Witsel-Juve, promessi sposi... con beffa finale

Calciomercato

Vanni Spinella

combo_witsel

Una "mercatonovela" con i fiocchi: nell'estate 2016 il matrimonio pareva certo, ma salta tutto all'ultimo minuto. Il belga e la Signora si danno appuntamento a gennaio per riprovarci, poi però, di fronte ai soldi cinesi, il bell'Axel si scusa e vola via

Bello e impossibile. Probabilmente anche consapevole di essere tra i più desiderati del mondo. Tutto ciò, però, non giustifica un comportamento del genere. Non si tratta così una signora, a maggior ragione la Signora. Il bell’Axel Witsel, però, non è il tipo che si guarda indietro. Chiede scusa, ma poi va dritto per la sua strada, quella che l’ha portato in Cina.

La Juventus lo adocchiò un’estate di due anni fa: scottata da un tedescone, tale Julian Draxler, che la prese in giro per un paio di mesi prima di filarsela con un’altra, si invaghì di questo belga dalle spalle larghe e dalla cofana riccioluta. L’occhio azzurro e la carnagione scura fanno il resto, e aggiungiamoci pure due discreti piedi, che se di mestiere fai il calciatore non guastano. Una cottarella estiva (ma gli sbavano dietro in tante squadre, tra cui anche il Milan) conclusa con un nulla di fatto. Magari ci si rivede…

Ci si rivede

L’anno dopo, puntuali, riecco il bel ragazzo e la Signora che tornano a incrociarsi. La Juventus ha appena ceduto Pogba al Manchester United: potremmo definirla una “ricca Signora” nel momento in cui torna a fargli la corte e, come vedremo, il fascino dei soldi non lascia indifferente Witsel. A luglio il belga è già cotto a puntino: entra nell'ufficio di Lucescu, il suo allenatore allo Zenit, e gli comunica la volontà di essere ceduto alla Juventus. Con Marotta c’è già l’accordo su tutto, adesso sta al club russo decidere cosa fare: cederlo subito incassando tra i 15 e i 20 milioni di euro o vederlo partire a parametro zero dopo una stagione, giocata peraltro con il broncio. Come prevedibile, lo Zenit inizialmente recita la parte del duro che non fa sconti (“Resta qui, lo perderemo tra un anno a zero”), poi si siede al tavolo delle trattative.

Aspettando il fax

La mercatonovela riempie le pagine dei giornali per tutto il mese di agosto 2016, finché non si arriva all’accordo: il giorno 31, naturalmente. Lo Zenit accetta l’offerta di 18 milioni più 2 di bonus, il ragazzo vola a Torino per effettuare le visite mediche e poi si sposta in sede, dove si attende solo il fax dalla Russia con tutti i documenti necessari per annunciare il trasferimento ufficiale. Un fax che non arriverà mai.

A fermare l’operazione è Lucescu, il motivo è piuttosto semplice: non ha fatto in tempo a trovare un sostituto all’altezza. Con appena un mese di tempo a disposizione… Witsel e la Signora sono amareggiati ma si lasciano con una stretta di mano e la promessa di rendere ufficiale la loro unione a gennaio. Solo tre mesi, vedrai che voleranno: e poi sarà tutto bellissimo…

Orgoglio russo

A fine dicembre la Juventus torna a bussare alla porta dello Zenit. Dietro alla schiena non nasconde un mazzo di fiori ma un’offerta ovviamente molto più bassa rispetto a quella formulata in estate: 6 milioni di euro, prendere o lasciare, forti della volontà del giocatore e della possibilità di prenderlo a giugno a zero. Il messaggio è chiaro: noi non abbiamo fretta, abbiamo già aspettato e possiamo aspettare ancora, per cui accettate i 6 milioni che sono meglio di niente. Nessuno può immaginare che nella soap stia per fare il suo ingresso a sorpresa un nuovo pretendente, anzi due.

Lo Zenit, infatti, non cede: non ha bisogno di quei 6 milioni (tanto vale tenere il giocatore e “sfruttarlo” per vincere il campionato) e lo dice chiaramente anche all’esausto Witsel, prigioniero da mesi dell’orgoglio del suo club. Poi, il colpo di scena.

Addio Wit$el

Dalla Cina arriva la proposta di André Villas-Boas, allenatore dello Shanghai SIPG, lui sì con il mazzo di fiori dietro alla schiena e tante belle promesse sussurrate all’orecchio: vuole costruire una grande squadra e ha individuato in Witsel il suo perno. Ah sì, è anche disposto a pagarlo una montagna di soldi per 3 anni. Per fare le cose in regola ci si assicura che con la Juventus non ci sia stato niente di serio (e così è in effetti: solo 6 mesi di promesse e strette di mano, ma nessuna firma) e poi si procede.

Finché all’orizzonte non spunta Fabio Cannavaro. Anche lui viene dalla Cina, dove allena il Tianjin, anche lui ha portato i fiori: un mazzo da 18 milioni a stagione per 4 anni e mezzo (la Juventus ne offriva 3,5…), altri 20 allo Zenit, che trattiene una risata mentre risponde di sì. Per fortuna, dopo essersi promesso alla Juve per mesi ed essere scappato a un passo dall’altare, Witsel ha il buon gusto di dire la verità, senza raccontare la favoletta del “progetto cinese intrigante”: “Era un’offerta irrinunciabile – si scusa mentre conta le banconote – I dirigenti bianconeri si sono sempre comportati da signori con me. Chissà, magari in futuro succederà che finalmente le nostre strade si incontreranno…”. Pronti a ricominciare daccapo?