Arsene Wenger. "Ho avuto esperienze in Spagna, in Russia e in Francia, quindi posso dire che qui è molto diverso. Vivono tutto con grande coinvolgimento – ha spiegato Emery -, ma, anche se il risultato è importante, c’è grande rispetto per il lavoro. Quindi si può crescere in maniera progressiva, partendo dal basso. Quando una società decide di cambiare manager, lo fa perché vuole qualcosa di nuovo. La sfida consiste nel mantenere ciò che di buono esiste già e nel migliorare le cose che non vanno bene. E all’Arsenal ce n’erano molte. Qui, per la prima volta, sento la possibilità di poter partire dal basso e costruire qualcosa, si può fare un lavoro a lungo termine. Vogliamo riportare l’Arsenal dove merita di stare, l’obiettivo è un posto in Champions, ma sappiamo che serve tempo. Per ora siamo fuori dai primi quattro posti, però le cose stanno procedendo bene: sapevamo che non sarebbe stato semplice, ma per raggiungere il nostro obiettivo non ci manca nulla".