Il Giro parla olandese: trionfa Dumoulin. Sul podio Quintana e Nibali

Ciclismo

Paolo Pagani

Tom Dumoulin vince il Giro d'Italia (Getty)
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Il corridore della Sunweb è il primo olandese a conquistare la Corsa Rosa. Un inedito anche la la modalità di questa vittoria: per la prima volta il primo posto viene deciso all'ultima. Nella crono Monza-Milano Dumoulin accumula il vantaggio necessario per scalzare Quintana dal gradino più alto. Sul podio finiscono il colombiano e Vincenzo Nibali

Mezz'oretta circa, 29 km e rotti di crono verità sotto al cielo caldo di Lombardia dopo tre insufficienti settimane suspence e 3579 chilometri macinati, per decidere la maglia rosa finale del Giro Cento.  La risposta sbuca solo dalla lotta individuale contro il tempo dall’autodromo di Monza (nel giorno della doppietta Ferrari a Montecarlo) a piazza Duomo, Milano. Così il podio: davanti a tutti fa festa Tom Dumoulin, dietro di lui Nairo Quintana a 31", terzo è Vincenzo Nibali a 40". Evviva.

Decisiva l'ultima tappa

Non era mai successo prima che servisse l’ultima tappa, stavolta molto più di una pigra passerella, per cucire i galloni del vincitore. Al via brianzolo quattro pedalatori raccolti, dopo 90 ore di battaglia, nella ridicolaggine di 53 secondi (il quinto, il filiforme russo Ilnur Zakarin, a 1’15” dalla vetta). Nell’ordine di classifica della vigilia: Nairo Quintana, Vincenzo Nibali (a 39”), Thibaut Pinot  (43”) e Tom Dumoulin (53” appunto).

Successo di un lottatore

Voto 10 e lode allora, non giriamoci troppo intorno, a quest'ultimo, che l’ha spuntata con la grinta del campione vero. Tom Dumoulin vince il Giro del Centenario. Si riprende una volta di più la maglia rosa, vestizione strameritata, avendo letteralmente volato dalle chicane di Monza alle guglie del Duomo e fermando le lancette sul tempo di 33'23". Non conquista la tappa, ma non importa, qua contava ovviamente il bersaglio grosso: l’omone olandese ha stupìto, lungo tre settimane, per forza e senso tattico. E' caduto e si è rialzato, come nella penultima frazione di Asiago. La prima volta di un olandese in cima al Giro non premia affatto un usurpatore, ma un atleta magnifico, un lottatore autentico.

L'orgoglio dello Squalo

Ma bisogna riconoscere un 9,5 in pagella anche agli altri tre combattenti dell’ultima domenica. Lo Squalo di Sicilia ha sofferto e resistito e persino primeggiato a Bormio dopo il Mortirolo e un doppio Stelvio, finisce la sua corsa contro il tempo in 34'17", chiude il Giro sul gradino basso del podio, ci ha provato ma se qualcuno è più forte c'è poco da fare, l'importante è non mollare mai e Nibali non ha mollato.

Quintana fa vedere i sorci verdi

Il piccolo colombiano 27enne color caffè, Quintana, pur non mostrandosi mai il padrone irresistibile e incontrastato della corsa, ha fatto vedere i sorci verdi ai rivali non soltanto in salita. Ha finito una cronometro (34'47" il suo responso) a poco meno di un minuto e mezzo da un superman come Dumoulin, ha meritato il secondo posto nella generale. Il francese Pinot, infine: si è rivelato un formidabile campione, completo e ostico su ogni terreno, un attaccante furioso senza timori reverenziali verso i big. Chiude la crono milanese in 34'50", lo rivedremo di sicuro a far sportellate coi grandissimi.

Giro thriller

Finisce splendidamente il Giro del Centenario, thriller a pedali che nemmeno una settimana di tapponi alpini aveva saputo mettere in archivio con un nome sopra agli altri, come di solito succede. Tutti e quattro i pretendenti, a momenti alterni, sono sembrati i predestinati al trionfo finale. Due di loro hanno vestito la rosa, Quintana e Dumoulin. Un Giro combattuto digrignando i denti, privo di dominus da riverire, aperto e spettacolare da Alghero a Milano. Anche se l’abbandono prematuro a Reggio Emilia di Geraint Thomas (Team Sky) per i postumi di una rovinosa caduta (ricordate l’ecatombe di gruppo contro una moto della polizia a bordo carreggiata nella tappa del Blockhaus?) ha rimescolato carte e, dunque, pronostici.

Le altre maglie

Le altre maglie: a Bob Jungels la bianca del miglior giovane, a Landa Meana (Team Sky) l'azzurra degli scalatori, a Ferdinando Gaviria la ciclamino. Bravi tutti.