Higuain-mania: quando Napoli impazzì per il Pipita

Calciomercato

Gianluca Maggiacomo

Gonzalo Higuain, il 24 luglio 2013, al suo arrivo a Fiumicino. Il Pipita stava per diventare un nuovo attaccante del Napoli (ANSA)
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Il 24 luglio 2013 l’argentino lascia il Real Madrid per vestire l’azzurro. La notizia manda in autentico delirio i tifosi, che accolgono il nuovo arrivato, all’aeroporto di Fiumicino, come un eroe, con cori, sciarpe e bandiere

Quando è arrivato al Napoli, uno dei primi a farsi sentire è stato Diego Armando Maradona. El Diez, pur se da lontano, lo ha accolto con un messaggio di benvenuto e lo ha proclamato futuro re del San Paolo. “È il mio erede. Sono sicuro che vincerà la classifica cannonieri”, dice Diego attraverso il suo legale, Angelo Pisani. Un’incoronazione a tutti gli effetti. E cosa si può voler di più? È il 24 luglio 2013, quattro anni fa. Gonzalo Higuain diventa un giocatore del Napoli. E la città impazzisce. Da Mergellina ai quartieri Spagnoli, da Scampia all’intera area vesuviana si comincia a sognare. Tanto che quando il Pipita sbarca all’aeroporto di Roma Fiumicino, ci sono oltre 100 tifosi ad attenderlo per dedicargli cori e mettergli al collo la sua prima sciarpa napoletana. Per i fan azzurri è l’apoteosi. Un fuoriclasse pronto a scalpitare al San Paolo. Uno degli attaccanti più forti d’Europa. E per di più di nazionalità argentina, come Diego. Di meglio non si poteva avere.

 

"Vai a Napoli, non te ne pentirai"

Quando Higuain mette piede a Napoli la squadra è nel pieno di un cambiamento profondo. Il presidente Aurelio De Laurentiis vuol dare al gruppo un prestigio internazionale. Condizione, questa, per programmare i futuri trionfi della squadra. Per questo motivo viene cambiato l’allenatore: via Walter Mazzarri per Rafa Benitez, uno che in Inghilterra ha già vinto una Champions League con il Liverpool e una Europa League quando era alla guida del Chelsea, oltre a un Mondiale per club con l'Inter. Con l’allenatore spagnolo arrivano il belga Dries Mertens dal PSV, il portiere Pepe Reina dal Liverpool, uno fedelissimo di Benitez, e tre calciatori dal Real Madrid: il difensore Raul Albiol, l’esterno Josè Maria Callejon e, appunto, Gonzalo Higuain. Una campagna acquisti sfarzosa, resa possibile anche dalla cessione di Edinson Cavani al Psg, che ha portato nelle casse di ADL circa 64 milioni di Euro. Al Pipita il compito di non far rimpiangere l’uruguaiano, che in tre stagioni al San Paolo, era diventato un idolo a suon di gol (104 in 138 partite tra campionato e coppe) e prestazioni da autentico fuoriclasse. Per l’argentino, questa di Napoli era la sfida che ci voleva, dopo aver sofferto, e non poco, a Madrid per la concorrenza sfrenata, soprattutto di Karim Benzema. Da qui l’idea di partire. Che lo ha portato a Napoli con la benedizione dell’amico Ezequiel Lavezzi, determinante nella scelta: “Vai a Napoli, non te ne pentirai”, l’invito del Pocho.

 

Applausi e cori anti-Juve

Il clima che respira Higuain quando sbarca in Italia è di attesa ed entusiasmo. C’è fibrillazione. E il Pipita ne viene subito travolto. L’aereo su cui viaggia l’argentino atterra a Fiumicino poco prima delle 15 di mercoledì 24 luglio di quattro anni fa. Jeans, camicia bordeaux con colletto bianco, occhiali da sole a goccia, barba rasata da massimo 24 ore e un po' d'abbronzatura. “Sono molto felice”, dice ai giornalisti. Poche parole, ma tanti sorrisi da distribuire agli oltre cento tifosi in delirio che lo hanno aspettato nel caldo dell’estate romana. Scene di gioia e delirio collettivo. Abbracci. Applausi. E poi ci sono i cori: i primi sono di sfida contro i “nemici” storici della Juventus (se solo sapessero come poi va a finire la storia…), tanto per far capire al nuovo arrivato quale sarà il tema del campionato che sta per cominciare. “Din din, din din, din din, din, din intervengo da Torino, ha segnato Higuain”. E ancora: “E chi non salta è juventino ooooooo…”. Il Pipita ascolta. Forse non capisce. Ma dalla faccia sembra apprezzare quell’esser coccolato dalla sua nuova gente. L’argentino a fatica riesce a farsi strada tra le ali di tifosi. A scortarlo, oltre al fratello manager, Nicolas, la polizia e i baschi verdi della Guardia di Finanza. All’improvviso spunta una bandiera dell’Argentina che sventola nella folla. E poi l’immancabile sciarpa del Napoli, che un tifoso, facendosi largo, mette al collo del nuovo e sorridente idolo del San Paolo. Higuain a Fiumicino incontra e conosce anche Diego Junior, figlio napoletano di Maradona, con cui l’argentino si fa fotografare in una saletta dell’aeroporto. Poi, via. Destinazione: Villa Stuart, la clinica romana dove sono in programma le visite mediche e dove, ad aspettarlo, altri tifosi in delirio. Anche qui, cori, applausi, flash e tanti, tanti sorrisi.

 

Pipita-mania

L’entusiasmo per l’arrivo di Higuain al Napoli attraversa fisicamente tutta l’Italia. A Roma, dove il Pipita trascorre la sua prima giornata italiana, è un continuo incontrare l’euforia dei tifosi. Bandiere, sciarpe e cori: solo per lui. Per le strade ed i vicoli di Napoli non si parla d’altro. Così come a Dimaro, sede del ritiro pre-campionato degli azzurri, dove compaiono i primi striscioni dedicati al nuovo idolo del popolo napoletano. Nello stesso giorno in cui il Pipita diventa azzurro, la società si appresta ad annunciare anche l’acquisto di Reina. Ma i tifosi pensano solo ad Higuain, l’uomo dei sogni. Quello con cui è ormai lecito, al di là della scaramanzia, pronunciare la parola scudetto. E infatti i tifosi, con cori urlati a squarciagola, lo dicono senza remore o timori: "Vinceremo, vinceremo, vinceremo il tricolor...".

 

La prima uscita

Dopo Roma, Higuain va a Dimaro, dove conosce il presidente De Laurentiis, firma il contratto (quinquennale da circa 4,5 milioni netti a stagione) e si unisce al gruppo. Finito il primo giorno da neo-napoletano, il Pipita vivrà il bagno di folla al San Paolo il 29 luglio, prima dell’amichevole Napoli-Galatasaray, dove ci sarà la presentazione ufficiale ed in grande stile. Sciarpa al collo, maglia numero 9 sulle spalle, quella dei bomber veri, e parole al miele per il popolo di Fuorigrotta: “Sono molto felice di stare qui, speriamo di fare cose importanti. C'è una squadra forte ed un pubblico fantastico”.

 

Amore e gol. Ma poi...

Dalla presentazione in poi, tra Higuain e Napoli è stata una intensa storia d’amore e gol. Nella stagione d’esordio segna 24 reti e vince la Coppa Italia. Nel 2014-15 esulta 29 volte ed alza al cielo la Supercoppa Italiana dopo aver disputato una gara macroscopica contro la Juventus. L’apice, però, il Pipita lo tocca nel suo terzo anno napoletano con Maurizio Sarri in panchina: 38 gol, di cui 36 in campionato, titolo di capocannoniere in bacheca (proprio come aveva pronosticato Maradona) e nuovo record di marcature in un singolo torneo a girone unico. Poi, nell’estate 2016, il colpo di teatro. Il Pipita saluta. E va alla Juve. Sacrilegio. Incredulità. A Napoli non lo hanno ancora perdonato. Forse perché, fin dal primo giorno, l’hanno amato troppo.