Tour, le pagelle: Wiggins, Sagan e Cav stellari. Evans flop

Ciclismo
Cavendish e Sagan: una sfida finita 3-3 al Tour. A Parigi ha vinto "Cannonball". A Londra come finirà? (Getty)
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La sfida tra lo slovacco e "Cannonball" tornerà ai Giochi. Ma occhio a Greipel, al top come Wiggo e Froome. Bene Nibali. Mentre Pinot e Voeckler danno spettacolo, il vincitore del 2011 affonda. Peggio di lui solo Schleck, fermato per doping, e il percorso

di Stefano Rizzato

Wiggins 10
– Padrone del Tour dall’inizio alla fine, supportato da un Team Sky formidabile, implacabile a cronometro e formidabile in salita, Wiggins ha dimostrato anche nervi saldi, per sopportare il peso del pronostico e tenere a bada Froome. Il voto va esteso a tutta la stagione dell’inglese, che non si è limitato ad aspettare l’appuntamento con la Grande Boucle e ha vinto in sequenza Parigi-Nizza, Giro di Romandia e Delfinato. Ora sarebbe bello vederlo, magari il prossimo anno, alle prese con un percorso più esigente e qualche salita in più.

Sagan 10 – Vincere tre successi e la maglia verde finale, all’esordio e a 22 anni d’età, è impresa da predestinato. Lo slovacco della Liquigas è imbattibile negli arrivi tecnici o in cima a brevi salite. Va in fuga, a volte aiuta Nibali in discesa e soprattutto dà spettacolo in una corsa un po’ avara di emozioni. Motore e testa sono già da fuoriclasse.

Cavendish 9,5 – Un po’ oscurato da Sagan e Greipel nella prima parte di Tour, si rifà dominando le ultime due volate con un’impressionante esibizione di potenza. Il segno che la forma per i Giochi è quella giusta. Mezzo voto in più per il “numero” con cui scarta Sanchez e Roche per prendersi la 18esima.

Froome 9 – Il “vincitore morale”? L’uomo che poteva trionfare senza gli obblighi da gregario? Probabilmente no. Dati alla mano, Chris perde quasi 2 minuti a cronometro e 1’25” nella prima tappa in linea. Dare 3’21” a questo Wiggins sulle non molte salite a disposizione era quasi impensabile. E va ricordato che anche Froome ha goduto del supporto della corazzata Sky. Detto ciò, il suo è un Tour fenomenale sia in salita che contro le lancette e merita pienamente il podio.

Greipel 9 – Il “gorilla” non perde il vizio. Tre belle volate – la migliore a Cap d’Agde – lo iscrivono di diritto tra i favoriti per Londra. Patisce la fatica nell’ultima settimana, ma fa conto pari con Sagan e Cavendish tra i plurivincitori di quest’edizione.

Nibali 8,5 – Il siciliano della Liquigas era venuto per vincere, ma ha pagato lo strapotere dei due Sky contro le lancette e non è riuscito a staccarli in salita. Da rimproverarsi ha forse solo quella giornata così così nell’ultima tappa pirenaica. Il fatto che esulti, ma non troppo, per il suo terzo posto è buon segno. È lui il presente dell’Italia per le corse a tappe.

Pinot e Voeckler 8 - Il volpone e il ragazzino: separati da 11 anni, sono stati il meglio del ciclismo francese nella corsa di casa. Hanno dato vivacità alla corsa ad ogni occasione e hanno raccolto parecchio: Voeckler sono arrivate la maglia a pois e due belle vittorie di tappa. Per Pinot un successo parziale e un decimo posto da più giovane del Tour: altro ’90 da seguire con attenzione.

Rolland 7,5 – Come sopra, con in più un filo di delusione perché era lecito aspettarsi meglio dell’ottavo posto finale.

Van Garderen e Van den Broeck 7 – Per entrambi Tour da regolaristi e prestigioso piazzamento nella top-5, seppur a parecchia distanza dal podio. L’americano supera anche Evans e può godersi la maglia bianca. Il belga attacca molto, ma non riesce mai a dare continuità.

Valverde, Fedrigo, Millar, L.L.Sanchez 7
– In un Tour in cui le fughe hanno avuto molto spazio, non era comunque facile trovare il guizzo giusto. Bravi loro a riuscirci, con azioni tecnicamente pregevoli.

Cancellara 6,5 – Continua a pagare l’infortunio di primavera, ma conquista il prologo e difende finché può la maglia gialla. Ancora non ha nelle gambe la solita potenza, come si vede nella crono lunga, e non è più favoritissimo per la crono olimpica.

Vinokourov 6 – Prova e riprova, soprattutto nell’ultima settimana, a lasciare il segno all’ultimo Tour de France. Esperienza, furbizia e tenacia non gli bastano.

Goss 5,5 – Quando non è Cavendish, ci pensa Greipel. Quando non c’è Greipel ci pensa Sagan. Insomma, trova sempre qualcuno che gli mette le ruote davanti. E finisce da onorevole pluripiazzato, come la sua GreenEdge.

Hoogerland 5 – L’anno scorso appassionò tutti con le sue fughe folli, anche dopo l’incredibile volo sul filo spinato. Quest’anno dov’era?

Evans 4,5 – Frenato, chissà quanto, da problemi di salute, è senz’altro la più grossa delusione del Tour, dopo il trionfo del 2011. Ha già promesso che ci sarà l’anno prossimo, ma l’impressione è che adesso la campana stia suonando per altri.

Gilbert 4 – Per lui un Tour praticamente da desaparecido, in linea cioè con il resto di una stagione in cui non ha ancora vinto. E pensare che l’anno scorso a quest’altezza aveva già 10 corse in tasca.

Menchov 4 – Prima settimana incoraggiante. Poi si smaterializza anche lui.

F. Schleck 3 – Cade nella prima settimana, affonda a cronometro, non esalta in salita. E viene sospeso per doping. Peggio non si poteva fare.

Percorso 4 – Il Tourmalet a metà tappa è solo uno degli affronti fatti dagli organizzatori dell’Aso agli appassionati. Montagne centellinate e cronometro a piene mani. E poi niente abbuoni al traguardo, per invogliare gli uomini di classifica a lottare fin sulla linea. Ne esce una corsa troppo spesso noiosa, nonostante gli atleti ci mettano buona volontà. Per il Tour numero 100 si spera in qualcosa di meglio.