Calciomercato Napoli, alti e bassi sugli acquisti: solo in tre hanno convinto

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Nel Napoli mancano i ricambi di qualità, e le ultime sessioni di calciomercato solo raramente hanno consegnato nelle mani di Sarri quei giocatori utili per far rifiatare i titolarissimi. Il rapporto tra investimento fatto e minuti giocati dai colpi più recenti è negativo. Solo Diawara e Zielinski hanno convinto. Male - tra gli altri - Ounas, Maksimovic e Pavoletti. Notizie positive, intanto, da Mertens, che in Coppa Italia è tornato al gol

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I titolarissimi nel Napoli di Maurizio Sarri sono praticamente sempre gli stessi. Come dargli torto d’altronde? 99 punti nell’anno solare, a un passo dalla perfezione. Il primo posto in campionato e l’occasione concreta di arrivare davvero allo scudetto a fine maggio, mai come quest’anno. In attacco Callejon, Mertens e Insigne sono collaudati, e anche il centrocampo con Allan, Jorginho e Hamsik funziona, benissimo. Cosa manca? Qualche ricambio, vero, perché il mercato delle ultime stagioni ha raramente consegnato nelle mani di Sarri quei giocatori utili per far rifiatare chi gioca sempre, e contemporaneamente garantire anche qualità delle prestazioni. I nomi, di chi ossigeno ai titolarissimi lo sta fornendo, sono quelli di Diawara e Zielinski su tutti, due acquisti decisamente centrati, e risalenti all’estate del 2016. Poi ci sarebbe anche Milik, travolto però - e per ben due volte - dalla sfortuna. Ma poi? Guardando agli altri movimenti in entrata degli ultimi anni non sempre i colpi sono stati soddisfacenti. Relazionando i milioni spesi per il cartellino e le partite giocate nella prima stagione, la risultante è poco convincente.

Ricambi di qualità

Sono soltanto tre i giocatori che hanno convinto a posteriori, ovvero dopo aver potuto dimostrare il loro vero valore. Arkadiusz Milik è quello che è costato più di tutti. Al Napoli ci arrivò il primo agosto del 2016, per 32 milioni e con un compito molto difficile: non far rimpiangere uno come Gonzalo Higuain. ll crociato, però, è già saltato due volte, tanta sfortuna per il polacco, che prima è stato fermo 115 giorni tra ottobre 2016 e febbraio 2017. Poi quest’anno il nuovo stop, il 23 settembre nel match contro la Spal. Ciò nonostante il primo anno non è stato poi così negativo in quanto a presenze: 23 totali, anche se fortemente condizionate dal lungo infortunio. In Serie A aveva segnato 4 gol nelle prime sette giornate, partendo per quattro volte da titolare. In Champions, invece, era andata ancora meglio. Milik segna una doppietta all’esordio europeo contro la Dinamo Kiev e va in gol anche contro il Benfica nella seconda giornata. Poi il buio, e il recupero inevitabilmente lento. Nella seconda parte di stagione il polacco torna a giocare a febbraio, e va in campo dieci volte nelle ultime sedici giornate di Serie A, ma mai da titolare. Inevitabile: nel frattempo era salito in cattedra Mertens, giocando al centro dell’attacco e iniziando a segnare gol a raffica. Con Sarri che non ha più voluto cambiare il suo attaccante centrale. Colpi decisamente positivi poi, e senza infortuni a rovinarne le prestazioni, sono stati anche Diawara e Zielinski. Il centrocampista ex Bologna arrivò anche lui nell’estate del 2016, pagato 14 milioni e mezzo. Le presenze totali al primo anno furono 28, di cui 18 da titolare nonostante 0 gol e 0 assist. Un’ottima alternativa in mediana e un buon ricambio, la scorsa stagione come questa attuale, per Jorginho. Per Piotr Zielinski, invece, i milioni spesi furono 14. Il primo anno, stagione 2016-17, Sarri lo utilizzò quasi sempre, e non a caso le presenze stagionali totali furono 47. In Serie A 36 su 38: 18 volte dalla panchina e 18 da titolare. Un jolly per il centrocampo e anche per l’attacco.

Tanti milioni, pochi minuti

C’è però anche il rovescio della medaglia nel mercato del Napoli delle ultime stagioni, e sono proprio quei colpi utili a dare ricambio ai titolarissimi che sono stati mancati, a partire da Adam Ounas. L’algerino è costato 10 milioni, acquistato il 4 luglio scorso, ma in questa stagione ha collezionato solo 11 presenze, per un totale di 271 minuti. Titolare solo nelle due partite giocate in Coppa Italia, dove il Napoli è stato eliminato, e ancora 0 gol. Male, quest’anno, anche Nikola Maksimovic, tra i giocatori in rosa con meno minuti in assoluto nelle gambe. Al Napoli era arrivato anche lui nel 2016: prestito per 6 milioni di euro dal Torino con obbligo di riscatto fissato a 20 milioni. Comprato come ottimo colpo per la difesa, il risultato della prima stagione è stato un buco nell’acqua: 12 partite, senza mai convincere realmente Sarri. Proseguendo nella lista, chi ha ancora meno minuti giocati quest’anno rispetto a Maksimovic è Emanuele Giaccherini. Nel 2016 viene prelevato dal Southampton a poco, vero, appena un milione e mezzo, ma rende altrettanto poco. 19 presenze ma solo due da titolare, senza mai essere quel ricambio di livello che serve al Napoli per volare proprio sulle ali d’attacco. Per Loreno Tonelli, invece, la stagione non è ancora iniziata. Mai utilizzato da Sarri, che lo aveva voluto dall’Empoli per 10 milioni nel 2016. Il primo anno totalizza solo 3 presenze e, nel mezzo, ci si mette anche un infortunio al ginocchio che gli fa saltare 13 giornate di campionato a inizio 2017. Al contrario di questi ultimi colpi, Mirko Valdifiori e Leonardo Pavoletti non giocano più nel Napoli. L’ex attaccante del Genoa, ora al Cagliari, era costato 18 milioni nel gennaio 2017, col ruolo di vice Milik, out per infortunio già da diversi mesi. Le presenze totali nel primo anno sono 10, vero, ma non segna mai. E negli ultimi dieci turni di campionato è in campo solo una volta. Valdifiori al Napoli, invece, ci arriva con Sarri nel 2015. 5 milioni e mezzo con 15 presenze, per lo più divise però tra Europa League e Coppa Italia. In Serie A gioca solo sei volte, l’ultima della stagione a febbraio, poi sarà sempre in panchina.

Sollievo Mertens

Sono numeri che non convincono, specie se i giocatori in questione sono dei rinforzi necessari per il definitivo salto di qualità, e per raggiungere davvero il tricolore a fine stagione. Serve ricambio, soprattutto in attacco. Chi sembra aver accusato più di tutti il colpo della mancanza di riposo pare proprio Dries Mertens, che contro l’Atalanta però - nella sconfitta dei quarti di Coppa Italia - è tornato al gol. È stata una liberazione per lui, dopo tutte le reti collezionate in un 2017 da record. In stagione era infatti a secco di reti da sette partite. L’ultima gioia era arrivata in Champions contro lo Shakhtar, poi più niente. E in campionato è dal 29 ottobre scorso contro il Sassuolo che manca il gol. In Serie A il belga ha 19 presenze su 19, con solo 84 minuti persi per strada, dovuti per lo più alla panchina dal primo minuto nel match d’esordio contro il Verona. Gioca praticamente sempre Mertens, terzo calciatore di movimento più utilizzato da Sarri. Più minuti del belga solo per Koulibaly e Callejon, entrambi titolati anche in Coppa Italia contro l’Atalanta, e lo spagnolo è un caso esemplare: in quella partita ha giocato al centro dell’attacco proprio perché una riserva manca totalmente. Serve allora correre ai ripari per il Napoli, questa volta, però, senza mancare l’obiettivo.