Ciclismo, l'ultima frontiera del doping: positivo un 14enne

Ciclismo
Positivo a un potente metabolizzante un ciclista 14enne (Getty)
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Un ciclista minorenne è stato trovato positivo al Mesterolone, un potente anabolizzante, nel corso di un controllo della Nado Italia nel corso di una gara regionale. Il giovanissimo atleta è stato sospeso in via cautelare

Un potente anabolizzante, un ciclista di appena 14 anni. L'ultima frontiera del doping è davvero incredibile. Un test di Nado Italia ha trovato positivo al Mesterolone un ciclista poco più che bambino. Si tratta di un vero e proprio record negativo: il controllo è stato effettuato in occasione di una gara regionale. L'atleta è stato subito sospeso in via cautelare dal tribunale nazionale antidoping del Coni, su proposta della Procura.

"Crimine contro l’umanità"

 "Ricorrere al doping nello sport è già qualcosa che ha a che fare con il crimine; in un caso come questo, siamo di fronte ad un crimine contro l'umanità". Tranquilli, medico sportivo esperto in materia di lotta al doping, ha commentato così il caso all’Ansa. "E' follia - ha aggiunto il presidente della sezione Lazio della Federazione medici sportivi (Fmsi) -. Qui siamo ben oltre il delitto ordinario. Una cosa fuori da ogni logica, che è in ogni caso perversa già di suo. Ma di fronte a un bambino, perché a 14 anni siamo di fronte praticamente ad un bambino, il quadro si fa davvero inquietante. Ormai anche a livello giovanile il doping è così fortemente radicalizzato. Ebbene, ciò vuol dire che quei bambini hanno intorno delle vere e proprie organizzazioni criminali".

Cos’è il Mesterolone

"E' un anabolizzante che dà problemi collaterali micidiali - ha spiegato Tranquilli - Somministrarlo ad un 14enne vuol dire rovinarlo nel pieno della sua crescita, perché ciò potrà avere ricadute ormonali, a livello sessuale, cardiovascolari e potenzialmente anche tumorali. E tutto questo fin dal primo utilizzo, non sono rischi che insorgono solo dopo un uso prolungato. Perché a quell'età un bambino è ancora in fase di sviluppo e quindi si va ad incidere negativamente su quel processo". Già più di dieci anni fa Tranquilli denunciava la facile reperibilità delle sostanze illecite su internet. Di fronte ad un fenomeno che, evidentemente, si è ulteriormente sviluppato, quali sono le contromisure che potrebbero e dovrebbero essere adottate? "Ogni campagna educativa - risponde Tranquilli - si arena davanti alle reali possibilità di un bambino di difendersi da chi ha intorno. Quindi, l'unica via d'uscita è puntare sul ruolo delle famiglie e della scuola. Chi ha responsabilità educative deve insistere sul senso originario dello sport: non si può insegnare solo a pedalare e a correre, ma anche l'etica e lo spirito sano di ogni disciplina. Chi lavora con i bambini deve riflettere su questo aspetto, altrimenti lo sport muore. E purtroppo rischiano di morire anche molti di quelli che lo praticano senza rispetto delle regole...".