Milan, come si integra Bakayoko

Calciomercato

Federico Principi

Uno degli ultimi acquisti del calciomercato del Milan viene da una stagione sottotono al Chelsea, che ne ha rallentato una crescita. Cosa dobbiamo aspettarci dal suo inserimento nella squadra di Gattuso?

Il colpo di spugna operato dall’acquisizione del fondo Elliott ha spezzato l’estate del Milan in due fasi nettamente contrapposte. Al mercato low cost dei primi tempi, con l’arrivo di Reina, Strinic e Halilovic, ha fatto seguito un periodo più florido. Nello scambio con la Juventus sono sbarcati in rossonero Caldara e Higuain, ma per completare la rosa il Milan aveva bisogno di un centrocampista e ha individuato in Tiemoué Bakayoko, per ragioni tecniche e di opportunità di mercato, il profilo giusto per chiudere il cerchio, constatata l’impossibilità di arrivare a Milinkovic-Savic.

Il centrocampista francese viene da una stagione negativa e rappresentava uno dei problemi tattici dell’ultimo Chelsea di Conte. La sua affermazione al Monaco e la sua dimensione all’interno di un calcio verticale hanno tuttavia rappresentato due delle principali credenziali sufficienti a convincere il Milan a spendere 5 milioni di euro per il prestito immediato e a fissare il diritto di riscatto a 35 milioni. Per il nuovo Chelsea di Sarri, che non considera Bakayoko uno dei profili più adatti per sviluppare il proprio calcio, l’affare con il Milan è comunque una buona occasione per non realizzare una minusvalenza, avendo speso proprio 40 milioni per il suo acquisto dal Monaco. Per Gattuso, invece, una pedina utile per rinforzare il centrocampo senza stravolgere i princìpi di base, ma con la consapevolezza che inserire Bakayoko non sarà comunque un processo immediato.

Che tipo di giocatore è Bakayoko

Bakayoko spicca innanzitutto per la sua grande capacità di usare il corpo: nonostante un peso piuttosto ridotto in relazione alla statura – meno di 80 kg su 189 centimetri – Bakayoko ha una grande capacità nei contrasti, sia in fase di interdizione – fidandosi dell’allungo della sua gamba per recuperare il pallone – che in conduzione palla al piede. Queste sue abilità, tuttavia, emergono quando riesce a scegliere bene il tempo di aggressione: Bakayoko non è un giocatore raffinato nelle letture tattiche e per questo motivo a volte risulta irruento nei contrasti e impreciso nei tempi di pressing, oltre che nel tagliare le linee di passaggio.

Bakayoko confuso nel pressing, esce alla cieca sui portatori di palla: prima su Roberts (già preso da Emerson Palmieri), poi su Naughton (già preso da Hazard) e lascia così una facile ricezione a Ki, alle sue spalle.

Nel 2016/17, al Monaco, Bakayoko era il giocatore della squadra con più contrasti tentati (2.27 per 90 minuti) e vinti nel 46% dei casi, ma era solo quinto in rosa per palloni intercettati (2.19 per 90 minuti). La sua imprecisione nelle letture si è vista nella stagione al Chelsea, non tanto nella diminuzione del numero dei contrasti effettuati (1.69 per 90 minuti, terzo in squadra dietro Kanté), ma soprattutto nel drastico calo di quelli riusciti: 31%, meno di 1 su 3, con in mezzo molti interventi in ritardo e falli commessi, specchio anche della confusione generale dell’ultima stagione di Conte.

Ma la stessa mancanza di letture che caratterizza il suo gioco in fase difensiva, lo riguarda anche nelle fasi di possesso, nonostante delle evidenti qualità naturali. Con la palla al piede Bakayoko non ha solo delle ottime capacità in conduzione, ma è anche ottimo nello smistare il pallone di prima nei corridoi sullo stretto, anche di esterno destro. Le sue abilità nell’uso del corpo, inoltre, gli permettono non solo di difendere con efficacia il pallone spalle alla porta, ma anche di sterzare attraverso una certa forza nei cambi di direzione.

Tuttavia Bakayoko pecca sia nel gioco lungo che negli smarcamenti, due difetti evidenti che non lo rendono particolarmente adatto come mediano singolo, specialmente nella sua utilità in fase di possesso. Con Conte ha lavorato abituandosi a smarcarsi lateralmente sempre più spesso, ma in generale la sua naturale inclinazione era quella di muoversi solo in profondità. Sia come mezzala che come mediano, la ridotta visione di gioco gli impediva di proporsi come ulteriore opzione di passaggio per i compagni.

Un esempio efficace nell’immagine sotto: il City di Guardiola pressa a uomo e sul retropassaggio di Rüdiger a Courtois, Gabriel Jesus abbandona Christensen e va direttamente sul portiere dei Blues. Courtois ha tutte le opzioni di passaggio bloccate verso la sua destra e avrebbe bisogno che Bakayoko (mediano del 3-5-2) si proponesse abbassandosi più o meno nella posizione indicata. Il francese, invece, rimane statico nella sua posizione originaria e il portiere belga prova a rinviare, centrando proprio Gabriel Jesus e rischiando di subire gol.

Come inserirlo nel Milan?

In virtù delle sue qualità, Andrea Raggi – suo ex compagno al Monaco – ha detto che «il ruolo ideale di Bakayoko è quello che ricopriva da noi, quello di secondo centrale di centrocampo». In effetti le caratteristiche in fase di possesso di Bakayoko non sono sufficienti per rivestire la funzione di mediano singolo, mentre anche la mezzala in un centrocampo a 3 è un ruolo che può essere a lui funzionale ma in cui necessiterebbe una superiore capacità di lettura nel pressing. In una mediana a due, invece, Bakayoko ha un appoggio in più dove poter smistare sul corto, può tranquillamente lasciare al compagno di reparto la prima costruzione – da qui i problemi con Kanté – e sganciarsi liberamente in profondità, senza oltretutto avere la responsabilità esclusiva di proteggere i centrali di difesa.

Proprio le mezzali, invece, lo scorso anno erano quasi sempre le pedine da cui partiva il pressing del Milan, che in caso di scarso successo esponeva troppo spesso Biglia a difendere uno spazio eccessivo ai suoi fianchi, considerata anche la stagione non positiva dell’argentino. Questo sembra essere il problema principale di un suo utilizzo al Milan come mezzala, soprattutto a sinistra. Lo scorso anno, inoltre, Bonaventura effettuava decisi smarcamenti esterni per permettere a Çalhanoglu di ricevere nel mezzo spazio, essendo più rifinitore e meno esterno d’attacco ed efficace nel dribbling rispetto al marchigiano. Bakayoko ultimamente ha lavorato su questo tipo di movimenti, ma per disordinare le difese avversarie dovrà abituarsi ad effettuarli rapidamente e nel modo corretto, se vorrà ritagliarsi spazio come mezzala sinistra, sfruttando tutto il suo dinamismo.

Bakayoko qui si allarga esternamente partendo da secondo mediano: permette ad Alonso di alzarsi e a Willian di venire incontro per ricevere. Per portare via un uomo e permettere a Çalhanoglu di effettuare lo stesso movimento di Willian in foto, Bakayoko dovrà abituarsi a leggere il gioco ancora più velocemente.

Giocando come mezzala destra – come nella sua unica partita in Nazionale a marzo 2017 contro la Spagna – Bakayoko non muterebbe troppo il suo calcio naturale, risultando una copia di Kessié con più abilità tecniche, ma andando ovviamente a mettersi in concorrenza con l’ivoriano. Come mediano singolo, invece, Bakayoko potrebbe rappresentare un salto di qualità difensivo rispetto a Biglia, ma al contempo un passo indietro in fase di costruzione. Per assecondare il calcio verticale di Gattuso, soprattutto dopo la partenza di Bonucci e l’esubero di Montolivo, il Milan ha bisogno di un mediano abile nelle verticalizzazioni che Bakayoko chiaramente non è: con la sua presenza davanti alla difesa, Romagnoli verrebbe sovraccaricato di responsabilità in fase di costruzione e rappresenterebbe l’unica fonte di verticalizzazioni, facilmente individuabile dalle squadre avversarie.

Forse il modo per mettere più a proprio agio Bakayoko nel Milan potrebbe essere un eventuale passaggio al 4-2-3-1, con Suso-Çalhanoglu-Bonaventura sulla trequarti e uno tra Biglia e Kessié accanto al francese. Anche in questo caso, senza l’argentino in mediana si ritornerebbe al problema di Romagnoli come fonte unica di costruzione dal basso, mentre con la coppia Biglia-Bakayoko il Milan dovrebbe fare a meno della qualità nelle percussioni di Kessié per sfruttare solo quelle del francese, ma quanto meno si andrebbe a sacrificare la copertura dell’ampiezza per non soffrire invece più le ricezioni ai fianchi del singolo mediano.

L’impressione è che, anche in base ai contesti delle singole partite e ai rispettivi stati di forma dei giocatori, Bakayoko, nei suoi pregi e difetti, possa rappresentare una sorta di jolly del centrocampo, che mancava al Milan. In relazione alla ferrea volontà di Gattuso di impostare un calcio verticale, il ruolo al momento più probabile in cui verrà ritagliato spazio a Bakayoko è quello della mezzala sinistra del 4-3-3, ma la diversità dei contesti delle partite e il lungo percorso da affrontare suggeriscono che a fine stagione sarà impiegato probabilmente in tutti i ruoli. Gattuso non sembra l’allenatore perfetto per migliorare la raffinatezza tattica di Bakayoko, ma potrebbe invece essere uno dei più adatti ad esaltarne le caratteristiche più naturali.