Cristiano Ronaldo invita Messi: "Venga in Italia"

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Il fenomeno portoghese si racconta. Fra il Real: “Che ormai è il passato” e la Juventus: “La scelta migliore che potessi fare. E’ il miglior gruppo in cui abbia giocato”. Infine anche la frecciatina a Messi: “Faccia come me, esca dalla Spagna e accetti la sfida” e la delusione per il Pallone d’Oro: “Lo meritavo, i numeri non mentono”

LA RISPOSTA DI MESSI ALL'INVITO DI RONALDO

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PALLONE D'ORO, TUTTI I VOTI

Sono passati già cinque mesi da quel famoso 10 luglio, ma Cristiano Ronaldo sembra essere arrivato alla Juventus da una vita. Lo dimostrano i numeri, quei 10 gol e sei assist con cui ha sempre portato bonus alla squadra in queste prime 19 partite stagionali fra campionato e Champions. Lo dimostrano anche i sorrisi con cui si allena, l’affiatamento con i compagni con i quali scende in campo. Insomma, dire che CR7 si è preso la Juve beh, non è un’esagerazione. E il trasferimento in Italia lo ha in qualche modo rigenerato. Il portoghese è consapevole di non avere ancora portato a termine la sua missione, di avere ancora dei record da scrivere e dei trofei da vincere: “Sono molto felice di essere qui, la città è molto carina, i tifosi molto gentili e la Juventus è un club fantastico, con una organizzazione stupefacente. Qui i giocatori sono umili, lavorano molto. Sì, la mia impressione finora è fantastica - ha raccontato in un'intervista rilasciata alla stampa nazionale - questo è il miglior gruppo in cui abbia giocato. Qui siamo una squadra, altrove qualcuno si sente più grande degli altri invece qui sono tutti sulla stessa linea, sono umili e vogliono vincere. Se Dybala o Mandzukic non segnano, li vedi comunque felici, sorridono. Per me è bello, percepisco la differenza. Anche a Madrid sono umili ma qui... sento che lo sono di più. È molto diverso da Madrid, questa è più una famiglia”.

“La Champions non sia ossessione”

Insomma, la Juventus è stata la migliore scelta possibile per cambiare vita: “Avevo alcune opzioni, non dirò quali ma le avevo – ha continuato - ho pensato che la Juve è un club stabile, ha storia, ha fatto due delle ultime finali di Champions, ha vinto il campionato per sette volte di fila. Ho pensato a quello che ho provato quando ho giocato qui, l’atmosfera. Sono stati piccoli dettagli a fare una grande differenza. La stabilità, l’approccio del presidente, i tifosi. Ora sono sicuro al 100% che era la migliore opzione”. L’obiettivo principale è quello di alzare al cielo la Champions. La prima per la Juve dopo oltre 20 anni, la sesta in carriera per Ronaldo: “Io dico sempre che la Champions non può essere una ossessione, bisogna pensarci con tranquillità. Al Real sono stati molti anni senza vincere e la Decima era un’ossessione molto grande. Invece il momento in cui puoi vincere è quello in cui ti rilassi mentalmente. La Champions è un sogno? Sì, tutti la vogliamo, ma dobbiamo arrivarci passo per passo. Guardate la partita con lo United, se fosse stato un quarto di finale saremmo usciti. Servono un po’ di fortuna, il momento giusto, i dettagli. Incontrare il Real? Per me, è uguale. Il passato è passato, adesso voglio vincere per la Juve, devo difendere questi colori e il resto non conta. Se giocassi contro il Real, cercherei di dare il massimo”. E proprio dai Blancos potrebbe arrivare qualche rinforzo: “Vedo che scrivete di James, di Bale, di Asensio ma sono onesto, la Juventus non ha bisogno di altri giocatori. Dovete parlare col presidente. Sul futuro, non so. Marcelo è forte, noi apriamo le porte ai buoni giocatori e Marcelo è uno di loro”.

“Allegri persona intelligente. A Messi dico di venire qui…”

Chi lo elogia sempre è Allegri, che non ci rinuncia mai. Sempre in campo fin qui, sempre dal 1’: “E’ molto professionale, serio, un ottimo allenatore, un tipo molto divertente – ha continuato a raccontare Ronaldo - una delle migliori qualità è che parla diretto, fa i nomi. Non capita che dica qualcosa e la gente si chieda a chi si riferisce. Una volta ha detto a uno di noi: “Non dribblare, il tuo lavoro è correre e passare”. È molto onesto. Ti viene da pensare “oh questo non può dirlo”, però lui lo dice. E poi sorride, ti abbraccia, è molto intelligente, professionale e divertente allo stesso tempo”. L’altra sfida è quella con Messi. Infinita, un duello che ha segnato un’epoca: Io faccio il mio lavoro, ho avuto successo in ogni club e questa è la cosa più importante. Non mi piace quando mi paragonano ad altri, non è giusto. I numeri parlano, se guardate le statistiche vedete. Io ho provato di poter avere successo con tutti i club e con la nazionale, non devo dimostrare nulla. Ho anche cambiato vita, sono uscito dalla zona di confort, ho accettato questa sfida e tutto è andato bene. Ho creduto in me e provato alla gente che sono ancora un giocatore incredibile. Se mi manca Messi? No, magari manco io a lui... Io ho giocato in Inghilterra, Spagna, Italia, Portogallo, nella nazionale, mentre lui sta sempre in Spagna. Magari ha più bisogno lui di me... Per me la vita è una sfida, mi piace e mi piace far felici le persone. Mi piacerebbe che venisse in Italia, un giorno. Faccia come me, accetti la sfida. Però, se è felice lì, lo rispetto: è un fantastico giocatore, un bravo ragazzo ma qui non mi manca niente. Questa è la mia nuova vita e sono felice”.

Il Cristiano calciatore e il Cristiano uomo: “E sul Pallone d’Oro…”

“In campo io cerco di fare tutto, se non ti alleni perdi il tocco. Qui alla Juve imparo cose diverse in termini fisici, emozionali, esempio, mi sto ancora adattando a Mandzukic, a Dybala, a Douglas Costa, agli altri. In campo cerco di migliorare sempre la forma fisica, di imparare a fare la cosa giusta. L’altro giorno avevo un dolore alla schiena perché avevo fatto tanti pesi, mi hanno detto “prova questo esercizio” e il dolore è andato via. Mi sono detto “ehi, conosco molto bene il mio corpo, lui mi consiglia un esercizio e funziona”. Vuol dire che si può sempre migliorare”. Intensa anche la vita fuori dal campo: “Dove sei-sette anni fa non ero molto paziente, ma ora sono migliorato. Difetti? Mah, non so, ne ho di certo ma... forse sto migliorando con l’età. A volte i miei amici e la mia famiglia mi dicono: “ehi, sai che sei Cristiano Ronaldo? Tu non puoi fare questo”. Ogni tanto me lo dimentico, ma è una cosa buona. Se pensassi di aver vinto tutto, di avere soldi e successo, sarei pigro e non lavorerei duro. Preferisco non saperlo, a volte è meglio dimenticare di essere Cristiano. Chiosa finale sul Pallone d’Oro, per il quale si è classificato secondo: “Io penso di meritarlo tutti gli anni, lavoro per quello, però se non vinco non è la fine del mondo. Rispetto la decisione. In campo ho fatto di tutto per vincerlo, i numeri non mentono, però non pensate che io sia meno felice se non vinco. Ho amici fantastici e ho la famiglia, gioco in uno dei club migliori, pensate che vada a casa e mi metta a piangere? Certo che sono deluso, ma la vita continua e io lavorerò ancora duro. Quindi congratulazioni a Modric, lui merita, ma il prossimo anno ci vedremo di nuovo e io farò di tutto per vincerlo”.